Perciò non aggiungo altro, visto che Igui è stata minuziosa e dettagliata.
Sono certa che vi emozionerà tanto, così come è stato per me la prima volta.
postilla: perdonate l'impaginazione che sembra non essere molto curata, ma quando sono testi così lunghi non ho proprio modo di metterci mano e così pubblico esattamente come mi arriva, senza adattarlo alla formattazione del blog. Ma tanto la qualità la fate voi :)
ciao Nina, sicuramente con l'arrivo di Simone il tuo tempo sarà sempre di meno...ma sarà un tempo speso bene...un tempo che anch'io vorrei avere.mi chiamo Irene e sono venuta a conoscenza del tuo blog in un momento piuttosto particolare...quindi ho subito pensato che non era un caso quello di averti trovata.stavo per sottopormi alla mia prima fivet e mentre cercavo in rete delle informazioni riguardo a tutta la procedura...ecco che è saltata fuori quella frase "E voi?Figli niente?quante volte me la sono sentita ripetere in questi anni...forse troppe...ho bisogno di te...ho bisogno di essere compresa...ti prego dimmi che ci sei...che hai voglia di ascoltarmi...in attesa di una tua risposta vi abbraccio a tutti e tre... ciao
11 ottobre 2013
Ciao Nina,non so davvero da dove iniziare, perché sono tante le cose che ti vorrei dire…ma proprio tante…inizierò dicendoti GRAZIE…so che te lo sarai sentita dire un milione di volte…ma credimi te li meriti tutti questi “Grazie”…non solo per il tuo blog, con il quale hai dato a milioni di donne come te…come me…come noi…la possibilità e la consapevolezza di non sentirsi più sole e diverse…di non sentirsi più “donne a metà”. Il mio Grazie è soprattutto a te…alla donna meravigliosa che sei…a quello che sei riuscita a trasmettermi anche solo con una semplice foto…con una piccola frase…con le tue parole mi hai scaldato il cuore…hai reso i miei pensieri leggeri…mi hai dato la forza per affrontare i momenti difficili e dolorosi…per tutto questo CARA NINA…GRAZIE dal profondo del mio cuore.Sono venuta a conoscenza del tuo blog in maniera davvero casuale (nella mia vita sono sempre stata convinta che le cose non accadano mai per caso…) e in un momento particolare della mia esistenza. Venivo da due IUI andate male (in realtà tre…ma la prima la considero poco visto che è stata eseguita su ciclo spontaneo):la prima fatta a fine maggio 2012 e la seconda a ottobre 2012!!!In quel periodo per me così particolare ho deciso di prendere carta e penna e scrivere…perché nella scrittura, fin da bambina, ho sempre visto una forma di sfogo…quando si trattava di dover esprimere i mie sentimenti…le mie sensazioni…preferivo scrivere piuttosto che parlare… e con questa frase ho dato iniziato alla mia ”narrazione”: PERCHE’ HO DECISO DI RACCONTARE LA “NOSTRA STORIA”? PERCHE’ ALTRE PERSONE “COME NOI” NON SI SENTANO SOLE…E PERCHE’ QUELLE “DIVERSE DA NOI” POSSANO COMPRENDERE (…si cara Nina, purtroppo la comprensione da parte degli altri mi è mancata tante e tante volte).Ma prima di parlarti della “mia Fivet”…vorrei un attimo tornare indietro per raccontarti qualcosa in più di me e della mia vita.Sono cresciuta in una famiglia meravigliosa…molto unita…formata da mio padre, mia madre e due sorelle poco più grandi di me. Purtroppo la serenità della mia famiglia è stata turbata dalla scoperta improvvisa della malattia di mio padre, quando io avevo appena cinque anni. È stato un fulmine a ciel sereno…ma siamo cmq andati avanti sempre insieme e uniti più che mai…tutt’ora la situazione non è semplice ma ci facciamo forza a vicenda e continuiamo ad andare avanti. Ti ho raccontato questo perché mio padre…la sua malattia…il mio forte legame con lui…hanno avuto un peso fondamentale durante questo mio cammino verso la PMA.Ora credo che sia arrivato il momento di raccontarti della mia “conchiglia”…Io e mio marito ci conosciamo da quando avevamo 16 anni…lui bello come il sole ed io che pensavo che non mi avrebbe mai e poi mai notata…chi l’avrebbe mai detto che sarebbe stato l’uomo della mia vita (sinceramente in fondo al mio cuore l’ho sempre saputo e sperato), dopo una piccola storiella tra adolescenti ci siamo ritrovati dopo quasi dieci anni… e dopo sette di fidanzamento abbiamo deciso di sposarci. Era il 19 settembre del 2009… tutto avremmo immaginato, ma mai e poi mai avremmo pensato che sarebbe stato così difficile e doloroso poter realizzare il nostro più grande desiderio…quello di diventare un giorno PAPA’ E MAMMA. Il primo anno di matrimonio stavamo “attenti”, perché vivevamo un momento particolare, lavorativamente parlando…e in quel momento un figlio avrebbe potuto complicare ulteriormente la situazione…ma solo ora mi chiedo “un figlio cosa avrebbe potuto complicare?”