Preparazione alla meditazione Il risveglio delle nostre capacità superiori mediante la meditazione segue un percorso per gradi. Non parliamo qui di un cammino spirituale, bensì di un progressivo allenamento di corpo e mente finalizzato al raggiungimento di ciò che la meditazione consente al praticante. Condizione essenziale per imparare a meditare è essere rilassati o meglio rilassarsi. Una volta entrati in questo stato, si passa poi all’attenzione, ovvero all’acquisizione di quella capacità di dirigere intenzionalmente la nostra attenzione mentale verso qualcosa. Da quest’attenzione deriva la concentrazione, cioè la fermezza dell’attenzione su un tema o un oggetto stabilito che, mantenuta per lunghi periodi, sfocia nella vera attività meditativa. L’ultimo passo da muovere è quello del cosiddetto vuoto mentale, rappresentato dallo sgomberare la mente da ogni pensiero e immagine dell’esperienza abituale per lasciar posto a intuizioni provenienti da altri livelli esperienziali. Ci concentriamo qui sulla concentrazione della meditazione. Meditazione e concentrazione frontale La concentrazione durante la meditazione ha l’intento di fissare l’attenzione su qualcosa per periodi di tempo prolungati. A tal scopo, si può usare qualsiasi ‘oggetto di consapevolezza’ che sia tangibile e che disponga di attributi chiaramente definiti, in modo da poter essere un ‘supporto’ alla concentrazione. La Mahamudra si serve di oggetti visivi, che possono essere pietre o pezzi di legno, gli Yogasutra fanno ricorso ai mantra e il Visuddhimagga suggerisce vari oggetti, da scegliere in base all’indole personale. L’oggetto va quindi posto ‘fronte’ a una distanza considerata ottimale: un giogo nella Mahamudra, due braccia e mezzo nel Visuddhimagga. Come si può notare, queste tre tradizioni concordano su diversi elementi fondamentali della pratica della concentrazione. Anche il controllo dello sguardo, (fissando dritto davanti a sé nella Mahamudra o socchiudendo gli occhi nel Visuddhimagga) agevola la riduzione degli input sensoriali, direttamente collegati alle manifestazioni del flusso della nostra coscienza. Dove guardare? Lo sguardo va fissato sugli attributi percettivi dell’oggetto, per esempio colore e forma. Parallelamente a ciò, bisogna sforzarsi di mantenere la concentrazione su questi aspetti. Meditazione e concentrazione interiore La concentrazione ‘frontale’ rappresenta solo un passo preparatorio all’esercizio principale della concentrazione detta ‘interiore’. Qui l’oggetto di consapevolezza è interno. Il meditante cioè passa alla rappresentazione interna dell’oggetto che prima era esterno. La meditazione buddhista ricorre a rappresentazioni visive; gli Yogasutra a una rappresentazione delle correnti di energia sottile nel corpo. La concentrazione ‘interiore’ è praticata sino a quando cessa la differenza nella visione dell’oggetto di consapevolezza a occhi aperti e a occhi chiusi. Con l’esperienza, il praticante di meditazione può passare ad altri tipi di oggetti, ancora più dettagliati: l’immagine del Corpo del Tathagata (Buddha) con i suoi trentacinque tratti percettivi maggiori e gli ottanta minori e, analogamente, l’immagine della divinità Hari, negli Yogasutra. Vi sono però soggetti non in grado di concentrarsi realmente. Queste persone più tentano di concentrarsi, più si distraggono. La ripetizione di un mantra rappresenta un efficace mezzo per aumentare la capacità di concentrazione durante la meditazione. Il significato e il contenuto del mantra non devono necessariamente essere compresi dal praticante. La pratica da sola è sufficiente a ottenere il risveglio spirituale che ne costituisce lo scopo. Un esercizio di concentrazione per la meditazione Proponiamo qui un semplice esercizio di concentrazione da poter eseguire a casa: Concentratevi su una qualsiasi immagine, magari una che vi ispira maggiormente. Osservatela attentamente, studiandone i particolari, per alcuni minuti. Chiudete gli occhi e concentratevi sull’immagine osservata poco prima, ricordandone tutti gli elementi senza distrarvi. Questo accadrà presto. Arriveranno le distrazioni e l’unica cosa da fare sarà quella di non dar loro peso, ma di lasciarle andare via con molta naturalezza. Questo passaggio è alquanto ostico all’inizio. Ogni qualvolta sopraggiunge un pensiero o una distrazione, dovete riportare la vostra attenzione sull’immagine, in media per 5 minuti. Eseguire questo esercizio ogni giorno per almeno 10 minuti rende allenata la mente a concentrarsi in maniera sempre più ottimale e permette al praticante di poter meditare in modo efficace e duraturo. Fonte: www.cure-naturali.it
