Pigrite acuta: per andare a confessarmi ci è voluto un po'... Sì, è vero, è stato anche per altri motivi, ma di solito dimostravo più prontezza. Non è passato tanto tempo dall'ultima volta: dopo ogni confessione cerco di prepararmi per l'altra il meglio possibile, ma più mi preparo e più mi accorgo quanto queste preparazioni siano imperfette. Talvolta entra in gioco un certo perfezionismo, altre il desiderio di avere sempre la coscienza pulita, ma mi rendo conto che ancora non sono capace di una contrizione perfetta dei miei peccati: quanto umano si mescola nei miei sentimenti! Ci provo, però, a fare una confessione il più possibile perfetta, Dio solo saprà valutare. Ebbene, tornando a noi, ieri finalmente sono riuscita a fare il passo definitivo. Dopo la santa Messa a san Nicola, mi sono diretta decisamente verso la chiesa del centro Genova per fare ciò che da tempo avevo stabilito di fare: confessarmi. Il cielo era coperto di nubi. Dopo alcuni giorni di “relativo” caldo, sentivo penetrare nelle mie ossa un'aria pressoché frizzante. Eravamo a 5 gradi. Camminare mi ha indotto a meditare, a fare un esame di coscienza approfondito. Avere innanzi al mio sguardo il mare e i monti che lo sovrastano, m' inducono a riflessioni profonde. Là solo, nell'intimo del mio essere trovo la gioia, laddove Dio e la mia anima si congiungono. È una pace sublime. È un modo di pregare che non implica lo stare di fronte al Santissimo, ma per tale motivo non meno efficace. Dipende poi dai caratteri, bisogna sempre valutare il modo più giusto per se stessi d'incontrare Dio nella propria vita, nella preghiera. Così a me aiuta tanto il camminare, il contemplare quel piccolo scorcio della natura che si spalanca al mio sguardo e sebbene sia piccolo, il mio cuore anela immergersi in esso. Così sono giunta a destinazione verso le nove ma prima della confessione ho dovuto aspettare quindici minuti. Ero pronta.
Pigrite acuta: per andare a confessarmi ci è voluto un po'... Sì, è vero, è stato anche per altri motivi, ma di solito dimostravo più prontezza. Non è passato tanto tempo dall'ultima volta: dopo ogni confessione cerco di prepararmi per l'altra il meglio possibile, ma più mi preparo e più mi accorgo quanto queste preparazioni siano imperfette. Talvolta entra in gioco un certo perfezionismo, altre il desiderio di avere sempre la coscienza pulita, ma mi rendo conto che ancora non sono capace di una contrizione perfetta dei miei peccati: quanto umano si mescola nei miei sentimenti! Ci provo, però, a fare una confessione il più possibile perfetta, Dio solo saprà valutare. Ebbene, tornando a noi, ieri finalmente sono riuscita a fare il passo definitivo. Dopo la santa Messa a san Nicola, mi sono diretta decisamente verso la chiesa del centro Genova per fare ciò che da tempo avevo stabilito di fare: confessarmi. Il cielo era coperto di nubi. Dopo alcuni giorni di “relativo” caldo, sentivo penetrare nelle mie ossa un'aria pressoché frizzante. Eravamo a 5 gradi. Camminare mi ha indotto a meditare, a fare un esame di coscienza approfondito. Avere innanzi al mio sguardo il mare e i monti che lo sovrastano, m' inducono a riflessioni profonde. Là solo, nell'intimo del mio essere trovo la gioia, laddove Dio e la mia anima si congiungono. È una pace sublime. È un modo di pregare che non implica lo stare di fronte al Santissimo, ma per tale motivo non meno efficace. Dipende poi dai caratteri, bisogna sempre valutare il modo più giusto per se stessi d'incontrare Dio nella propria vita, nella preghiera. Così a me aiuta tanto il camminare, il contemplare quel piccolo scorcio della natura che si spalanca al mio sguardo e sebbene sia piccolo, il mio cuore anela immergersi in esso. Così sono giunta a destinazione verso le nove ma prima della confessione ho dovuto aspettare quindici minuti. Ero pronta.
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