…maledetta la Ragione…a volte è proprio il pensare troppo che “complica” le cose.Ecco che dopo un anno arriva il momento di pensare realmente a mettere su famiglia e chissà perché, fin da subito ho inizio a domandarmi che bisognava sapere se “tutto era a posto” per poter concepire un figlio. Ecco allora che inizio ad attivarmi per capire quali sono le cose da fare. Ma allora, ignoravo che sarei così entrate in un vortice dal quale non avrei più trovato una via d’uscita…perché tutto diventa un avvicendarsi di esami su esami ( e credimi cara Nina abbiamo fatto tutto quello che c’era da fare…ma davvero tutto…non mi sono fatta mancare proprio nulla)…di risultati su risultati…che danno tutti esito positivo…non c’è nessuna causa…non c’è nulla che non vada dentro di noi…e tutto questo non fa che aumentare le speranze…tutto gira intorno alla frase “è solo questione di tempo…non bisogna pensarci…prima o poi questo bambino arriverà”. Ma il tempo passa e non arriva. Allora inizi davvero a considerare che ci deve essere “per forza” qualcosa che non va…se tutto è apposto…se tutto va bene…perché non riesco a rimanere incinta?Non può essere solo una questione psicologica (…quanto ho odiato ed odio questa parola…tutti a ripeterti continuamente che sei troppo stressata…che ti sei fissata…che è solo un problema psicologico…che quando meno te lo aspetti succederà).Ma nonostante tutto, non voglio aspettare perché nella mia testa gira sempre e solo lo stesso pensiero “gli anni passano” ed io non voglio diventare madre a quarant’anni…brutto da dire…lo so…ma purtroppo questo è uno dei miei limiti. Non giudico le donne che decidono di diventare madri anche in età “matura”…anzi le ammiro…ma è qualcosa che non fa parte di me…del mio modo di pensare. Semplicemente perché non sono per l’accanimento terapeutico…perché credo che nella vita bisogna porsi dei limiti…per salvaguardare se stessi…per non cadere nel buio più totale.Perché durante questo lungo cammino ho rischiato di perdermi veramente come persona…come Donna…come moglie…di voler perdere il mio matrimonio…ho pensato e detto le cose più assurde…ho pensato di essere io in difetto… e che quindi era giusto per mio marito farmi da parte…fargli vivere la gioia della paternità senza di me…che per amore avrei dovuto rinunciare a lui…al nostro matrimonio. Pensavo di poter risolvere tutto così…che tutto quello che pensavo fosse normale…non era affatto così…perché l’unica cosa che avrei ottenuto era quella di perdere per sempre l’unica meraviglia che la vita mi avesse donato. Fortunatamente lui è stato più forte di me, nonostante tutto mi è sempre stato accanto…mi ha sempre sostenuta…mi ha continuamente ripetuto che io e lui siamo cmq una famiglia…che lui desidera dei figli si…ma li desidera con me e che avremmo fatto di tutto per averli…ma senza mai perderci. Perché prima di tutto ci siamo io e lui…noi due…questa è sempre stata la nostra più grande forza.Capire tutto questo non è stato semplice…mi hanno aiutato molto anche i colloqui con la psicologa del centro al quale ci siamo rivolti…è stata una sorta di liberazione da tutte le mie paure…da tutte quelle ansie che non mi permettevano di vivere tutto con la serenità necessaria. Ecco che torna in gioco la malattia di mio padre e il mio rapporto con lui. Fin da bambina sono sempre stata molto legata a lui e con l’avvento della malattia il mio legame nei suoi confronti è diventato quasi morboso. Mi sono sempre sentita in dovere di proteggerlo…di essere sempre presente…e tutto questo ha portato al sorgere di un continuo senso di colpa, a tal punto che se passava un solo giorno e non ero vicino a lui mi sentivo terribilmente in colpa…ricordo ancora la frase della psicologa…quella frase che mi ha dato la possibilità di comprendere me stessa e la situazione che stavo attraversando:”Anche se ti sei sposata e stai costruendo la tua famiglia…sei ancora tanto figlia… inconsciamente hai paura che un domani, l’arrivo di un figlio possa togliere del tempo a tuo padre…che tu non possa più dedicarti a lui come fai adesso e questo ti condiziona…”. Ricordo solo che piangevo come non mai nella mia vita…perché quella persona che mi aveva visto solo due volte…stava leggendo dentro di me…riusciva a vedere e sentire la mia anima. Con questo non voglio dire che il rapporto con mio padre sia cambiato…perché credo che nella vita “non si smetta di essere figli…mai”, ma