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Questo spazio permette al sito di continuare ad offrire in modo gratuito tutti i suoi contenuti!La fiaba
Venerdì 19 Settembre 2014 08:37 Scritto da Lau Ferrari
Il piccolo Joseph assieme al padre, quasi ogni pomeriggio andavano a pescare nelle calme acque dell’oceano con la zattera costruita di robusti tronchi d’albero e pelli usate come vele per muoversi veloci e, attraversando i forti venti nelle giornate più burrascose e piovose.
La pesca, infatti, era l’attività principale del villaggio.
Tutti gli uomini di Kawai, il paesello dove il piccolo Joseph abitava,andavano al largo ogni mattina al sorgere del sole gettando le loro reti in mare speranzosi quotidianamente in una pesca proficua.
La cena era il momento della giornata preferito di Joseph e gli altri bambini del paese perché, a volte le famiglie si radunavano cucinando il pesce pescato su delle grosse pietre bianche.
E quella sera fu una di quelle.
Sembrava essere immersi in un’atmosfera magica.
Nella piccola isola tutti si conoscevano e la sera era un momento di ritrovo per parlare di cosa era successo durante la giornata, di fare un po’ di risate con gli amici e, a volte di raccontare attorniati dallo scoppiettio del fuoco e avvolti dal profumo grigliato di pesce , affascinanti storie di velieri fantasmi o storie di vecchi marinai che avevano attraversato quegli oceani molti anni fa, lasciando a bocca aperta i più piccoli estasiati nell’ascoltare tutto ciò.
La mattina seguente Joseph e suo padre Vans insistettero di portare anche la madre a trascorrere la giornata di pesca insieme a loro.
Emma, la mamma, accettò l’invito e, andata a prendersi il cestino con il cibo per il pranzo chiuse la porta di casa e partirono.
Il cielo all’orizzonte era di un azzurro acceso, intenso.
Nessuno si sarebbe mai aspettato quello che stava per accadere.
Quel pomeriggio infatti all’improvviso il cielo si oscurò e un forte vento cominciò a soffiare forte facendo sbandare la grande zattera.
Il bambino aveva molta paura di essere sbattuto in quell’acqua gelida, così cominciò a piangere anche se i genitori facevano il possibile per fare rimanere a galla la loro imbarcazione.
Ad un certo momento gli occhi del piccolo Joseph ancora umidi dal pianto, guardarono estasiati la collana della mamma.
Portava sempre attorno al collo una catenella di corda con appesa una conchiglia a forma di mezzaluna di un colore bianco acceso, ma quel pomeriggio il piccolo la osservò come fosse per la prima volta.
La conchiglia sprigionò una luce intensissima che perfino sua madre si coprì gli occhi, se la prese tra le mani e rivolta verso il cielo grigio nero parlava ad alta voce.
Il bambino purtroppo, non riusciva a capire le parole della madre spezzate dal rumore del forte acquazzone.
All’improvviso però il cielo si squarciò, l’acqua cessò, le nuvole corsero via veloci, lasciando spazio ai timidi raggi del sole che si facevano piano piano sempre più vivi, facendo uscire un incantevole arcobaleno ammirandone tutti i suoi sei colori .
La famiglia si strinse in un forte abbraccio dimenticandosi ben presto la paura appena vissuta.
Giunti nella loro casa Joseph non stava nella pelle per capire cosa era successo, così Emma e il padre Vans gli spiegarono che quella conchiglia era speciale.
Un regalo che le aveva donato la madre di Emma tanti anni fa dicendole che, in qualunque momento di difficoltà durante la sua vita, doveva rivolgersi alla conchiglia chiamando sua madre ad alta voce e, lei le aveva promesso che sarebbe accorsa in aiuto.
Il bambino rimase a bocca aperta al racconto della mamma e si commosse soffiandosi il piccolo nasino.
La madre lo rincuorò dicendogli che divenuto un po’ più grande gli avrebbe donato a sua volta quell’oggetto prezioso.
Felice, Joseph andò tutto il pomeriggio a raccontare ciò che era accaduto in quella speciale giornata a tutti i suoi amici, dicendo loro di non avere mai paura di quello che ci potrà accadere perché una conchiglia speciale la possediamo tutti, legata al nostro cuore.