Preparazione alla meditazione Il risveglio delle nostre capacità superiori mediante la meditazione segue un percorso per gradi. Non parliamo qui di un cammino spirituale, bensì di un progressivo allenamento di corpo e mente finalizzato al raggiungimento di ciò che la meditazione consente al praticante. Condizione essenziale per imparare a meditare è essere rilassati o meglio rilassarsi. Una volta entrati in questo stato, si passa poi all’attenzione, ovvero all’acquisizione di quella capacità di dirigere intenzionalmente la nostra attenzione mentale verso qualcosa. Da quest’attenzione deriva la concentrazione, cioè la fermezza dell’attenzione su un tema o un oggetto stabilito che, mantenuta per lunghi periodi, sfocia nella vera attività meditativa. L’ultimo passo da muovere è quello del cosiddetto vuoto mentale, rappresentato dallo sgomberare la mente da ogni pensiero e immagine dell’esperienza abituale per lasciar posto a intuizioni provenienti da altri livelli esperienziali. Ci concentriamo qui sulla concentrazione della meditazione. Meditazione e concentrazione frontale La concentrazione durante la meditazione ha l’intento di fissare l’attenzione su qualcosa per periodi di tempo prolungati. A tal scopo, si può usare qualsiasi ‘oggetto di consapevolezza’ che sia tangibile e che disponga di attributi chiaramente definiti, in modo da poter essere un ‘supporto’ alla concentrazione. La Mahamudra si serve di oggetti visivi, che possono essere pietre o pezzi di legno, gli Yogasutra fanno ricorso ai mantra e il Visuddhimagga suggerisce vari oggetti, da scegliere in base all’indole personale. L’oggetto va quindi posto ‘fronte’ a una distanza considerata ottimale: un giogo nella Mahamudra, due braccia e mezzo nel Visuddhimagga. Come si può notare, queste tre tradizioni concordano su diversi elementi fondamentali della pratica della concentrazione. Anche il controllo dello sguardo, (fissando dritto davanti a sé nella Mahamudra o socchiudendo gli occhi nel Visuddhimagga) agevola la riduzione degli input sensoriali, direttamente collegati alle manifestazioni del flusso della nostra coscienza. Dove guardare? Lo sguardo va fissato sugli attributi percettivi dell’oggetto, per esempio colore e forma. Parallelamente a ciò, bisogna sforzarsi di mantenere la concentrazione su questi aspetti. Meditazione e concentrazione interiore La concentrazione ‘frontale’ rappresenta solo un passo preparatorio all’esercizio principale della concentrazione detta ‘interiore’. Qui l’oggetto di consapevolezza è interno. Il meditante cioè passa alla rappresentazione interna dell’oggetto che prima era esterno. La meditazione buddhista ricorre a rappresentazioni visive; gli Yogasutra a una rappresentazione delle correnti di energia sottile nel corpo. La concentrazione ‘interiore’ è praticata sino a quando cessa la differenza nella visione dell’oggetto di consapevolezza a occhi aperti e a occhi chiusi. Con l’esperienza, il praticante di meditazione può passare ad altri tipi di oggetti, ancora più dettagliati: l’immagine del Corpo del Tathagata (Buddha) con i suoi trentacinque tratti percettivi maggiori e gli ottanta minori e, analogamente, l’immagine della divinità Hari, negli Yogasutra. Vi sono però soggetti non in grado di concentrarsi realmente. Queste persone più tentano di concentrarsi, più si distraggono. La ripetizione di un mantra rappresenta un efficace mezzo per aumentare la capacità di concentrazione durante la meditazione. Il significato e il contenuto del mantra non devono necessariamente essere compresi dal praticante. La pratica da sola è sufficiente a ottenere il risveglio spirituale che ne costituisce lo scopo. Un esercizio di concentrazione per la meditazione Proponiamo qui un semplice esercizio di concentrazione da poter eseguire a casa: Concentratevi su una qualsiasi immagine, magari una che vi ispira maggiormente. Osservatela attentamente, studiandone i particolari, per alcuni minuti. Chiudete gli occhi e concentratevi sull’immagine osservata poco prima, ricordandone tutti gli elementi senza distrarvi. Questo accadrà presto. Arriveranno le distrazioni e l’unica cosa da fare sarà quella di non dar loro peso, ma di lasciarle andare via con molta naturalezza. Questo passaggio è alquanto ostico all’inizio. Ogni qualvolta sopraggiunge un pensiero o una distrazione, dovete riportare la vostra attenzione sull’immagine, in media per 5 minuti. Eseguire questo esercizio ogni giorno per almeno 10 minuti rende allenata la mente a concentrarsi in maniera sempre più ottimale e permette al praticante di poter meditare in modo efficace e duraturo. Fonte: www.cure-naturali.it
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