Uno dei più importanti esperti italiani di politica americana, il Prof.Lucconi, individua nello scandalo Watergate l’inizio di una nuova era, nella politica a stelle e strisce, nella quale l’aspetto scandalistico sarebbe diventato il perno della strategia di delegittimazione dell’avversario,da parte delle varie forze partitiche. Se da un lato la tesi può sembrare debole ed approssimativa perché fonde, confonde e mescola episodi di assoluta gravità come il Watergate, gli scandali Iran-Contra, Clarence Thomas, Gary. A. Condit, ecc, a banalità come i casi Jim Wright, Clinton-Lewinsky o John H. Sununu, dall’altro mette allo scoperto quella che è diventata, senza tema di smentita, una nuova e del tutto inedita realtà nel linguaggio e nella politica made in USA.
Secondo Lucconi, questo mutamento sarebbe dovuto all’esigenza di intercettare, mediante tematiche ad elevato impatto emotivo ed immaginifico, l’interesse e l’attenzione dell’opinione pubblica, sempre più disaffezionata alla politica, risvegliando di conseguenza anche il dissenso, in modo da poterlo convogliare all’indirizzo dell’avversario. Ci sono però due aspetti, che l’analisi di Lucconi non prende in esame: lo “scadimento” dell’offerta mediatico-giornalistica, sopraggiunto con l’ingresso dell’ “infotainment” e la debolezza argomentativa del propagandista che fa ricorso alla scorciatoia scandalistica o gossippara, condizioni che fanno di questo nuovo orientamento dialettico e teorico un “must” inevitabilmente internazionale ed internazionalizzato.
Osservando i recenti attacchi rivolti a Matteo Renzi dai democratici più ostili alla sua leadership, vedremo un ricorso, massiccio e martellante, al ricordo della sua apparizione alla “Ruota della Fortuna” o, ancora, ad “Amici” di Maria De Filippi; si tratta di un’ opzione che si colloca al di là del perimetro del fraseggio politico per andarsi a posare nella capziosità denigratoria più fragile ed ingenua. L’obiettivo, nelle intenzioni di chi sterza verso questo genere di scelta, è infatti quello di incapsulare il borgomastro fiorentino nell’immagine, poco edificante ( se vista da sinistra) del “tycoon” di berlusconiana memoria (la ricerca di una facile ed immediato guadagno e l’adesione ai format televisivi di Cologno Monzese). La sterilità e il fallimento di questo tipo di soluzioni concettuali e tattiche, ovunque esse siano state proposte (oltreoceano e , in Italia, contro Berlusconi) dovrebbe tuttavia suggerire alla porzione antirenziana della sinistra italiana una variazione tattica subitanea e radicale.