La conchiglia di serenamanontroppo

Da Nina
Questa conchiglia mi è arrivata un anno fa, quando pensavo davvero di essere nella fase prodromica, mentre non sapevo che mio figlio si stava prendendo gioco di me lasciandomelo credere. In realtà poi si sarebbe fatto attendere ancora molto. Era un momento delicato, lei lo sapeva, ma il suo bisogno di aprirsi e buttare tutto fuori era stato così impellente da spingerla a scrivermi. Questa per me è la conferma del valore e dell'importanza che ha tutto questo anche per voi, una sorta di rito catartico che ci aiuta a liberarci dei fantasmi, a sentirci più leggere. Io c'ero allora e continuo ad esserci, come posso, compatibilmente con quello che è la mia vita adesso. Non riesco come vorrei, ma voglio continuare comunque a farlo, consapevole del significato che riveste per molte di voi.

LA CONCHIGLIA DI SERENAMANONTROPPO
Sono giorni che tengo tutto dentro e sento che sto per esplodere, per rabbia e frustrazione. Ho versato molte lacrime, ma non ho confessato a nessuno quello che ho vissuto, un po' per naturale riservatezza e un po' perché è difficile raccontare la propria infertilità a chi i figli li ha concepiti in un battito di ciglia.
Iniziamo dal principio. Io ed il Babbone ci siamo incontrati in un affollata aula universitaria, matricole piene di sogni ed ambizioni. Non è stato amore a prima vista, ma un sentimento cresciuto nel tempo. Abbiamo superato tanti ostacoli insieme. Resistito alla distanza, che ci ha separato per qualche tempo. Realizzato nel giro di 10 anni gli obiettivi di laurea, lavoro, casa, matrimonio.
Stare finalmente insieme è stato toccare il cielo con un dito e piano piano ci siamo resi conto che la nostra felicità sarebbe stata completa con un figlio. Ma non sempre volere è potere, e  così ci siamo scontrati con la fredda realtà: per noi sarebbe stato difficile concepire un figlio naturalmente.Nel frattempo un fiorire di pance e un proliferare di insistenti domande su quando anche noi avremmo deciso di allargare la famiglia. Ci siamo rivolti ad un centro di infertilità. Tempo sprecato. Inutile ed inconcludente attesa, nessuna cura o trattamento e allora altro centro in altra città. Primo incontro, spermiogramma e raccolta dei "soldatini" per crioconservazione, fissata data x isterosalpingoscopia. Rientrando a casa ci chiamano per avvertirci che lo spermiogramma è meno disastroso degli altri fatti in precedenza. Ci sentiamo fiduciosi. Passano i giorni: è primavera, programmiamo vacanze e un po' di svago. Sorprendentemente un ritardo, sento sensazioni positive. Lui scettico. Faccio il test che conferma le mie sensazioni. Lacrime di gioia...nove mesi di attesa, vissuta in una sorta di stato di grazia e poi arriva la Ciopola.  Sembra di vivere una favola, con il classico lieto fine. Anche in questo caso però, l'amore non è immediato, nonostante avessi desiderato un figlio con tutta me stessa. Cado in una brutta depressione, ne esco con un po' di buona volontà e con l'aiuto di mamma. L'amore piano piano dilaga, è un sentimento viscerale, profondo, bellissimo. Essere madre mi completa, mi rende una persona migliore. Un giorno, dopo due anni e mezzo dalla nascita della nostra piccolina arriva una proposta dal Babbone: la Ciopo è fantastica, diamole un fratellino. Dopo gli iniziali dubbi e le incertezze del caso, mi lascio convincere e inizia di nuovo l'infruttuosa ricerca della cicogna. Il mio gine, mi consiglia di rivolgermi ad un collega esperto in pma. Inizia il nostro percorso fatto di esami e dubbi: ma staremo davvero facendo la cosa giusta? Infondo siamo già genitori, siamo appagati dall'amore di e per nostra figlia. Perché non ci accontentiamo? Perché ci complichiamo la vita? Perché semplicemente non è una colpa desiderare un'altro figlio, quando si hanno difficoltà a concepirlo. Inizia la stimolazione e a tre giorni dal pick up , il Babbone becca una terribile tonsillite, febbre altissima...stop. Ripartiamo appena possibile, le mie cosce sembrano un colabrodo, spuntano i lividi, ma arriviamo al pick e poi al transfer, sono tre bellissimi embrioni, ma non ce la fanno. 10 giorni di attesa e di speranza, tanti film sul periodo in cui sarebbe nato , sul fatto che sarebbero potuti essere due o tre, su come avrebbe preso la notizia la Ciopo.  Sogni...illusioni e poi quel dolore forte all'utero e quelle perdite rosse. Non c'è niente da fare, è andata male, lo capisco subito. Pensare che la nostra piccola Ciopo, ignara di tutto, mi ha addirittura chiesto di scrivere una dolcissima lettera alla cicogna..... E adesso che fare?  Non so. Da un lato, non vorrei arrendermi, pur consapevole che ho 39 anni, basse probabilità e che il percorso non è del tutto indolore, fisicamente ed economicamente. Dall'altro mi dico che potrei anche accontentarmi, siamo stati già molto fortunati, abbiamo miracolosamente ricevuto in dono la Ciopola, un vero tesoro e certe cose non capitano certo due volte. Intanto pausa, ripartiamo da noi...e poi si vedrà. Tanti auguri intanto Nina, perché sei una bellissima persona e meriti tanta felicità e grazie per lo spazio di condivisione che hai creato, che ci fa sentire meno sole e meno tristi.
AGGIORNAMENTO DI LUGLIO

Non ci sono aggiornamenti rispetto ad un anno fa, perché ci siamo presi del tempo per noi, per riflettere, per metabolizzare quanto avvenuto, per goderci nostra figlia.
Forse in autunno torneremo dal medico che ci ha seguito, per un nuovo tentativo di fivet. Mentre mio marito è più determinato nell'obiettivo "allargamento famiglia", io sono ancora molto combattuta sul da farsi, poiché la paura di un nuovo fallimento è grande, dall'altra il desiderio di un secondo figlio è ancora presente. Insomma tra sentimenti contrastanti, viviamo il nostro presente e coccoliamo la nostra dolcissima Ciopola, che cresce sempre più e a settembre inizierà le elementari.È una piccola donnina, attenta e premurosa coi bambini piccoli e vorrei tanto poter soddisfare il suo desiderio di un fratellino...che sento sincero e profondo. Adesso è qui accanto a me sul divano e accarezzandola mi dico che sono davvero una donna fortunata perché nonostante tutto ho avuto la gioia diventare madre, ma l'amore si moltiplica e sento che potrei darne ancora molto. Insomma decideremo dopo le vacanze estive

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