ho preso consapevolezza che la situazione andava vissuta diversamente.Così arriva il momento di dover affrontare la nostra prima fivet. Nonostante il parere non del tutto positivo dei medici (sia per la giovane età che per la mancanza di cause evidenti di sterilità) decido di andare avanti...perché l’unica cosa che non si conosce per il momento è la natura dei miei ovociti e la fivet è l’unico modo per venirne a conoscenza. Ecco che inizia il nostro cammino verso quella strada che speriamo ci porti alla realizzazione del nostro più grande sogno. Dire tutto quello che ho provato durante quel mese di preparazione e di cure sarebbe troppo lungo…perché i sentimenti…le sensazioni…gli stati d’animo sono state così tante e diverse che non basterebbe una vita intera ( e poi sono tutte cose che ti conosci bene). È stato un susseguirsi di alti e bassi…di giornate in cui mi sentivo forte e sicura…e di altre in cui mi sentivo la persona più fragile e sfiduciata del mondo…in cui la negatività prendeva il sopravvento…ma cercavo di farmi forza e di ripetere a me stessa che tutta quella sofferenza, che tutte quelle lacrime, che tutto quel dolore sarebbero stati ripagati dalla gioia più grande.Tutto procedeva al meglio, le cure stavano dando l’esito sperato (i follicoli erano tanti e delle dimensioni giuste)…si arriva così al giorno del primo ricovero…del prelievo degli ovociti. Quanta paura…il mio unico pensiero andava al momento del risveglio…al momento in cui avrei capito dallo sguardo di mio marito se era andato tutto bene…se i miei ovociti erano buoni. Beh così è stato…erano perfettamente idonei…ora si trattava solo di dover aspettare che gli “spermini” di mio marito e i miei “ovetti” avrebbero fatto il loro dovere…si sarebbero uniti per sempre in quel misterioso processo chiamato fecondazione. Sono passati ben cinque giorni dal “loro incontro” e questo voleva dire solo una cosa…che i nostri piccoli embrioni erano forti…erano sopravvissuti…fino a diventare dei meravigliosi blastocisti. Eravamo felici e soddisfatti.Ero pronta per accogliere dentro di me quella nuova vita…Sono stati i 12 giorni più lunghi della mia vita…i pensieri erano infiniti…le paure erano sempre le stesse…chissà se quel piccolo esserino aveva deciso di rimare con me…con noi. Cercavo di ascoltare ogni segnale che il mio corpo decideva di donarmi…con la speranza che fosse quello giusto. Ma due giorni prima di sottopormi al prelievo del sangue , ecco che il mio corpo mi dà l’unico segnale che non avrei mai voluto avere…l’inizio di quelle che sarebbero dovute essere le malefiche rosse. Ecco che inizia la rassegnazione più totale…tanto da decidere di non andare neanche a fare la beta…tanto dicevo tra me e me…”a che serve…è tutto talmente chiaro…è andata male”. Ma mi viene detto chiaramente che devo cmq farli…per eliminare qualsiasi dubbio. Ci vado…ma dico a mio marito che dovrà essere lui ad andare a ritirare il risultato…voglio che sia lui a comunicarmelo e non un estraneo…fa meno male. Cara Nina quello è stato il giorno più bello della mia vita!!! Vedere gli occhi lucidi di mio marito mentre mi comunica che l’esito è positivo (307)…io che mi stringo forte a lui…in quell’abbraccio eravamo una cosa sola…non so dirti quanto abbiamo pianto e riso contemporaneamente…so solo che avrei voluto che quel momento non finisse mai. La prima persona a cui l’ho detto? Ovviamente mio padre: “Papà sono incinta!!!” Che sensazione meravigliosa si prova nel pronunciare quella parola così carica di emozioni…niente e nessuno avrebbe potuto rovinare quel momento unico. Ed invece, qualcosa scatta dentro di me…una sensazione non piacevole avvolge il mio corpo e una domanda rimbomba nella mia mente: “Ma se sono incinta, perché quelle macchie?”…non riuscivo a gioire fino in fondo di quell’esito positivo e non avevo torto. Nei giorni successivi continuo ad avere perdite e dolori…dolori mai provati prima…non si prospetta nulla di buono…tutto fa pensare a minacce di aborto…ad una gravidanza che sta per arrestarsi…ma dentro di me continuo a sperare. L’unica cosa da fare è quella di continuare con i medicinali e tenere sotto controllo la beta. Ecco che arriva la parte più assurda e surreale di tutta la situazione. Il risultato della seconda beta. Il risultato viene comunicato sempre a mio marito che appena torna a casa mi stringe forte a sé e mi dice: “Mi dispiace amore ma la beta è diminuita…la gravidanza sta per interrompersi gradualmente!!!” E’ stato un colpo durissimo…è stata una realtà troppo dura da affrontare…per