Passò qualche giorno. Il clima in casa si era notevolmente raffreddato. Ero tornato ad essere il freddo coinquilino di sempre. La notizia della loro dipartita mi aveva un po’ destabilizzato.
Mi ero abituato a loro. Mi ero abituato al freddo raziocinio di Sara, che andava molto d’accordo con il mio; mi ero abituato all’odore di qualche sostanza illegale che spesso usciva dalla cucina mentre Carmen studiava; mi ero abituato ai discorsi, alle risate… alle prese in giro… al tempo perso in cucina dove ora mi fermavo più volentieri. Tutto perso… Tutto doveva essere ricostruito d’accapo con nuove persone… nuovi coinquilini.
Era sera. Carmen era andata chissà dove. Restavamo solo io e Sara.
Entrai in cucina.
– Ciao Sa’… stai cucinando? –
– Sì… ma uso solo un fornello, gli altri sono liberi –
– No, tranquilla aspetto che finisci… –
– Ciro! –
– Sì? –
– Cucina! –
Sorrisi. A volte mi dava questi strani ordini ironici. Era il suo modo di dimostrare gentilezza.
Presi una padella e l’appoggiai su un fornello. Eravamo fianco a fianco.
Il cucinotto della casa era separato dalla cucina. Piccolo e quadrato, davanti avevi i fornelli e dietro il lavandino. C’era il giusto spazio solo per due persone, per questo preferivo cucinare da solo. Sono uno che ha bisogno di avere tutto sotto controllo e avere un’altra persona in mezzo mi fa innervosire. Con Sara però era diverso. Mi capiva. Prevedeva quello che dovevo fare. Se dovevo scolare la pasta, si spostava e apriva il rubinetto per far scorrere l’acqua nel lavandino. Se dovevo abbassare una fiamma o accendere la cappa bastava uno sguardo. Ci capivamo… forse eravamo più simili di quanto non sembravamo.
– Io ho finito… – disse.
– Tra poco anche io… –
– Mangi di qua? – mi chiese dato che era mio solito cenare in camera davanti alla tv.
– Si apparecchia anche per me… –
Sara prese la tovaglia a quadri arancione e la mise sul tavolo. Piegò un paio di Scottex a mo’ di fazzoletti e mise le posate. Accese la radio e si sedette, aspettandomi, per mangiare.
Spensi il fornello e riversai nel piatto la mia pasta al pomodoro.
– Buon appetito Sara… comincia pure… – dissi mentre prendevo posto a tavola.
– Buon appetito… –
– Carmen? E’ uscita? – le chiesi.
– Cì… con Carmen non scorre buon sangue… abbiamo avuto un po’ di discussioni ultimamente… per questo è sempre fuori… –
– Ah.. mi spiace… –
– Niente di serio… però il nostro rapporto s’è incrinato… –
– Colpa mia? –
– No Ciro… non è mai colpa tua! – sorrise.
– beh… io chiedo… –
Passò qualche minuto di silenzio. Il rumore delle posate e la musica della radio faceva da sottofondo.
– Cì,… –
– Dimmi? –
– E se non cambiassi casa? –
– Torni in Calabria? – chiesi ironico.
– Scemo, dico, se restassi qua… –
– Ci sarebbe un solo problema… – le dissi.
– Quale? –
– Quello di trovare una nuova coinquilina che condivida la stanza con una fredda, acida… ehm dolce, simpatica… ragazza come te.-
– Dici che è difficile… –
– Non impossibile… iniziamo domani? –
Continua…