Questo febbraio è stato un mese letterario davvero vario e insolito: innanzittutto grazie a Pierluigi Curcio ho riscoperto una nuova versione del mitico ciclo arturiano di cui ho già parlato qui. Tre romanzi avvincenti e storicamente calati alla perfezione che hanno allietato i mie interminabili viaggi in treno (la dura vita del pendolare!).
Chi manda le onde di Fabio Genovesi è stata una lettura splendida che mi ha lasciato un senso di benessere incredibile e sono davvero felice che sia candidato per il Premio Strega 2015. Se volete saperne di più qui il mio post a lui dedicato.
Romanzo dolorosissimo è stato per me L’invenzione della madre di Marco Peano, una lettura forte e incredibilmente d’impatto di cui parlerò a breve e che per le emozioni che mi ha donato merita ampiamente il primo posto.
Come classico del mese ho scelto il mio amato Baudelaire con i suoi Paradisi artificiali, un viaggio attraverso i vizi di cui decanta virtù e (in minor numero) difetti.
La grande delusione è stata però La schiava dei Tudor, un romanzo d’amore che di storico ahimè non ha davvero nulla. Già il titolo fuorviante mi ha fatto immaginare castelli e complotti all’interno della corte dei Tudor, della famosa famiglia reale invece ci sono solo due paginette di contestualizzazione storica che avrebbe potuto scrivere anche un bambino. Toppatissimo e pieno di luoghi comuni, si salva per il finale tragico (io li amo che ci posso fà?) che lo fa arrivare arrancando a due stelline su cinque. Non ci siamo proprio però.