tutto il resto della giornata siamo rimasti abbracciati sul divano senza parlare…non c’erano parole per esprimere quello che stavamo provando in quel momento. Ma nonostante quella brutta notizia non riuscivo a piangere (molto strano per una emotiva e catastrofica come me),perché sentivo che il mio piccolino era ancora lì…dentro di me…non mi aveva lasciata. Poteva trattarsi solo di una mia fissazione… forse l’unico modo che avevo in quel momento di non accettare la cosa…quindi me ne stavo in silenzio…non volevo fare ulteriormente del male a mio marito…non avrebbe avuto senso. Ecco che squilla il telefono…erano dal laboratorio…non sapevano come fosse potuta succedere una cosa del genere ma avevano sbagliato a comunicarci il risultato…LA BETA ERA AUMENTATA…era proprio così…la mia sensazione non era sbagliata…lui era ancora lì dentro di me…questo confermava le parole della biologa al momento del transfert…”Signora deve ritenersi soddisfatta…stiamo per trasferirle una blastociste bella e forte!!!”Non riuscivo a crederci…non riuscivo ad essere arrabbiata per quell’errore…sì mi avevano tolto dieci anni di vita…ma chi se ne fregava… per assurdo ero molto contenta di quel malinteso… mi avevano regalato la gioia di sperare ancora.Da quel giorno sembrava che le cose dovessero andare solo per il verso giusto…giorno per giorno le perdite e i dolori diminuiscono…la beta continua ad aumentare proprio in maniera giusta…la gravidanza va avanti…il nostro piccolo guerriero è più forte che mai.Cosi vivo quei giorni come i più belli della mia vita…finalmente aspettiamo il nostro bambino!!!Arriva il giorno tanto atteso…la prima ecografia… forse non sentiremo il suo cuoricino perché potrebbe essere troppo presto…ma potremmo vedere per la prima volta il nostro piccolo tesoro. Quanta emozione… finalmente nella sala di attesa di uno studio ginecologico non più alla ricerca di qualcosa da capire…ma alla ricerca della prima immagine di colui che avremmo amato infinitamente.Un immagine che non abbiamo avuto la possibilità di vedere neanche per una sola volta…nessuna presenza di camera gestazionale all’interno dell’utero…niente di niente…ecco che arriva quella parola tanto temuta “gravidanza extrauterina”. Ma com’è possibile? Non può essere…l’embrione mi è stato trasferito direttamente in utero…com’è possibile che abbia fatto il percorso all’inverso? Sono casi molto rari in seguito ad una fivet…solo il 2% delle probabilità…non è possibile che sia capitato proprio a me!!!Queste erano le uniche domande che ruotavano nella mia testa in quei brevi istanti…il dott. parlava ed io mi sentivo sospesa…come se stessi assistendo al momento drammatico di un'altra donna…quella donna non potevo essere io…la vita non poteva e non doveva punirmi in quel modo…non meritavo tutto quel dolore… meritavamo solo un pò di felicità. Ecco che quello che doveva essere uno dei giorni più belli della nostra vita si è trasformato nel peggiore degli incubi. L’unica cosa da fare era ricoverarmi d’urgenza per evitare il più possibile dei danni irreversibili…ma non volevo…non avrei mai e poi mai rinunciato a quel bambino…in quel momento non ero affatto lucida…non riuscivo a capire la gravità della situazione…riuscivo solo a pensare che non volevo vivere senza di lui.Sono stati attimi terribili…dolorosi…ma sopportata dall’amore delle persone che mi circondano…ho dovuto affrontare il tutto con lucidità…adesso dovevo solo pensare a me…alla mia vita.Quei giorni in ospedale sono stati indescrivibili…mentre la vita dentro di me doveva finire in un modo o nell’altro…tutto intorno a me era un continuo venire alla luce…sentire il pianto di quelle nuove vite…vedere la gioia sul volto di quelle madri…ho rischiato di impazzire ma nel vero senso della parola…e quando nessuno mi vedeva e sentiva piangevo…piangevo tenendo stretto a me ancora per un po’ quel piccolo che per un motivo o per un altro aveva deciso di prendere un’altra strada…aveva deciso di non rimanere con me…non era stato poi così forte come mi avevano detto. E invece lo era stato…fino alla fine…non mi ha lasciata…sono stata io a doverlo allontanare da me…la beta invece di diminuire…continuava ad aumentare…mi avrebbero dovuto operare per eliminare quella gravidanza formatasi in maniera sbagliata. E così è stato…ancora oggi non riesco a perdonarmelo…a farmene una ragione…tutti continuano a ripetermi di vedere i lati positivi: l’embrione si è impiantato…non ho dovuto subire l’asportazione della tuba…poteva andarmi molto peggio. È tutto vero…ma rimane il fatto