La compagna di banco

Da Paultemplar

Nel solito liceo della Puglia, ancora una volta quello di Trani, arriva Simona figlia di un industrialotto settentrionale che produce salumi.
L’arrivo della ragazza mette naturalmente in subbuglio la classe, che si divide al solito tra chi le mette subito gli occhi addosso, ovvero l’immancabile playboy Mario e le compagne di classe che invece vedono in lei una pericolosa rivale nella conquista del cuore di Mario.
Le ragazze mettono subito in guardia, in maniera interessata la giovane Simona, descrivendo Mario come un seduttore incallito.

Lilli Carati è Simona

Inizia così il solito gioco della parti, con i due ragazzi impegnati nelle schermaglie dell’amore, mentre altri personaggi si muovono sullo sfondo, come Ilario Cacioppo, professore ambito dalla gigantesca e manesca prof.Marimonti.
Tra un equivoco e l’altro, alla fine si arriverà al tradizionale happy end.

Scialba commedia sexy diretta da Mariano Laurenti, uno specialista del genere autore di La Liceale Nella Classe Dei Ripetenti (1978), L’Insegnante Va In Collegio (1978),La Liceale Seduce i Professori (1979) ecc. La compagna di banco, girato nel 1977 è forse la cosa peggiore diretta dal regista romano, questa volta alle prese con un copione rabberciato e sopratutto con attrici che non hanno il fascino della Fenech, abituale protagonista dei film di Laurenti.

Nikky Gentile è Elena Mancuso

Ci sono, è vero, i soliti protagonisti della comedia sexy, ovvero Lino Banfi, Alvaro Vitali, Gianfranco D’Angelo e l’immancabile Francesca Romana Coluzzi; ma c’è anche, nel ruolo di protagonista, una svogliata e inespressiva Lilli Carati alle prese con un personaggio debolissimo e poco interessante scenicamente.

Francesca Romana Coluzzi è la Professoressa Marimonti

Così la commediola si trascina svogliatamente tra gag viste mille volte e una storia debolissima che finisce per annoiare mortalmente lo spettatore; gli unici momenti divertenti, se tali vogliamo definirli, sono quelli affidati a Banfi, perso dietro le affascinanti forme di Nikki gentile, che interpreta la moglie di un losco e gelosissimo mafiosetto di provincia.
La stessa Carati, esposta generosamente, non appare nella sua migliore forma fisica e alla fine le uniche cose degne di nota sono essenzialmente logistiche.
Splendida la location, vista altre volte ma sempre piena di fascino, la romanica Trani che appare in tutto il suo fascino anche un pò misterioso.

Alvaro Vitali è Salvatore

Lino Banfi è Teo D’Olivo

Il resto è noia di prim’ordine, con attori alle prese con ruoli tagliati con l’accetta e con gag che non convincono, inclusa la solita presenza della manesca professoressa e degli altrettanto soliti alluppati compagni di classe della protagonista.
Un film debolissimo e arruffato, da dimenticare in fretta.
La compagna di banco, un film di Mariano Laurenti. Con Lino Banfi, Lilli Carati, Francesca Romana Coluzzi, Gianfranco D’Angelo, Alvaro Vitali, Giacomo Furia, Linda Sini, Rosario Borelli, Gigi Ballista, Paola Maiolini, Stefano Amato, Brigitte Petronio
Commedia, durata 85 min. – Italia 1977.

