Dopo aver esplorato la classifica dei libri più venduti nel 2011, torniamo ad un formato più standard e scaliamo insieme la graduatoria dei volumi che hanno iniziato il 2012 con il botto!
La cinquina che ci conduce dalla decima alla sesta posizione si apre con una biografia ispiratrice e di grande successo: ci stiamo naturalmente riferendo a “Steve Jobs” di Isaacson, preceduta al nono posto da “Oroscopo 2012” di Paolo Fox. Io continuo a preferire nettamente l’interpretazione delle stelle che vi ha regalato MaSeDomani.
Nella prima delle due posizioni che precedono il podio si inserisce il preoccupante “Un diamante da Tiffany” di Karen Swan. Tutto sommato, la curiosità di scoprire se sia davvero un clone del tristissimo “Un regalo da Tiffany” potrebbe – il condizionale è d’obbligo – portarlo tra le mie mani. Al quarto posto la ben più felice accoppiata composta da Luciana Littizzetto e Franca Valeri, che pare sia stato regalato a Browserina sollecitandone una recensione. Vedremo.
Al terzo posto la trionfatrice di ogni classifica culinaria, sia essa televisiva o libreggiante: Benedetta Parodi che con “I menù di Benedetta” si riappropria di posizione di alta classifica in passato più volte nelle sue corde.
Si aggiudica la medaglia d’argento Andrea Camilleri con la sua ultima uscita dal titolo evocativo “Il diavolo, certamente”. Una antologia sicuramente al passo con i tempi, composta da 33 racconti di 3 facciate che qualcuno ha già soprannominato “Raccolta Twitter”. Per me, che me li sto gustando, la semplice constatazione di un autore piuttosto in là con gli anni eppure capace di rigenerarsi con continuità.
Lo starete già immaginando: Fabio Volo conferma il suo primo posto con “Le prime luci del mattino” ed apre dunque il 2012 così come aveva lasciato il 2011, da dominatore assoluto. Camilleri incalza e gode di un vantaggio dato dal prezzo (10 euro contro i 19 dell’ultimo libro di Volo). Su questo, mi concedo una piccola considerazione: tra i primi cinque libri in classifica ne troviamo ben tre che ci portiamo alla cassa con una banconota da dieci euro. E’ un segnale importante, su cui gli editori dovrebbero costringersi a ragionare.