La conchiglia di fra la cozza

Da Nina
La conchiglia di oggi è una lunga, intensa confessione. Dura come un macigno. Morbida e soffice come lo zucchero filato. E' piena di tutto quel che la vita e un cuore di donna possono contenere. E' piena di lei che l'ha scritta e a me, alla mia spiaggia, l'ha affidata. Lei che sento così vicina e familiare. Lei che è Una di Noi.
E tutto quel che posso sperare è che davvero ritrovarti qui con le altre, fianco a fianco, in questa dimensione che tanto somiglia a un caldo abbraccio, possa darti quel sollievo che tanto desideri, possa sortire quell'effetto catartico che tanto aspetti. Voglio pensare che sia così, che una nuova e insolita leggerezza accompagnerà i tuoi prossimi passi. Noi siamo con te, sorella.
Cara Nina,
leggo il tuo blog un pochino al giorno, per non piangere troppo. Mi sono detta: una conchiglia al giorno, ti farà bene. 
Ed infatti ogni volta che mi sembra di essere a pezzi o troppo scoraggiata o ho voglia di annullare la mia FIVET in avvicinamento, leggo una conchiglia e in una donna riesco sempre a trovare qualcosa che mi da la forza di andare avanti.

LA CONCHIGLIA DI FRA LA COZZA
(memorie di una cozza)
MARZO 2013 – con Speranza.
Non sono una da blog. Tantomeno sono una da racconti personali. Mi dicevo che quando sarei rimasta incinta avrei riso delle mie paranoie sull’infertilità.E invece... eccomi a 39 anni svegliarmi da mesi ormai con il pensiero di un figlio che non arriva, e poi devi pensare al lavoro, agli amici, a far da mangiare, la spesa...provare a sorridere, i genitori che invecchiano...ma di fondo c’è solo e sempre un solo pensiero: mio figlio dov’è?E guardo il mio compagno, il mio splendido compagno che vive la sua vita e per quanto condivida con me ogni cosa, io so che la sua vita non sarebbe devastata dalla certezza di non avere figli. Forse per gli uomini è diverso, forse questo cazzo di orologio biologico non lo possiedono e non sentono la fine definitiva. MAI!Approdo in E voi figli? Niente?: quando lo leggo, digitando “niente figli” su google (così per vedere che effetto fa scritto), mi viene da ridere forte! Quante volte ho sentito questa frase, man mano che tutti intorno sfornavano figli, per caso, voluti o no. Tu figli niente? A volte mi sono sentita anche rispondere per me: “no, certo, tu pensi a divertirti, che ci fai con un figlio?”.Voglio una famiglia numerosa da...da...da sempre credo. Il mio primo tema alle elementari che avesse un po’ di senso compiuto parlava della mia casa, con tre figli. Lo ricordo ancora.Ricordo il giorno in cui ci siamo guardati, io e Lui, stesi l’uno sull’altra e ci siamo detti: facciamo un bambino! L’emozione di quei mesi me la porterò dentro per tutta la vita! Lui che mi sussurrava all’orecchio: un bambino nostro, sarà bellissimo! E mi ricordo con terrore la notte in cui mi sono svegliata con le mani sull’addome, svegliata dalla precisa e netta sensazione che non avrei mai saputo cosa si provasse a sentir crescere una vita dentro di me. Poi le visite, la scoperta di una terribile ENDOMETRIOSI, l’operazione, la speranza che dopo l’operazione si sarebbe risolto tutto, la speranza che riaffiora come se tutto quello fatto fin ora non avesse senso, ero nuova. Ed invece: NIENTE! Dipende dalla mia testa, così adesso mi dicono i pochi che sanno, devo rilassarmi e non pensarci. Mi dite come si fa a non pensare a un figlio quando lo si desidera? C’è un modo? Un mantra, qualcosa? Ti deve capitare qualcosa di più terribile! Bè è successo pure questo, una brutta, subdola malattia a un famigliare!Ma l’idea, nonostante il doversi occupare di qualcosa di più urgente e terribile, è rimasta. Attaccata addosso, come una cozza. Ecco, a me mettimi fra le cozze, non fra le conchiglie!Ora mi sembra quasi che questo desiderio così pieno di luce ci stia portando nelle tenebre più oscure. Questo anno e mezzo che ci ha visto provare e riprovare ho paura che abbia messo un baratro fra me e Lui, proprio ora che si avvicina la nostra prima FIVET, mi sembra che non abbiamo più energie.Mi sono ritrovata a dirmi che un figlio non arriva perché veramente non lo