A destra, Brigitte Petronio

Lilli Carati – Simona Girardi
Gianfranco D’Angelo – Professor Ilario Cacioppo
Alvaro Vitali – Salvatore
Antonio Melidoni – Mario D’Olivo
Lino Banfi -Teo d’Olivo
Francesca Romana Coluzzi -Professoressa Marimonti
Gigi Ballista -Girardi
Stefano Amato – Martocchia
Ermelinda De Felice – Giuditta
Nikki Gentile -Elena Mancuso
Paola Maiolini -Vera
Brigitte Petronio – Mirella
Susanna Schemmari -Vera

Regia    Mariano Laurenti
Soggetto    Franco Mercuri, Francesco Milizia
Sceneggiatura    Franco Mercuri, Francesco Milizia
Fotografia    Pasquale Rachini
Montaggio    Alberto Moriani
Musiche    Gianni Ferrio

Le recensioni qui sotto appartengono al sito www.davinotti.com

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La Carati, prima di cedere alla depravazione (droga & porno) non solo era dotata di una bellezza incantevole, ma riusciva pure a dare un tocco di grazia alle sue interpretazioni, come si può notare dalle (poche) commedie sexy che ha interpretato. In questo film la sceneggiatura non valorizza il suo personaggio, puntando l’attenzione su Vitali e D’Angelo (gravissimo errore). Risollevano le sorti del film le sequenze incentrate sul personaggio Teo d’Olivo (Banfi) nei panni del sarto perduto dietro alle perfette forme di Elena (Nikki Gentile).
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Piacevole. Una commedia scolastica meno scollacciata della media, nonostante la presenza di nomi di punta del genere come D’Angelo, Vitali, Banfi, Amato. Gags goliardiche ma insolitamente pulite, nudi femminili di gran classe (la Carati, ma anche la Maiolini, la Petronio, la Gentile), un tocco di romanticismo e un inciso fuori tema sul cinema (la figura del regista squattrinato). Azzeccatissimi i ruoli minori: dalla coppia altolocata Ballista-Sini alla ciclopica Coluzzi, passando per il mafioso e gelosissimo Borelli e il frastornato commissario Furia.

Commedia scollacciata-scolastica settantiana che si avvale della presenza cult di Lilli Carati e questo vale il prezzo del biglietto. Tuttavia c’è di più: dei bravi caratteristi ed il sempre efficace Lino Banfi con battute divertenti, anche se contate. Bella la colonna sonora.

Un film da mal di testa non fosse che io sono un veneratore del pube di Liliana Caravati; girato in quel delle Puglie, come sempre, è la solita collezione di frizzi&lazzi&scorregge (vittima designata in particolare D’Angelo, sempre insediato dalla Romana Coluzzi). A far da gentile contorno la bellezza da escort girl dell’indimenticata Nikki Gentile, di Cavvallina memoria. I belli del film (Carati e fidanzato) sono, come sempre, antipatici.

Se si eccettua la storiella d’amore, con momenti patetici a dir poco e se si esclude il bamboccione co-protagonista e si apprezza la bellissima Lilli allora si potrà passare una buona serata, altrimenti… Io non l’ho trovato insostenibile, anzi, mi sono anche fatto un paio di risate. C’è del nudo ma non esagerato. Si può vedere senza dubbio!

Mariano Laurenti tenta la commedia cercando di affidare un ruolo da protagonista a una bella ragazza come Lilli Carati, che si rivela però incapace di suscitare l’interesse del pubblico (colpa del suo personaggio inutile). Il resto infatti è tutto sorretto (ma neanche bene) da squallide e ripetive gag tra Gianfranco D’Angelo e Alvaro Vitali, i quali interpretano rispettivamente un professore e un bidello, riciclando scene già viste nelle commedie ambientate a scuola. Lino Banfi, però, ha un ruolo simpatico, seppur marginale.

Opera che ho un po’ rivalutato in negativo. il motore comico poggia su Vitali e D’Angelo (bah!), che non reggono la scena a dovere a causa di gag davvero poco riuscite. Non eccellono Vitali, la Carati, Melidoni e la Coluzzi, bensì Paone, la De Felice, Furia e Banfi (che hanno indegnamente ridotto a un cameo di un sarto, in verità molto ben caratterizzato come del resto tutti). Grazie agli ultimi tre, infatti, la scena al commissariato è un piccolo saggio di bravura. Trionfano le pubblicità (non solo liquori). Ottimi i momenti con la Gentile. **




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