che non ho più il mio bambino!!! Per me, anche se ero di soli due mesi, quella gravidanza era tutto…era la realizzazione di un sogno…quella vita che ho sentito dentro era Tanto…era TUTTO!!!Anche se sono passati sei mesi dal giorno dell’intervento…non c’è un solo attimo che io non pensi a lui…a come sarebbe stata la mia vita se le cose fossero andate diversamente…ho immaginato il mio pancione…ho immaginato i suoi primi movimenti…ho immaginato tutto quello che avrei provato in tutti questi mesi…al momento in cui sarebbe dovuto nascere… a novembre avrei potuto stringere tra le braccia il mio bambino…invece ogni volta che guardo quelle cicatrici sulla mia pancia la realtà si fa sempre più dura e dolorosa.Cerco di farmi forza…di andare avanti…anche se non è affatto semplice…alterno giorni positivi in cui cerco di guardare avanti a giorni, invece, in cui vorrei chiudere gli occhi e far finta che non sia successo nulla.E adesso che ho deciso di riprovare (ci sono due “piccoli guerrieri” che mi aspettano)…tutti i brutti ricordi…quelli più dolorosi si sono fatti più forti nella mia mente…la paura che tutto possa ricapitare è troppo pesante…ma devo superare tutto questo…lo devo a “loro” che sono lì e che hanno tutto il diritto di avere una possibilità…lo devo a me… a noi…che abbiamo ancora la voglia di sperare che qualcosa di meraviglioso accada…
C’è una cosa che vorrei confidarti…una cosa che ho detto a poche persone…ho sempre sentito la sua presenza in quei due mesi…mentre stavo sdraiata sul divano sentivo un pulsare…ma la cosa strana che lo avvertivo solo a sx…infatti l’esito dell’intervento ha confermato che l’embrione si era impiantato nella tuba sx…ed io tutt’oggi sono convinta che quel pulsare era il suo cuore…
12 ottobre 2013Cara Nina...ti ringrazio davvero per le tue parole...in questo momento ho davvero bisogno della vicinanza di una persona che possa comprendermi...che possa comprendere quello che provo...è tu sei l'unica che possa farlo...adesso spero davvero che le cose vadano per il verso giusto anche se non ti nascondo che la paura che possa succedere di nuovo è tanta...ma non smetto di sperare...un abbraccio...Irene15 ottobre 2013cara Nina, questi sono giorni carichi di ansia...lunedì ho appuntamento al centro per stabilire quando fissare l'appuntamento per sottopormi al transfert di una delle due blastocisti circoconservate...non ti nascondo che la paura è tanta...paura che posso ricapitare tutto quanto e non so sinceramente se riuscirò a superarla...mi ripeto continuamente di essere positiva...che la negatività non fa che peggiorare le cose...ma mi sento terribilmemte sola...a volte non so davvero con chi parlare...e la cosa che più mi fa rabbia è che le persone che dicono di capire poi non capiscono un bel niente...perchè non provano quello che provo io...non vivono quello che vivo io...con le parole siamo tutti bravi...ma poi con i fatti...i fatti sono che ognuno pensa per sè...quanto egoismo che mi circonda cara nina....scusa per lo sfogo ma so che tu puoi capirmi...un abbraccio11 dicembre 2013cara Nina, ci siamo manca davvero poco...lunedì è programmato il ricovero per il transfert...da quando me lo hanno comunicato ieri sono entrata in crisi...in un attimo la mia mente è stata affollata da mille pensieri...non so perchè ma fino ad ieri non avevo ancora realizzato la cosa...forse perchè la preparazione è stata meno invasiva rispetto alla prima volta...credimi cerco in tutti modi di essere positiva...di pensare che le cose questa volta andranno diversamente...cerco in tutti i modi di allontanare i brutti pensieri...ma i ricordi dolorosi sono sempre lì e fanno sempre più male...il ricordo di quella vita dentro di me anche se per poco non mi abbandona mai...ci penso...penso che a quest'ora avrei potuto stringerlo tra le mie braccia...so che non va bene così...che tutto questo non mi aiuta...allora cerco di svuotare la mente e guardare avanti...ma ho tanta paura...speriamo cara Nina che le cose vadano per il verso giusto...e che la vita questa volta sia generosa nei miei confronti...e che mi doni il regalo più prezioso...un abbraccio...saperti vicina mi aiuta ad essere positiva...con affetto21 dicembre 2013Eccomi qua cara amica,rientrata da due giorni dal mio viaggio della "speranza"(ormai da un po di tempo mi piace chiamarli così).Questi saranno i giorni più lunghi della mia vita...alterno momenti carichi di speranza a momenti pieni di paura...di quella paura che ti toglie anche il fiato!!!lo so che non devo farmi assalire dalla negatività...ma non è semplice...cerco in tutti i modi di vivere questi istanti con serenità...a volte me lo impongo pure...ma i ricordi ogni tanto tornano ed ecco che tornano anche le paure più nascoste...speriamo cara Nina che questo Santo Natale possa portarmi il regalo più bello...quello tanto atteso...e che la vita almeno per una volta non si prenda gioco di me...ti abbraccio con affetto e ti auguro di trascorrere le feste in serenità ed amore...a presto...bacio16 gennaio 2014
