Ma ve lo immaginate se ogni cittadino potesse fare causa al Governo perché ha imposto una tassa o perché l’ha abolita, o perché ha emanato quel decreto legge o non ha attuato la legge quadro approvata dal Parlamento? Tre sarebbero le conseguenze: nessuno si assumerebbe la responsabilità del Governo in questo paese (men che meno un tecnico); i nostri giudici assumerebbero un potere talmente enorme da essere concretamente abnorme: diventeremmo una repubblica giudiziaria, dove il potere appartiene al giudice e non al popolo. In terzo luogo, avremmo i Tribunali intasati come lavandini, e la nostra giustizia sarebbe al collasso. In altre parole, non saremmo una democrazia.
Proprio per questo motivo esiste una norma che stabilisce una regola fondamentale: gli atti politici non sono sindacabili da alcun giudice. Non è possibile in altre parole impugnare una decisione del Governo (salvi i reati funzionali) o contestare una legge che ha imposto una tassa o l’ha abolita. Del resto la nostra Costituzione vieta persino il referendum che riguarda leggi e norme tributarie e fiscali. Figuriamoci se mai fosse possibile sindacare davanti a un giudice una legge tributaria (anche solo di abolizione di un tributo)!
Eppure, nel nostro paese si pensa di proporre una simile assurdità, ovviamente contro il solito bersaglio: Berlusconi, reo di avere abolito l’ICI, di aver progettato il ponte sullo Stretto e addirittura – secondo le fantasie di Radio Popolare, Federconsumatori e l’associazione Valori – di averci fatto fare figuracce a livello internazionale e di aver fatto i propri interessi anziché quelli del popolo. Assurdità e panzane davvero incredibili, che mi chiedo se io vivo in Italia o su Marte. L’obiettivo è fare cassa con un’anomala class action da proporre davanti alla Corte dei Conti, sindacando quanto è insindacabile davanti a qualsiasi giudice: l’atto politico, la decisione politica e infine norme di legge generali e astratte. Qualsiasi studentello universitario di primo pelo sa bene che non è possibile sindacare atti politici o leggi generali e astratte. È un principio che si impara nelle prime lezioni di un corso di diritto costituzionale e/o amministrativo. E non solo: nel predetto corso si impara anche che la Corte dei Conti, tra le altre, svolge una funzione di controllo preventivo di legittimità sugli atti del Governo. Pertanto, tutto quello che il Governo precedente ha fatto è passato prima al vaglio di questo giudice speciale. Il che significa che già solo per questo la tentata class action è una emerita panzana pseudo-giuridica.
Ciò detto, l’obiettivo è non solo illegittimo (a rigore manca persino l’interesse concreto e manca il danno), ma è oltremodo ridicolo, sebbene assolva perfettamente il suo compito propagandistico. Del resto è questo l’obiettivo: fare propaganda contro un (ex) Presidente del Consiglio avverso. Roba da comunisti e da regimi totalitari. La demonizzazione dell’avversario, l’odio nei suoi confronti e l’estrema faziosità che distorce la realtà dei fatti e crea o contribuisce a creare una profonda frattura nel paese. Mi chiedo come sia solo possibile pensare sul serio di fare una class action. Allora quante ne avremmo dovute fare contro il Governo Prodi, contro i pasticci del centrosinistra, contro la sua tendenziale scarsa credibilità nazionale e internazionale e contro le sue leggi porcata che ci hanno solo creato danni? E cosa potremmo mai fare contro il Governo Monti? Ora questo governo reintrodurrà l’ICI e forse imporrà persino una tassa patrimoniale e abbasserà il limite degli scambi con cache a 300,00 euro, favorendo le transazioni bancarie (e le loro commissioni). Facciamo una class action anche per questo? Citiamo Monti davanti alla Corte dei Conti perché (secondo noi) avrà avvantaggiato le banche? Lo citiamo perché avrà imposto una tassa che ci ha reso tutti più poveri e ci ha danneggiato?
Non siamo ridicoli! Anzi, non sia ridicola la sinistra con certe iniziative davvero irricevibili e intollerabili per l’estrema falsità delle ragioni che le sostengono. Va da sé che un capo politico può essere criticato e giudicato come incapace (è una questione di opinioni). Può essere persino stigmatizzato per la sua politica, ma dottrina giuridica e politica (e il buonsenso) ci insegnano che per il politico che fa male il proprio mestiere esiste solo un’unica sanzione: il voto. Le altre soluzioni o sono dittatoriali o sono inammissibili in un sistema democratico. E del resto, basta guardare ai paesi anglossassoni, dove la class action ha una più lunga e seria tradizione. Nessuno in quei paesi si sognerebbe minimamente di proporla contro Obama o contro Cameron, e mai si è sognato di proporla contro Bush o contro Blair per la guerra in Iraq o per Guantanamo o per la speculazione internazionale. Una simile eventualità sarebbe considerata quasi un attentato alle istituzioni democratiche della nazione.
Dunque, chi sono davvero coloro che ci fanno fare figuracce a livello internazionale e ci rendono scarsamente credibili? Io non ho alcun dubbio sulla loro identità. Voi?
Fonte: Libero-News
di Martino © 2011 Il Jester