desidero, per poi piangere di notte all’idea che non sarò mai madre. Ieri ho detto a mia madre che farò un’inseminazione e ho dovuto subire anche il dolore di sentirmi dire che i figli portano solo problemi, è meglio non averli. Io non sono stata un problema. Non lo sono stata! E lo so che me lo dice con la sua durezza perché ha paura che io ci soffra troppo, ma comunque preferisco il dolce entusiasmo di mio padre che mi chiede se ho bisogno di soldi e che sarà felice di diventare ancora nonno. E’ uno splendido nonno della figlia di mio fratello, non vedo l’ora che lo sia della mia.Mia nipote...mi sembra perfino di trascurarla per la paura che accresca il mio desiderio di avere figli, la mia bellissima nipotina di cinque anni, che un giorno nel bagno mentre faceva pipì mi ha guardata e mi ha detto: se fai un bambino un giorno me lo regali? Come farò a riempire il vuoto di non poter vedere crescere un bambino? Dove troverò la forza? Perché tra analisi, esami, visite, appuntamenti, attese, io purtroppo ho sempre di più la netta sensazione che non sarò mai madre.Poi vado dal mio ginecologo, che è anche un po’ analista, che mi guarda sereno e mi dice: è tutto a posto, stai tranquilla, o in maniera naturale o con un piccolo aiuto avrai il tuo bambino. Un giorno, presto rideremo di tutto questo! E allora mi ritrovo piena di forza, esco e cammino per strada con la testa alta avendo ancora fiducia e speranza...Si! Lo spero ancora, ma ho smesso di sognare! Ho smesso di immaginarmi il giorno e il modo in cui lo dirò a Lui, alle mie dolcissime amiche, ai miei genitori. Ho smesso di sognare il giorno in cui lo terrò per la prima volta fra le braccia...non bisognerebbe desiderarlo tanto un figlio, non è normale!E intanto il tempo non passa! E si che tra esami, visite, viaggi per non parlare del lavoro non sto mai ferma più di 15 minuti. Mi ero ripromessa di non leggere più “conchiglie” prima della fivet...oggi ho letto quella di Pia. Mi ha ferita a morte, e adesso tremo all’idea di non essere psicologicamente in grado non di sopportare tutto ciò ma di non essere minimamente pronta ad una sconfitta! Già perché la mia testa sa della bassa percentuale di probabilità che ho, lo legge, lo vede e legge di Pia...ma il cuore no! Lui no, e adesso è solo lui che comanda! Cuore e desiderio hanno preso il sopravvento e danzano a braccetto con la mia follia.Il 30 di marzo si parte con la FIVET...protocollo A! Si comincia. Non stavo nella pelle tornando da Firenze, si comincia! In un modo o in un altro NOI concepiremo...per 5 secondi, 10 minuti, un mese o tutta la vita ma per la prima volta “qualcosa” avrà vita da noi. Poi, ieri il risultato del AMH: <0,07. Sono diventata rossa di vergogna. Quel foglio in mano mi stava dicendo che non sono più in grado di produrre ovociti, che forse non avremo neppure quei 5 secondi, e io me ne stavo lì, sotto la pioggia, e l’unico sentimento che riuscivo a provare era la vergogna per questo mio corpo arido. Vado a casa, guardo Lui e gli dico: “l’analisi che mi mancava, quella che devo faxare al dottore sai, l’ormone antimulleriano...è un disastro”.Lui mi guarda come se avessi detto a uno negli anni Ottanta: ti mando il link di un sito dove c’è la foto della morfologica di Simone, figlio bellissimo di una splendida donna che tiene un blog su chi è alla ricerca di un figlio. E allora ci riprovo, con gli occhi che faticano a non far traboccare le lacrime: “non credo che questa cosa della fecondazione funzionerà! Non so nemmeno se partirà con un risultato del genere.” Lui mi abbraccia, in silenzio, come sempre. E io mi ripeto che sono già così tanto fortunata ad avere un uomo così.Poi però corro dal ginecologo, ho bisogno di un po’ di ottimismo! La sua faccia davanti al mio esame non è delle migliori, non sa cosa dire. Poi cerca di rassicurarmi: “ non è un esame attendibilissimo, per me non significa niente, hai un buon FSH al 3° giorno. Senti il centro e stai tranquilla”.STO TRANQUILLA....sto tranquilla...stotranquilla...stotranq...non dormo tutta la notte. Sento perfino le vampate di menopausa...abbiamo dimenticato i riscaldamenti accesi!!