Cara Nina, eccomi quà...non so davvero da dove iniziare...non ci sono parole per esprimere quello che provo...una sola frase può racchiudere tutto: Beta al 14 post transfer= 1173,66!!! Ancora non riesco a crederci...ma vorrei poterti raccontare tutto dall'inizio...raccontarti di quei giorni più lunghi della mia vita...raccontarti delle sensazioni che ho provato...dei giorni bui e pieni di paura...di avercela fatta e del timore che tutto potesse svanire...voglio raccontarti tutto...ma adesso quello che vorrei dirti più di tutto è che c'è una sola immagine nella mia mente:l'immagine meravigliosa della vita...di quel piccolo esserino dentro di me...di quel minuscolo pulsare che ha riempito il mio cuore...i nostri cuori...non ti nego che la paura è tanta...che le domande ogni giorno sono sempre le stesse e una su tutte: "chissà se c'è ancora?chissà se il suo cuore batte?"...cara amica ho bisogno di raccontarti...ho bisogno di dirti tutto quello che mi porto dentro...ti abbraccio con immenso affetto18 gennaio 2014Eccomi cara amica,che mi ritrovo a tornare indietro con la mente ad un mese fa…al giorno (16 dicembre 2013) in cui siamo andati a riprenderci una delle nostre due blastocisti circoconservate (non riesco a chiamarle diversamente)…fosse stato per me, me le sarei fatta trasferire entrambe ma i dottori hanno deciso diversamente per diverse ragioni (rischio di gravidanza plurigemellare, giovane età, non perdere un ulteriore possibilità se fosse andata male).La preparazione nei giorni precedenti al transfer non è stata invasiva come la prima volta…tanto è vero che non mi sono resa conto di tutto fino al giorno in cui il dottore non mi ha detto:”Signora lunedì mattina deve trovarsi in clinica per il ricovero così in tarda mattinata effettueremo il transfer.” In quel momento ho iniziato ad avere realmente paura…ha realizzare che tutto da lì a poco sarebbe successo…c’era una parte di me che avrebbe voluto che quel giorno ritardasse il più possibile…la mia era paura…paura di dover rivivere tutto quanto…ancora la ferita della perdita era viva dentro di me…forse non ero pronta…forse era meglio aspettare…aspettare che fossi pronta psicologicamente…ma non potevo tirarmi indietro…non potevo…le cose sarebbero andate come dovevano.Domenica siamo partiti…saremmo ritornati per l’ennesima volta in quella piccola città che da più di un anno era ormai diventata la nostra seconda casa…ne conoscevamo ogni particolare. Ritornare in quella abitazione dove ci avevano ospitato la prima volta non è stato facile (devi sapere cara Nina che se non fosse stata per la “casa accoglienza” che ci ha ospitato…sarebbe stato piuttosto difficile affrontare il tutto essendo così lontani da casa…ma fortunatamente esistono queste realtà meravigliose…che aiutano le persone senza chiedere nulla in cambio…devo molto a tutti loro…non smetterò mai di ringraziarli)…varcare quel cancello è stato un tuffo al cuore…dormire in quella stanza dove avevo trascorso ben 15 giorni la prima volta…non è stato semplice…ogni scusa era buona per uscire e stare il meno possibile in quella casa dove ogni cosa mi riportava indietro con la mente.Mio marito lo aveva capito e cercava in tutti modi di distrarmi…la sera andammo a cenare nel nostro ristorante preferito…a mangiare il nostro piatto preferito.Quella notte mi è sembrata interminabile…non passava mai…credo di non aver chiuso occhio…continuavo a guardare l’orologio sperando che si facesse mattina il prima possibile.E mattina si fece…bisognava presentarsi in clinica per il ricovero. Arrivati e fatte tutte le procedure del caso…siamo saliti in reparto…dove sai bene cara amica cosa succede…bisogna cambiarsi…mettersi la camicia da notte e aspettare che ti chiamino. Sono state ore interminabili…i pensieri più negativi affollavano la mia mente…non riuscivo a pensare ad altro…speravo solo che arrivasse una compagna di stanza per poter condividere il tutto e sentirmi meno sola…così è stato…è arrivata “una come me”…una donna diversamente fertile…proprio come me…lì per il mio stesso