La complessità
Da Drmazzani
Nella
storia evoluzionistica dell’uomo, l’incremento di specificità funzionale del
cervello e la sua configurazione in moduli processuali sempre più
specializzati, è stata la risposta alle pressioni selettive su base adattiva.
L’aumento
di complessità sociale, conseguente alla naturale crescita demografica, è stata
anch’essa un aspetto ambientale selettivamente pressorio.
Tale
complessità ha indotto il cervello umano, evoluzionisticamente dicendo, a
“adeguarsi” sviluppando programmi interpersonali sempre più rispondenti alle
esigenze dettate dagli scambi sociali, dove la necessità di capire le
intenzionalità dell’altro è cosa basilare.
In
pratica, l’evoluzione del cervello, ha permesso all’uomo, attraverso la
costruzione di una teoria del funzionamento della propria mente, di poter
“leggere”, in un certo qual senso, quella altrui.
Tali
abilità metacognitive del cervello proprie alla teoria della mente, consentono
all’uomo di conoscersi e di conoscere, il fine è anticipare se stesso e l’altro
per potersi così orientare nel mondo… senza una teoria anticipatoria l’uomo non
saprebbe dove indirizzare la propria attenzione e il mondo non potrebbe essere
altro che un puro caos informazionale.
Ma
la conoscenza meta cognitiva fa capo all’organizzazione dei significati
personali, quale estrapolazione concettuale delle esperienze vissute, ed è,
pertanto, caratterizzata dall’inerzia propria a tale organizzazione, che
essendo preposta a mantenere unitaria l’immagine di sé nel tempo, non può
evitare di produrre, nella significazione dell’altro, distorsione costruttiva…
l’inerzia al cambiamento è spesso l’artefice dell’inganno che l’uomo attua su
se stesso, proprio al fine di mantenere armonica la percezione di sé.
L’uomo
è progettualmente disegnato dalla natura in modo tale da “preferire” in ogni
caso il mantenimento dei propri significati personali anche se negativi o
semplicemente non coincidenti con l’oggettività, il punto è non cadere nel
disorientamento e nella scarsa percezione di sé che sarebbe immancabilmente
dolore.
Il
nulla è sempre stato, con l’insorgenza della consapevolezza, lo spauracchio
maggiormente aggirato dallo stesso’”inganno “ evoluzionistico!
Mazzani
Maurizio