Il Pd, almeno una buona parte dei suoi rappresentanti, sono entrati in confusione e hanno concesso un bel pomeriggio di pausa dei lavori parlamentari ai sostenitori strafogati di Berlusconi, ma, sostanzialmente anche per riprendersi loro stessi dall’intontimento e disorganizzazione mentale cui sono andati incontro.
Alla fine di tutto l’ambaradan, si presenta il solito Berlusconi, sotto le vesti del taumaturgo che sentenzia con calma da patriarca che: il governo delle larghe intese che lui chiama “di pacificazione” non corre alcun pericolo. E allora, miracolosamente tutti tacciono.
Il bungabungaro, prima ha mandato avanti la squadra guastatrice, poi, come al solito, passa lui che rimette tutto a posto e interpreta magnificamente la parte del santo dei miracoli.
Ma non credo che il governo delle larghe intese stia tanto bene e non credo neppure che rimanga così com’è nel caso venisse confermata la condanna del bungabungaro anche in Cassazione.
D’altra parte al soggetto conviene dire che il governo delle larghe intese non corre pericoli, innanzitutto perché gli fa comodo immensamente per avere ancora tanta possibilità di intervenire e dettare le sue pretese e poi perché è ben cosciente che, se per caso, si dovesse tornare alle urne, sia pure col porcellum, perderebbe, e sa bene che nella formazione di un nuovo governo i grillini, questa volta, non si lascerebbero perdere l’occasione, anzi, non vedono l’ora di poter fare anche quelle alleanze contro le quali hanno sparato i loro vaffanculi.
Mi chiedo cosa possa fare la Cassazione? C’è chi dice che non può fare altro che ratificare la condanna, perché se non ci sono errori di procedura, non cambia il verdetto. Per cambiarlo ci dovrebbe essere un giudice del tipo di “Carnevale”che ha assolto un’ infinità di mafiosi per: cavilli, errori di sintassi o grammaticali, graffette troppo grandi, macchie di sporcizia, fogli stropicciati, brutta calligrafia.
Carnevale riuscì persino a mandare assolto un uomo colto in flagrante a tagliare in due un neonato con una sega elettrica, nonostante la testimonianza di 24 persone, tra cui i genitori del neonato, gli zii, il prete che lo aveva battezzato, il vigile che era accorso sul posto e nonostante le condanne all’ergastolo in primo ed in secondo grado, perché si era tagliato con uno dei fogli che costituivano il faldone.
Al bungabungaro occorrerebbe proprio un “Carnevale”. Chissà, forse lui ci spera.