motivo…sperare di diventare un giorno una madre. Condividere con chi vive le tue stesse sensazioni ti aiuta…ti aiuta a farti sentire meno sola…a farti capire che non sei l’unica a dover lottare…che non sei l’unica a sperare…Arriva l’infermiere a chiamarci…era arrivato il momento…le gambe mi tremavano…il freddo improvvisamente ha assalito il mio corpo…la paura ha pervaso la mia mente…siamo scese tenendoci per mano…due perfette estranee che si tengono per mano come due vecchie amiche… per farsi forza e reggersi l’un l’altra…certo che la vita è proprio strana…La prima ad entrare sono io…non so quanti pensieri sono passati nella mia mente mentre stavo sdraiata su quel lettino…ma uno su tutti era più forte che mai:”sperare che la blastocisti fosse sopravvissuta allo scongelamento…avrebbe voluto dire tanto”.Giusto per non smentirmi mai…la procedura non è stata semplice…anzi direi piuttosto dolorosa…il cateterino non passava c’era un problema con il collo dell’utero…tanto che il dottore ad un certo punto è dovuto intervenire con una pinza…quanto dolore…ma non importava…l’unica cosa che in quel momento mi preoccupava era che il trasferimento andasse a buon fine. Dopo quasi un ora tutto era finito…quel piccolo esserino era dentro di me…ora bisognava solo aspettare che passassero le due ore per poter essere dimessa.Nei giorni successivi io sono rimasta ospite da parenti…mentre mio marito è tornato a casa per motivi di lavoro…era meglio evitare di prendere l’aereo subito…bisognava aspettare almeno un due-tre giorni…è così fu!Adesso bisognava attendere ben 12 giorni per sapere l’esito della procedura…i dodici giorni più lunghi della mia vita…Sai bene cosa si prova in quei giorni che non passano mai…quanti pensieri affollano la mente…e nel mio caso puoi immaginare quale era il pensiero fisso…chissà se si era attecchito questa volta nel posto giusto…non avrei potuto sopportare un altro dolore…un'altra delusione…il mio cuore…la mia mente…non avrebbero retto.In quei giorni chiedevo solo una cosa a Dio…”se le cose devono andare bene che vadano nel modo giusto…altrimenti preferisco una beta negativa”!Lo so che è difficile da comprendere…ma preferivo così…sarebbe stato ugualmente doloroso…ma più semplice da accettare.In quei giorni, come la prima volta, cercavo di capire i segnali che il mio corpo mi dava…ma tutto sembrava possibile sia in un senso che nell’altro…I giorni passarono…era arrivato il fatidico giorno di fare la beta…ma era un sabato…i laboratori erano chiusi e non avevo voglia di andare in ospedale…cercavo di rinviare il momento…mi mancava il coraggio di affrontare il tutto. Ma mi sono fatta forza e domenica mattina mi sono alzata senza dire nulla e sono andata in bagno a fare il test…quel test che in tutti questi anni non era mai stato generoso con me…sempre e solo una lineetta…proprio per questo avevo deciso di comprare quello digitale…come se la scritta Non Incinta fosse stata più facile da mandare giù…Sono stati i secondi più lunghi della mia vita…dentro di me sapevo quale sarebbe stato il responso…Cara Nina non so cosa ho provato nell’istante in cui ho visto quella scritta “INCINTA”…io ero incinta…non potevo crederci…sono corsa nella camera da letto e saltata letteralmente addosso a mio marito…urlando con tutta la voce che avevo:” ce l’abbiamo fatta…sono incinta…”e siamo scoppiati a piangere tenendoci stretti stretti…mentre nel frattempo sul display del test era comparsa anche la scritta 2-3…non riuscivamo a crederci.Il giorno dopo sono andata a fare le analisi…beta=1173,66…che meraviglia!!!Non sono stati giorni facili…perché i momenti difficili non sono mancati…quelle maledette macchie che mi hanno fatto sprofondare nel buio più totale non sono mancate…quanta paura…continuavo a ripetermi…ecco ci siamo di nuovo…c’è qualcosa che non va.Se si trattava di un’altra gravidanza extrauterina? Non potevo pensarci…non volevo crederci…Finalmente è arrivato il giorno tanto atteso…quello dell’ecografia che avrebbe svelato ogni dubbio…non avevo il coraggio di guardare quel monitor…ma la voce della dott.ssa ha riempito il mio cuore…c’era…era lì…si vedeva la cameretta e dentro quel minuscolo puntino bianco…quanta emozione… ci siamo guardati senza dire una parola…non ce ne era bisogno…tutto il nostro mondo era racchiuso in quell’immagine meravigliosa.Nei gironi seguenti non facevo altro che guardare l’ecografia…non riuscivo a crederci…Sono stati giorni difficili…quelle maledette macchie erano sempre lì…a distruggere ogni sensazione meravigliosa che riuscivo a provare…Così