La conchiglia di dancing

Creato il 23 aprile 2012 da Nina
Lo so, lo so che ultimamente lo dico spesso. Sarà un caso - anche se io credo più alle coincidenze, ai segni lasciati dal destino - ma in questo momento di confusione, di tempesta interiore, la conchiglia di oggi io la sento particolarmente mia, vicina. Parla la mia lingua.Rivedo me, le mie riflessioni, le mie enormi paure. Quelle che di giorni scanso con una scrollata di spalle. Quelle stesse che poi la notte mi vengono a trovare e mi sbattono in faccia la loro concretezza, la loro verità.Navighiamo lo stesso mare, ognuna con la sua barchetta. Io non so dove mi porterà la mia, qual è la rotta, quale la destinazione ma so, come te Dancing, che sono i rimpianti a spaventarmi di più. Forse più dell'anestesia, delle pere di ormoni, dell'idea di indagare e scoprire che non funziono, del pickup, delle attese estenuanti. Dei fallimenti.Forse sarà proprio lo Spettro del Rimorso a scuotermi dal torpore in cui mi sembra di essere caduta.Perché anche se conosci la strada, sai quale via dovrai percorrere, ne hai ormai la certezza assoluta...diosolosa quanto costa accettarla. Incamminarsi a cuor leggero è pura utopia, io credo. Forse l'unica cosa è partire: poggiare un piede a terra e lasciare che l'altro lo segua. E senza accorgercene avremo già fatto il Primo Passo.
Non può piovere per sempre
LA CONCHIGLIA DI DANCING
Illustrazione di Francesca Ballarini
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Quando ho conosciuto Nina la mia conchiglia non era pronta, ci sono voluti mesi di riflessioni, di incipit scritti e poi cancellati un sacco di volte. Di soste davanti al pc senza che ne uscisse una parola scritta. 
L’unica cosa che usciva erano le lacrime.Ma oggi è arrivato il momento giusto per farlo, per riempire la mia conchiglia o forse per aprirla per vedere se dentro c’è veramente il mare…Per la scienza sono vecchia, ho 41 anni suonati anche se ne dimostro molti meno (grazie mamma!). Ho incontrato quello che è mio marito piuttosto tardi, dopo incontri andati male e un precedente matrimonio civile finito in un divorzio, come capita a tante.Nel 2005 quindi inaspettatamente incontro lui, un uomo con la “u” maiuscola, un uomo vero, dolce, un po’ vecchia maniera forse, ma molto ironico, profondo, sensibile.Non siamo più dei ragazzini, ci amiamo e dopo due anni andiamo a convivere in attesa del mio divorzio.E’ strano come la vita ci giochi degli scherzi idioti. Con il mio precedente marito non avevo assolutamente nessuna intenzione di avere figli, evidentemente le cose dovevano andare così, e solo ora mi rendo conto che la persona che ci sta vicino fa la differenza.La voglia di avere un bimbo inizia a farsi sentire, mi sconvolge la voglia di mio marito (all’epoca ancora fidanzato) di non usare precauzioni, nessuno l’aveva fatto con me fino ad allora… nessuno mi aveva voluta così…interamente…. insomma lui VOLEVA un figlio da ME.Nel 2008 inizia il nostro calvario. Prima con allegre notti di sesso convinti che ogni mese sarebbe stato quello buono, ma quello buono non arrivava mai.I mesi passano, la mia perplessità aumenta, fino a che la mia ginecologa mi consiglia di partire con uno spermiogramma per lui e una isterosalpingografia per me.Dall’inizio è chiaro che io sono a posto, tutte le vie sono libere e aperte, sono regolare come un orologio svizzero. Lui per fare lo spermiogramma ci mette una vita, perdiamo mesi importanti, si vergogna, ma alla fine il problema sta proprio li. Continuiamo ancora la via naturale, tentiamo con rapporti mirati, ovulazione controllata con gli stick. Niente di niente.Intanto attorno a me lievitano pance a non finire. In un certo periodo ho attorno a me ben undici amiche/conoscenti incinte. Roba da candid camera. Roba da legge di Murphy.Mi rattristo, cado in depressione, comunque ci sposiamo, divento uno scheletro di cinquantacinque chili su un metro e settanta (ma ho uno stacco di coscia da far invidia e l’abito da sposa mi sta da dio!!) approdiamo a fine 2010 in un centro PMA vicino a casa.Esami, colloqui… solita trafila… un mondo da scoprire… è tutto così stressante… la gravidanza naturale non è impossibile ma è improbabile… questo ci dicono.Nella primavera 2011 tentiamo l’ultima carta prima dell’inseminazione. Una cura per lui che da risultati addirittura peggiori di prima, non so se ridere o se piangere, e mi cade il mondo addosso.A luglio 2011 tentiamo la prima IUI, il liquido non è buono, ovviamente non va a buon fine…La seconda a gennaio 2012 e la terza ad aprile 2012.Attualmente siamo in attesa del risultato della terza IUI, non ci hanno dato grandi speranze e ci hanno già chiamato per iniziare gli esami per la Fivet. Il direttore del centro ci aveva già messo in lista lo scorso luglio praticamente senza dircelo… Evidentemente lui sa mooolto bene come vanno queste cose… e forse sa che alcune persone hanno bisogno di venir accompagnate piano piano, a piccoli passi, su questo percorso…Come mi sento?E’ stato difficile per me accettare questa nostra condizione, tanto più quando attorno a me tutte sembravano rimanere incinte alla sola vista di un paio di pantaloni (anche vuoti). Soltanto una cara amica ha vissuto una storia ben più lunga della mia ma alla fine è rimasta comunque incinta naturalmente.Ho decisamente paura di affrontare il percorso Fivet, ho una paura fottuta della preparazione, delle bombe ormonali e del pick up sotto anestesia. HO PAURA, HO PAURA, HO PAURA! Quasi lo urlo per esorcizzarlo, perché so che alla fine dovrò optare anche per questo tentativo.Per mesi la mia razionalità si è scontrata con la mia emotività. Ho pianto tutte le lacrime del mondo e sono (quasi) giunta alla conclusione che se non tentassi almeno una Fivet (vista l’età temo sia l’unica cartuccia a disposizione) non potrei più amarmi, non potrei più parlarmi, non potrei più avere stima di me stessa e aggiungerei questo ai già diversi fallimenti della mia vita. Mi spaventa la Fivet ma mi spaventano ancor più i rimorsi e i “se”…Viaggio su Internet alla ricerca di qualche testimonianza di conforto, le conchiglie precedenti la mia mi danno una mano enorme, come le testimonianze di chi dice “ho paura” mi hanno fatto sentire meno mostro e più umana…Non so ancora se riuscirò a diventar madre, non so se riusciremo a diventare genitori, non so se il mio corpo si riempirà di amore incondizionato o se resterà comunque vuoto e anche un po’ arido…Incasso con disinvoltura frasi del tipo “Si vede che la tua voglia di gravidanza non è così forte da farti superare la paura” (e porcazozza se feriscono parole come queste!) rido quando mio nipote mi chiede quando potrà avere un cuginetto (ovviamente maschio per poter giocare con lui) e mando sottilmente affanculo l’amico di famiglia che prende sotto braccio me e mio marito e dice “e allora, l’erede?”…Vado oltre, mi tappo il naso e vado oltre, faccio uno switch off del cervello e passo… fino alla prossima tappa, fino al prossimo esame… sto ancora ballando, non ho messo ancora la parola fine al nostro progetto.Come diceva qualcuno, in fondo… non può piovere per sempre… (o era forse “domani è un altro giorno??????), chissà se aveva ragione.Dancing

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