APRILE 2013 – con Dolore.
Ieri pedalavo lungo la strada che unisce la città dove vivo alla città dove lavoro. 12 km di ciclabile lungo una spiaggia calda, deserta, silenziosa con un mare immenso che mentre pedalo mi culla e mi ricorda che splendido posto è quello in cui vivo per crescerci dei figli. Ieri ero fortunata, alla terza puntura di GONAL-F, nessun fastidio, nessun disagio. Io, la bici, il mare, la spiaggia e il sole sulla mia faccia. Ieri aspettavo con gioia il passare di questi giorni che mi separavano dal mio transfert. Ieri sarebbe andato tutto bene. Ieri ero già madre. Ieri.Oggi guardo fuori dalla mia camera da letto, fuori la vita scorre come ieri, come se non fosse successo niente. Oggi sto a letto e piango, non riesco a far altro. Lui ha pianto un po’ con me, tenendomi stretta, distesi sul nostro letto, in silenzio! Il suo caldo silenzio pieno di parole...Poi ha ripreso a vivere, Lui, spostando cose, avanti e indietro, studiando il suo strumento, venendo a vedere ogni tanto come me la passo. Io ho un po’ di pace solo quando mi addormento, per il resto ho solo lacrime e mal di testa. Oggi il mio estradiolo mi ha segnato un bel 14,8...sul range c’è scritto: menopausa. Oggi.La mia conchiglia è stata una meteora, ieri c’era, oggi il vento se l’è portata via...vuota.Dopo tre giorni colleziono un altro estradiolo a 16,4, da Firenze il dottore mi telefona e mi dice solo: “Signora non va, dobbiamo sospendere”. Ero più preparata, avevo già pianto tanto e imprecato contro tutti e mi ha fatto meno male. Volevo solo provarci...almeno una volta, ma non è vero, volevo riuscirci e basta, è questa la verità.Così sono passata da i miei cicli di 28 giorni puntualissimi come un orologio svizzero e da un’infertilità dovuta all’endometriosi a una diagnosi di POF e menopausa precoce. Io già ero terrorizzata al pensiero che mancavano una decina di anni alla menopausa...e invece. La vita non smette mai di sorprenderci, nel bene e purtroppo nel male.Questi due ultimi cicli sono infiniti... e vivo così anche la beffa di avere ritardi immensi di 10, 15 giorni. L’animo umano è proprio strano, anche quando sa che è il motivo che ti hanno diagnosticato la causa del tuo ritardo, non smette mai di sperare a un miracolo. Di miracolo mi è stato parlato...o di ovodonazione. Che però io ho già escluso. Non so perché, non sono una che ha mai avuto dei preconcetti su queste cose eppure il mio istinto mi dice di no. Favorevole all’adozione, ma non ci darebbero mai un figlio. Io precaria da una vita e Lui senza entrata fissa, mi sto ripetendo come un mantra che la vita andrà bene anche in due...non lo so se funzionerà, per ora sono come su un burrone, mi tremano le gambe se guardo avanti ma sento la Sua stretta forte e se respiro so di non dover aver paura. Il Dio a cui non credo a fatto in modo però che non finisse il mio amore per i bambini, per quelli delle mie amiche dolcissime che sono nati 8, 9 e 1 mese fa e per quel diavoletto di mia nipote che fra tre giorni farà sei anni. E’ proprio strano quanto la gente abbia da dire la sua su ogni situazione. Tu Nina devi ascoltare racconti del terrore sul parto (a proposito la mia amica ha partorito la prima bimba 8 mesi fa in un’ora, senza nessuna complicanza!!! Tiè), e io prima le domande sul perché non avessi figli, e ora quando ho il coraggio di rispondere a testa alta che non posso averne ho veramente sentito di tutto. Se una donna di quasi 40 anni ti guarda negli occhi (e non puoi non vederne il dolore) e ti dice che non lo ha scelto lei di non avere figli, non sarebbe più facile accogliere il dolore di quella donna e BASTA? Basterebbe uno sguardo, un abbraccio...un po’ di santo ASCOLTO IN SILENZIO, ma tutti hanno la loro da dire...
