In quel periodo risultò molto utile alla mia anima che ad ogni passo s’interroga sulla morte. Cercavo prove sull’al di là e quel libretto non lasciò adito ai dubbi. Quando uno scrive in tal maniera, emerge la sua esperienza tangibile da ogni sua parola. Il libro inizia proprio così, con la narrazione di un’esperienza personale. Gli si presentò un’anima che riconobbe per quella di sua mamma la quale gli chiedeva il beneficio di una Messa per andare in Paradiso. Dev’essere stata un’esperienza molto forte per quel prete, il quale, dinanzi alla visione, s’interroga come sua mamma che aveva perso un occhio in un atto altruistico, potesse essere ancora in Purgatorio! Ella sgranava in continuazione rosari e non si lesinava nelle opere di carità. Si dava tutta a tutti. Ed infatti, quando la mamma gli domandò la Messa di suffragio egli uscì in un’esclamazione: “Voi! Ancora in Purgatorio!”.
Hanno bisogno delle nostre opere di carità, delle nostre offerte, delle nostre preghiere, perché non sappiamo dove sono i nostri defunti. Mi colpì anche la testimonianza di una ragazza tedesca, approvata dalla Chiesa e quindi veritiera. È talmente agghiacciante nella sua crudezza, che mi è rimasta impressa e ho compreso che durante la nostra vita terrena, Dio ci fa sperimentare tante volte il suo silenzio, per muoverci a pietà delle anime che continuamente sono in pericolo di cadere nell’inferno. Quella ragazza, che faceva parte dell’azione cattolica, perse un’amica in seguito ad un incidente stradale. Ne fu informata per telefono dalla madre e subito, sapendo che la sua amica non era molto devota, si preoccupò della sua anima e ordinò una messa in suo suffragio. Ma, durante la notte, verso mezza notte, ebbe luogo la visione che l’atterrì ma la ricondusse ad una vita cristiana più autentica. L’anima della sua amica era precipitata nell’inferno! Inferno che lei stessa aveva scelto.