Voto: 6/10
— Tenetevi pure i vostri dubbi, che non vi porteranno da nessuna parte, come sempre. — Questo è un vostro pensiero. — Sì, e in quanto tale è esatto.Jane e il signor Hench
(Pagina 78)
La prima parte di questo romanzo mi è piaciuta molto, la seconda assai meno, e questo ha influito ovviamente molto nel mio giudizio complessivo.
Kent, 1768. La giovane Jane vive con i genitori e la sorella più piccola nella tenuta di Isherwood. La ragazza è un po’ insofferente alle convenzioni sociali e affamata di libertà. Purtroppo un infelice avvenimento la costringerà a cambiare totalmente vita, trovandosi a dover lavorare per vivere, e per di più alle dipendenze di un uomo che ritiene estremamente sgradevole.
Purtroppo sono rimasta delusa da questo romanzo. Dapprincipio, intendo proprio le primissime pagine, non mi stava prendendo molto, e la strana impaginazione senza rientro della prima riga mi rendeva anche la lettura un po’ più pesante del solito. Proseguendo mi sono ben presto accorta che la trama era una sorta di “mash up” tra Orgoglio e Pregiudizio, Jane Eyre e La Bella e la Bestia, ma a questo punto le mie reticenze erano già vinte e la storia era diventata avvincente: non riuscivo a smettere di leggere! Il mio lato romantico, spesso nascosto, era stuzzicato dal rapporto tra i due protagonisti, e agognavo il momento in cui sarebbe arrivato l’amore. Solo che, quando poi questo è successo, il libro ha smesso di piacermi!Peccato, perché l’ambientazione mi intrigava molto (l’Inghilterra del XVII secolo), e l’ho trovata ben gestita, a parte l’uso in contemporanea sia del lei che del tu che del voi che mi ha confuso un po’.I personaggi hanno subito la stessa sorte della trama: mi piacevano molto all’inizio (almeno i principali) ma mi sono piaciuti assai meno nell’ultima parte del romanzo. Jane fin all’inizio mi è stata molto simpatica, tanto che ho passato sopra a tutte il suo mugugnone sul fatto che lei è una ragazza mediocre, troppo normale per piacere, quando poi pare conquistare ogni uomo che incontra. Probabilmente sono tutti conquistati dal suo spirito indipendente, dal suo coraggio, dalla passione che mette nelle cause che contano, così come lo sono stata io. Peccato che nella seconda parte del libro, quando, appunto, si scopre innamorata, comincia a darmi sui nervi! Sì, capisco che quando si è innamorati si soffre e non si ragiona più, e bla bla bla, ma lei diventa egoista, stupida e imprudente! Per non parlare della parte finale quando scappa via dopo aver scoperto l’ultima verità su Hench, fregandosene di chiunque, anche di della piccola Meg! Stessa cosa per quanto riguarda il signor Hench: all’inizio è adorabilmente scontroso e scorbutico, poi anche lui comincia a diventare veramente antipatico, e francamente dopo la scoperta del laboratorio, che come segreto mi ha anche un po’ deluso, m’è parso fosse veramente pazzo, tanto che a quel punto ero sicura di essermi sbagliata, e che Jane non sarebbe finita con lui, dopotutto. Invece non ho capito bene come si fa perdonare, e lui e Jane vivono felici e contenti! E la povera Meg si fidanza a 12 anni, ma vabbè, è innamorata!, quindi sono tutti soddisfatti di come sono andate le cose! Tutti tranne me, purtroppo! E in più m’è rimasto un dubbio a lettura ultimata: perché Virginia desiderava così tanto entrare in possesso di Isherwood?
Lo stile della Aldegheri non mi è dispiaciuto. All’inizio trovavo un po’ ripetitivo il fatto che ogni descrizione fosse preceduta dalle parole “Jane si guardò intorno”: capisco vedere qualcosa con gli occhi della protagonista sia più coinvolgente del punto di vista esterno dell’autore, ma meglio non abusare dell’espediente! Infatti mi pare che andando avanti col romanzo non succeda più, o non c’ho fatto caso io, il che va bene lo stesso perché vuol dire che se non m’è parso stonato era ben inserito nel contesto. Quindi nel complesso posso dire di aver apprezzato la sua scrittura, e il modo in cui ha descritto questo scorcio d’Inghilterra del XVII secolo.Commento generale.Mi spiace davvero che questo romanzo non abbia incontrato il mio favore, perché all’inizio mi aveva molto preso, e mi sembrava proprio il tipo di storia che potesse piacermi davvero molto! Perché, anche se a volte può non sembrare ;), visto che non sono certo la persona più romantica del mondo, anch’io ho un lato sentimentale che si gratifica, di quando in quando, nel leggere storie d’amore. Solo che questa ad un certo punto ha preso una direzione che non mi aspettavo, facendomi cambiare opinione sul prosieguo della storia, e quando quella dei protagonisti non cambiava, ai miei occhi il loro comportamento è diventato non più accattivante e presagio di un dolce finale, ma irritante e rivolto verso un lieto fine per tutti tranne che per me! Perché, sì, io ce l’ho anch’io un lato romantico, ma a volte credo che sia un po’ eccentrico! Peccato!Spero comunque che l’autrice voglia cimentarsi ancora con il romance storico, perché sono sicura che se mi capiterà di incontrare personaggi che non deludano le mie personalissime aspettative, potrei apprezzare i suoi romanzi davvero molto! :)Il titolo là per là non l’avevo capito, poi riflettendoci credo che sia la traduzione del nome della tenuta del signor Hench, Highmore Hill.Sfide
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Dammi 3 parole
Romance a metàScheda del libro
Autore: Sara Aldegheri (libreria su Anobii)
Nazionalità: italiana
Anno prima pubblicazione: 2011
Ambientazione: Kent, Inghilterra (Regno Unito); 1768-70
Personaggi: Jane Leighton, Wendell Hench
Casa Editrice: 0111 Edizioni
Copertina: Immagine Shutterstock.com
Pagine: 220
Link al libro: ANOBII – GOODREADS
inizio lettura: 1 febbraio 2013
fine lettura: 4 febbraio 2013
Ho deciso di leggere questo libro dopo averne sentito parlare QUI.
Un po’ di frasi
Isherwood, 14 agosto 1768“At lovers’ perjuries,
They say,
Jove laughs.”
Così diceva il genio innato di Shakespeare, ma non è il caso di Elaine. Lei è veramente innamorata.
Ieri è stato celebrato il suo matrimonio con il signor Thomas Gainsborough e nella tarda serata gli sposi sono partiti per Parigi, dove hanno deciso di stabilirsi. Non ho mai visto coppia più felice, e credo proprio che non ne vedrò altre simili.[incipit]L’uomo è l’unica creatura capace di diventare ciò che desidera.Il signor Hench(Pagina 46)
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Quanto ai signori Hench, finalmente consapevoli dei reciproci sentimenti, trascorsero ad Highmore Hill tutti i loro giorni, allietati dalla vicinanza dei loro amici, i coniugi Barclay, i quali non esitarono ad acquistare Isherwood e a farla tornare progressivamente, grazie alla loro diligente condotta, all’antico splendore.
Argomenti
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