GIUGNO 2013 – con Apatia.
Ho smesso di vivere, mi sentivo forte e combattiva nonostante tutto. Ma poi mi sono accorta che ho smesso di vivere veramente. Non rido più. Non faccio più l’amore. Non dormoNon esco, non mangio, non sento nulla.Non mi interessa il mio lavoroNon mi frega più niente di quello di LuiNon vedo mia nipoteNon ho voglia di stare al telefono, di vedere amiciProvo gioia solo quando ‘una come me’, come noi, ce la fa.Come La Presuntuosa...ho ballato quel giorno quando ho letto delle sue beta!L’ho detto a Lui l’altra sera, Lui che in questi mesi si è messo in un angolo e mi scruta come se fossi un animale diverso da quello che conosce. Gli ho detto che sono infelice, che ho paura che questa vita non mi basti, che questa casa con solo noi due dentro mi uccida. Gli ho detto che io non ho niente, che un figlio sarebbe stato il mio tempo, il mio risarcimento per questa vita difficile, per la mia famiglia difficile. Gli ho detto che ho tutto invece, perché ho lui, ho noi. Ho tutto e per questo ci meritiamo di crescere un figlio.Gli ho detto che ho bisogno di perdermi in qualcun altro perché se mi concentro solo su di me non mi piacerà quello che vedrò. Gli ho detto con RABBIA e PRESUNZIONE e le lacrime agli occhi che ho troppe cose belle da dare a un figlio! – Non vuoi prenderti cura di me? Mi ha detto Lui, guardandomi con i suoi occhi furbi. - No, gli ho risposto. Ho pensato: adesso mi lascia, adesso mi dice che è stanco, di prendere le mie cose e di andarmene...e non avevo paura nemmeno di questo.Si è fatto serio, si è messo comodo: -Non lo so, io ci ho pensato poco. Dal punto di vista fisico non ci trovo niente di strano. Quali siano i risvolti psicologici, non posso saperlo. Per me comunque NOI DUE possiamo farcela.-A lasciarci?-Ad affrontare un’ovodonazione scema! Ne abbiamo parlato tutta la notte, senza arrivare a una soluzione. Abbiamo sondato ogni aspetto, fino ad arrivare un po’ scherzando e un po’ no, a chiederci: e se la donatrice fosse brutta? E se fosse stupida? Abbiamo spostato la decisione a metà luglio, quando avrò il colloquio per la fivet che avevo prenotato un anno e mezzo fa. Se ci diranno che non possiamo neanche provare a farla, prenderemo una decisione.
MARZO 2014 – senza Speranza.
