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La civetta ha fatto il bis (e mi offre un pretesto per ironizzare sulla lingua latina)

Creato il 25 settembre 2013 da Valeria Vite @Valivi92

http://athenaenoctua2013.blogspot.it/2013/07/owl-prize-2.html http://centauraumanista.wordpress.com/2013/07/07/owl-prize-quando-un-articolo-merita-un-premio/ http://centauraumanista.wordpress.com/2013/06/27/il-racconto-un-po-pagano-di-una-visita-al-duomo-di-pisa/

http://athenaenoctua2013.blogspot.it/2013/09/owl-prize-5.html

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E’ la seconda volta che Athenae Noctua mi investe dell’Owl price, un riconoscimento assegnato mensilmente ai post di carattere culturale più interessante. L’articolo che mi ha permesso di fare il bis del premio della Civetta è I filtri d’amore nell’antica Roma, una ricerca sulle testimonianze che ci sono pervenute sui filtri d’amore.

Sinceramente non mi aspettavo che il mio post meritasse un premio perché non sono abituata a ricevere complimenti relativi alla mia conoscenza del latino, è infatti ancora vivido il ricordo dei brutti voti, dei corsi di recupero, delle ripetizioni, delle poesie imparate a memoria. Latino però significa anche delle pellicine delle unghie dei piedi di Trimalchione e delle corse degli aurighi, della saggezza di Seneca e delle perle degli Epicurei, della dolcezza di Orazio e del passerotto di Catullo, degli astuti suggerimenti di Ovidio e delle cronache di Livio, delle Vite parallere di Plutarco e delle eroiche imprese narrate da Virgilio. Naturalmente sono troppo pigra per averli letti tutti, ma citarli opportunamente è già un inizio e fa molto figo…

Il mio rapporto con le lingue antiche è sempre stato un po’ particolare: mi è sempre piaciuto leggere i classici così, quando la prof proponeva una versione che avevo già letto, riuscivo a strappare un 6,5 o un sei, ma nella maggior parte dei casi i miei voti non superavano il 5. Ragazzi, credete a me, il latino può anche essere carino da leggere quando non avete solo due ore per tradurre una versione complicatissima o quando non siete sottoposti allo stress delle interrogazioni. Io sono fiera di indugiare ogni tanto sulla letteratura latina e di stupire i profani con le sentenze dei dotti nonostante non ci abbia mai capito un tubo! Ma perché il latino è come il peperoncino: se si esagera diventa insopportabile, ma una spolveratina ogni tanto, senza fatica e senza impegno, è più che salutare: FAC SAPIAS ET LIBER ERIS, apprendi e sarai libero.

Grazie al premio conferitomi dall’amica e follower Cristina mi sono sentita una secchiona in latino per la prima volta in vita mia e mi sento un po’ a disagio, come se non lo meritassi veramente. Eppure sono sicura che gli antichi non ci hanno lasciato le loro parole solo per torturare gli studenti, ma preferirebbero che noi leggessimo comodamente in poltrona e ascoltassimo il loro messaggio. Male che vada, potremo esibire orgogliosamente qualche latinorum sgrammaticato per farci fighi con gli amici.

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PS: Un consiglio per i maschietti del ginnasio: guardate la vostra tipa intensamente negli occhi e recitate i pochi versi di Catullo che ricordate con voce sexy e cavernosa. Lei non capirà un tubo ma, se siete meno pustolosi e rachitici dei rospi che solitamente si iscrivono al classico, il suono esotico della lingua di Romolo e Remo la faranno crogiolare di desiderio per voi.

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