una domenica pomeriggio…dopo essere stata male tutto il giorno…la mia ginecologa per tranquillizzarmi mi dice di andare…dentro di me ero convinta che qualcosa non andasse…quanto ho pianto…non riuscivo a smettere.Arrivati nello studio la paura si faceva sempre più intensa…mio marito cercava in tutti i modi di tranquillizzarmi…mi teneva forte la mano…cercando di farmi forza…insieme ce l’avremmo fatta…qualsiasi fosse stato il risultato.Ma lui era ancora lì…la cameretta era sempre più grande…lui era più grande…e si vedeva il suo piccolo cuore pulsare…si c’era ed era vivo…che sensazione meravigliosa…una sensazione che mi porterò dentro per sempre…l’immagine di quella vita dentro di me…la vita finalmente dentro di me…Questa è la situazione fino ad oggi…non ti nego che le paure non mancano…ma ho deciso di vivere ogni piccolo istante a pieno…di vivere questo meraviglioso viaggio…ogni momento è una sorpresa…una straordinaria sensazione…da vivere…da vivere…da vivere…Ti terrò aggiornata…un abbraccio amica cara…
13 marzo 2014Cara Nina,è passato molto tempo dall'ultima volta che ci siamo sentite...sono successe tante cose...ma tutto per il momento procede...ci sono molte cose che devo raccontarti...non so se la mia ultima email ti sia arrivata con la prima parte della storia...aspetto tue notizie...io ci sono...e anche se sto vivendo il periodo più bello della mia vita non dimentico tutto quello che c'è stato...mi piacerebbe che la mia storia fosse un sms positivo per tutte quelle donne che sono ancora alla ricerca...un sms di speranza...per non smettere di lottare...un abbraccio...io sono quì...Irene4 agosto 2014cara Nina, è passato molto tempo dall'ultima volta che ti ho scritto...spero che stai bene e che tutto vada per il meglio. a me manca davvero poco...sono alla 35 sett e ancora non riesco a rendermene conto...ho cercato di godermi questi mesi al max...di mettere da parte le paure e di concentrarmi solo sul mio piccolo miracolo....ho cercato di vivere a pieno ogni sensazione...ogni emozione...ad ogni visita era una sorpresa...vedere quel piccolo esserino prendere forma...vedere il suo viso...le sue buffe espressioni...sentire i suoi movimenti dentro me...ogni cosa non mi sembra reale....pensavo che non avrei mai provato certe emozioni e invece è successo...sta succedendo anche a me.... come puoi bene immaginare sono tante le cose che vorrei dirti...ma non mancherà il tempo quando ti invierò il mio aggiornamento...cioè quando finalmente il mio piccolo Pietro verrà alla luce...ma una cosa te la voglio dire...in questi mesi non ho mai dimenticato per un attimo tutto quello che c'è stato...tutto il percorso che ho dovuto affrontare per arrivare a questo....penso sia un pensiero comune a tutte quelle donne come noi,,,che hanno dovuto lottare per arrivare a realizzare il loro sogno...anche se finalmente si "è incinte"...ci si sente cmq diverse...direi anche con un po di presunzione davvero "speciali" per quel dono speciale che si porta dentro...perchè come hai detto tu "i bambini non sempre le portano le cicogne....a volte le punture" e permettimi di aggiungere anche il grande coraggio di lottare...e di non volersi arrendere...aspetto tue notizie...un abbraccio Irene29 settembre 2014Cara Nina,scusami per il ritardo...ma come potrai ben immaginare non è stato voluto...il 6 settembre è nato il mio piccolo miracolo e la mia vita è stata completamente stravolta dal suo arrivo...ogni giorno è qualcosa di unico...di indescrivibile...ancora oggi lo guardo e non riesco a credere che sia mio...che sia nostro. Mi sembra di vivere un sogno...un sogno meraviglioso dal quale non vorrei mai svegliarmi...ma poi mi rendo conto che tutto è realtà...che c'è lui nella mia vita...nella nostra vita...che finalmente dopo tante sofferenze...dopo lacrime interminabili...dopo pensieri negativi...finalmente il nostro più grande sogno è diventato realtà...si è materializzato nel nostro piccolo/grande miracolo.A me piacerebbe cara Nina che tu raccontassi tutto di me...dalla prima email che ti ho mandato...non so se sia possibile...ma a me farebbe piacere perché vorrei che il mio fosse un sms di speranza per tutte...per capire come dalla sofferenza più terribile (e mi riferisco alla gravidanza extra uterina in seguito alla prima fivet)...poi arrivi la gioia più grande...quella gioia infinita che ti pervade tutta...che ti lascia senza parole e che ti fa comprendere che la vita è davvero straordinaria...fammi sapere cara Nina cosa devo ancora inviarti...ti abbracciamo forte...grazie