Cara Nina, sei tornata in rete e con grande piacere io ho ripreso a leggerti. Un anno fa ti scrivevo, tu eri in attesa...io alla partenza con la mia prima fivet. Che buffo è passato un anno. Un anno esatto. Un anno fa cominciavo la mia prima FIVET piena di speranze, senza paura. Come sempre, senza la minima paura delle conseguenze. Pensavo: vincerò io, ne farò anche 50 ma alla fine vincerò io. Ho perso...non lo so chi ha vinto, ma io ho perso. Un anno fa...mi sembra un secolo! Nel mezzo tre fivet. Il medico di Reggio Emilia che ci doveva visitare a Luglio ci ha comunque consigliato di provarci...che non si sa mai. Intanto il mio fsh è salito a 20 e io ho cominciato ad avere le prime vampate di menopausa. E’ stato un incubo la scorsa estate, il caldo, le vampate...l’attesa di settembre per la seconda fivet. Ero preparata alla sconfitta, ma cambiamo terapia e cominciamo subito d’urto con 450ui di meropur. Faccio i monitoraggi a Reggio Emilia, a 250 km da casa nostra. Ci alziamo alle 3.30 e partiamo un giorno si e uno no per una settimana...ma arrivo al pick-up e ci sembra un sogno. Solo due follicoli, ma crescono insieme e siamo speranzosi...ci dicono che sta andando tutto bene. Il giorno del ricovero sembriamo due ragazzini, ci mandiamo messaggi dalla stanza del prelievo alla mia camera, faccio il pick-up...non sento niente, torno stordita dalla sedazione...non faccio che sorridere. Siamo innamorati come non mai, ci sentiamo forti e quando la biologa ci dice che hanno recuperato due ovociti, ci abbracciamo come se ci avessero detto che aspettavamo due gemelli. Due giorni dopo siamo ancora lì per il transfert, il PRIMO TRANSFERT, nel corridoio davanti alla sala operatoria. Ci hanno dato appuntamento alle 9, siamo puntuali ma io salgo senza di lui che cerca parcheggio. La biologa sta già chiamando le coppie. Chiama il mio numero...sono sola, Lui non c’è. Non lo so cosa mi dice, io ho solo sentito MI DISPIACE...il resto è un rumore sordo, dentro la testa...sono uno zombi, sono morta, non sono una donna, sono un corpo arido e vuoto. Vedo lui, sale le scale a due a due, con la mia borsa in mano. Mi vede, sorride, i suoi occhi si illuminano come quando ci siamo guardati la prima volta. Mi ama ancora...nonostante tutto, nonostante me.Capisce subito, il suo viso diventa una maschera di cera e io ho paura per lui...il mio dolore lo sopporto, il suo mi fa paura.Nessuna fecondazione, i miei ovociti sono senza vita, non attraggono gli spermatozoi. Il dottore mi dice che se voglio possiamo ritentare, così per non lasciare nulla di intentato. Prendiamo appuntamento per gennaio 2014 ma io non voglio più saperne niente, il dolore è troppo grande. A casa piango tutte le lacrime del mondo.I mesi che seguono sono stati i più difficili della mia vita. Il lavoro mi opprime ma mi salva la vita, lavoro 12 ore al giorno, senza mai fermarmi, solo per dormire. Ma dormo poco in realtà. La pre-menopausa, la mia almeno, è una brutta bestia: la depressione, lo sconforto, faccio i conti con un corpo che non sento più. Non ho più desiderio sessuale, non sento niente le poche volte in cui facciamo l’amore. Gennaio si avvicina e io non so cosa fare. Lui continua a dirmi che no, non ne vale la pena, che non vuole vedermi più soffrire così...ma io mi sento un fantasma. Prendo appuntamento con il ginecologo di Reggio all’ultimo momento, e da allora ricomincio a vivere. Ho di nuovo un piano, un protocollo, sono di nuovo viva. Mi sento viva solo se lotto per il mio bambino!!Cominciamo cattivi: 600ui di meropur al giorno. Smaltisco gli ormoni come bevessi latte, non sento niente, non cresco di un grammo, non ho sbalzi di umore. Ma solo per un unico motivo: su di me non hanno effetto. Dopo sedici giorni di stimolazione da cavallo, ho tre follicoli, la mia ovaia sinistra mi ha abbandonata del tutto. Il piano questa volta è una ICSI, lo spermatozoo glielo mettiamo dentro così non ci sono dubbi!! Faccio monitoraggi e pick-up in un momento lavorativo sbagliato, sono sempre di corsa, uno spettacolo teatrale dietro l’altro. La sera sono a teatro fino tardi la mattina parto all’alba per Reggio Emilia...ma sono un leone, sono tosta come mi dice sempre la mia “compagna di viaggio”. Già, io introversa e musona, (Lui dice al limite dall’asocialità) in questo percorso conosco una dolce mamma che è lì per provare a dare un fratellino o sorellina al suo piccolo avuto qualche anno prima con la PMA ed è ‘amore’ a prima vista. Lei mi abborda nel caffè dell’ospedale e io mi lascio conquistare dalla sua leggerezza nell’affrontare tutto ciò. Facciamo tutto insieme, monitoraggi, pick-up...il transfer no, io non ci arrivo nemmeno questa volta. Nessuna fecondazione. NON HO MAI AVUTO LA SENSAZIONE DI ASPETTARE UN BAMBINO, non l’avrò mai. Il medico mi redige un referto, non posso più ritentare la fivet. Pericolosa e inutile per il risultato ottenuto finora. HO CHIUSO...lei, la mia compagna di fivet mi chiama quando le sue beta danno un bel positivo...e io sono felice. Vado a casa e dopo giorni depressi apro la porta di casa e dico a Lui che Lei è incinta e rido e ballo e lo abbraccio. Lui si commuove, gli chiedo perché, mi dice che è felice che io sia capace di essere felice per una notizia così.E’ passato un mese, poco più. Non ho mai avuto paura di niente. Nemmeno della pma. Ho paura, adesso, di non conoscere mai la vita fino in fondo. Di non sapere che cos’è la felicità.Devo prendere tempo e dare tempo al mio corpo di rendersi conto che non nascerà niente da me, è una realtà...non è più un dubbio, un’angoscia, una possibilità. E’ la realtà. Sono senza speranza... ed è la cosa più terribile che possa accadere.So, perché sono convinta che sarà così, che l’animo umano, almeno il mio, saprà riformattarsi e trovare la via per la serenità...devo dargli tempo, ma intanto la paura mi toglie il respiro. Ho un nodo alla gola che non se ne va mai. Non mi lascia mai. E ho paura di quello che sarò da vecchia, senza una parte di me sparsa nel mondo. Ho visto uno spettacolo teatrale UNICO l’altra sera. Ne vedo moltissimi per lavoro, ma questo se vi capita nella vostra città andate a vederlo: LE SORELLE MACALUSO di Emma Dante. Parla di vita, di morte, della non differenza fra le due cose. E’ uno spettacolo perfetto, emotivamente e tecnicamente. Poi, quando i genitori morti delle sorelle appaiono in scena danzando e lontano le voci delle figlie che sussurrano...ti ricordi come era bella mamma, come si amavano i nostri genitori...io ho lasciato scorrere le uniche lacrime versate per la mia terza fivet. Non ci sarà, amore mio, chi ricorderà come ti brillavano gli occhi quando mi guardavi...IN ME NON C’E’ FUTURO.Mercoledì prima di addormentarmi ho letto il tuo post...quello sulla vecchina della farmacia. L’angoscia ha preso il sopravvento, la paura si è trasformata in terrore e io non sono più riuscita ad avere il controllo su me stessa. Credo di aver avuto un attacco di panico, Lui lo aspettava, avevo reagito troppo bene. La notte insonne, quella vecchina sono io. Io senza figli, fra trent’anni, ancora sofferente. Ma la notte è passata, insonne ma se ne è andata, il terrore ha fatto posto alla rabbia...se la vecchina fosse giovane ai giorni nostri avrebbe avuto la possibilità della PMA, ma io non ce l’ho. Ho fatto la fivet senza pensarci, tre volte contro il parere di tutti i medici che mi hanno rivoltato come un calzino in questo anno. Io non ho scelta, come la vecchina...e sono arrabbiata! Poi ho pensato, tu Nina mi hai fatto pensare, tu e le altre donne meravigliose che popolano questo dannato mondo diversamente fertile e allora ho capito: non sono la vecchina, io sono Nina davanti allo specchio, io sono Nina e posso scegliere. Io ho l’ovodonazione, io ho la scienza. Io sono Nina, magari sceglierò di no, l’ovodonazione no, capirò che non ho la forza meravigliosa di Sfolli. Ma posso scegliere.Continuo a leggere i vostri blog e i vostri commenti, mi sento ancora vicina a voi, anche se non sono più una cercatrice. Sono felice quando le cose vanno bene, soffro con ognuna di voi, quando vanno male. Ho ‘conosciuto’ donne meravigliose, di cui fatico a fare a meno... Anna, Sfolli, la Presuntuosa, Eva dall’altra parte del mondo alla cui vita mi sono aggrappata per non affogare, tu dolcissima Nina e tutte Voi...La PMA è un po’ una droga...io vorrei tanto poterla tentare ancora...Ciò che ad oggi sopporto poco e spererei che nessuno lo commentasse qui è quando mi dicono o leggo: la vita non è solo un figlio, si può e si deve essere prima di tutto felici con se stessi, per se stessi. Allora a parte che io questa fissa che ognuno di noi è il centro dell’universo e deve trovare la sua strada per la felicità la trovo un po’ una cagata. Io penso che siamo al mondo per servire a qualche cosa, siamo al mondo per qualcosa di più grande, per un disegno migliore di noi stessi e del nostro egocentrismo. Poi io ho una vita normale al di là della mia sofferenza per l’infertilità ce l’ho. Devo desiderare qualcosa che ho? Ho un compagno che amo e che stimo moltissimo. Ho delle amiche fantastiche che sono la mia famiglia...coi loro figli, i loro compagni, le loro solitudini. Hanno compensato la mia famiglia di origine, un po’ difficile, diciamolo. Ho un lavoro stimolante, con colleghe meravigliose, precario è vero machissenefrega, non mi sono mai alzata un giorno in dieci anni senza aver voglia di andare a lavorare! Ma non ho niente da cercare dentro di me, sono quello che sono e mi piace anche se so che posso sempre migliorare, è questo il bello della vita. Ma sono triste e sono incazzata nera perché non sono madre, perché volevo dei figli, perché volevo dare al mio compagno una parte di me, perché volevo una parte di lui. Che figlio che sarebbe stato! Ecco, è così disumano? Generalmente chi mi dice così ha figli, io lo so ma lo chiedo sempre per vedere la risposta. 99% delle volte la risposta è: SI, CERTO.Non si, ma si, certo! Certo, è quel certo che fa la differenza... Perché avere figli è la cosa più ovvia e scontata del mondo... perché io certo NO non ne ho e non posso averne!Un giorno ho letto un brano, di uno scrittore Bulgaro mi pare. Un giorno in cui non pensavo che potessi essere infertile, ma quelle parole mi toccarono e forse ora so perché: “Le cose che abbiamo voluto e non abbiamo avuto si materializzano come fantasmi. Sono i nostri demoni.” Ecco io a questo credo molto, credo che le cose che non accadono e che potevano essere ci restano dentro, indelebili. Le cose che non sono successe potevano cambiarci, potevano farci soffrire, ma anche farci felici, farci crescere...io non lo saprò mai che madre avrei potuto essere.
APRILE 2014 – .........
Oggi mi è arrivata la tua mail Nina, la mail in cui mi chiedevi di aggiornare la mia conchiglia.Dall’inizio non la rileggevo da tanto tempo, la mia vita si divide in due: con la speranza prima e senza speranza dopo. La certezza di un’infertilità totale è stata devastante per una come me. Volevo lottare e invece si è spento tutto. Oggi sono sospesa, ho messo in stand by la mia vita, la mia splendida relazione che ho paura non se la caverà. Sono piena di rabbia e sono arrabbiata anche con Lui. E’ assurdo quanto siamo stati vicini nella lotta e quanto ora il dolore ci separi. Io mi sento un’automa e non sopporto il suo essere tornato alla vita. Ma forse non è giusto nemmeno giudicare come l’altro affronti il proprio dolore.Spero solo di non diventare troppo acida. L’atro giorno dal mio ginecologo era un tripudio di donne incinte, di coppie che si tenevano per mano e si sorridevano...io ho desiderato non essere lì. Non mi era mai successo prima...era troppo tempo che non andavo da un ginecologo per parlare di un piano per la mia gravidanza, quel giorno ero lì solo per il pap-test e per avere qualcosa che attenui le vampate. Mi sono sentita morire. Così attendo giorni migliori, aspetto che il dolore si plachi e spero che nel frattempo non faccia terra bruciata intorno a me.Tralasciando infine TUTTE le immense fesserie che in questi anni ho dovuto sentire da tanta gente quando viene a conoscenza del mio dolore, purtroppo anche dalle persone che amo e che so che mi amano...come continuamente immagino tutte noi abbiamo dovuto subire (ho scoperto che non è facile accogliere il dolore altrui), vi lascio con ciò che una persona splendida a cui la vita ha tolto prestissimo il suo grande amore, al fallimento della mia prima fivet, con la più grande delicatezza del mondo, mi disse:Pensa a quante cose meravigliose la vita ha ancora da offrirti. 

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