La Confindustria sorpassa il Pd a sinistra: meno slot-machine più soldi ai comuni. Silvio resta in ospedale e Grillo minaccia di abbandonare la politica. A noi il circo è sempre piaciuto.

Creato il 11 marzo 2013 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Nel 2012, gli italiani si sono giocati (letteralmente) 16 miliardi di euro, tanto quanto è costato un anno di governo Monti in termini di interessi sul debito pubblico. Si partiva dai 18 miliardi di euro del 2011, segno che ci sono meno soldi da giocare ma, comunque, ci sono. A fronte di un fenomeno di proporzioni colossali (i dati sono quelli ufficiali e non contemplano le case da gioco abusive), lo Stato finora è stato “tiepido”, elusivo, omissivo, inconcludente. E lasciamo stare che nel business del gioco d'azzardo si sia infilato di peso Silvio, un anno di Monti ha reso, se possibile, il fenomeno ancora più dilagante. Non ce lo saremmo mai aspettati, ma sapete chi è scesa in campo per rimodulare l'intero settore e fare in modo che il gioco comporti una ricaduta economica anche per le casse degli enti locali? La Confindustria e, segnatamente, Sistema Gioco Italia, la federazione nata all'interno dell'associazione degli industriali. In poche parole, SGI propone di riorganizzare l'intero settore, di aumentare le distanze fra un punto gioco e l'altro, di interagire con la Direzione Nazionale Antimafia (sono 200mila le case da gioco abusive riconducibili alla criminalità organizzata), di rendere più strette e severe le regole per favorire i controlli e, udite udite, di combattere la ludopatia con progetti mirati sulla scia delle campagne anti-Aids, anti-violenza, anti-diabete, ecc. E mica finisce qui. Sempre dalla Confindustria fanno sapere che sarebbe giusto far ricadere sugli enti locali parte delle entrate dei punti gioco. Ovviamente soldi che confluirebbero in un fondo unico a disposizione dell'Anci, per finanziare progetti mirati in ambito welfare. Piccola riflessione. Ma doveva pensarci la Confindustria?
Ormai la uvite di Silvio ha raggiunto livelli di comicità paradossale. A memoria, non troviamo tracce di tanto assurdo né in Ionesco né in Pirandello né in Woody Allen né in Mel Brooks né nell'esperienza formidabile del Derby degli Anni '60/'70, quella del "ma come porti i capelli bella bionda". Dopo aver dato dei nazifascisti ai magistrati e dei criminali scientifici ai medici fiscali, la troupe di Silvio ha deciso di fare un passo indietro: nessuna manifestazione contro la magistratura, nessun altro attacco mediatico. “Non vorremmo urtare – ha detto Angelino Alfano, meglio noto come o schiattamuort – sensibilità istituzionali”. A pochi giorni dalla convocazione dei gruppi parlamentari, il Pdl ha deciso di darsi una ritoccata al trucco e di affrontare Giorgio Napolitano fresco di maquillage.E passiamo a Beppe Grillo. Dopo la minaccia di Casaleggio di abbandonare il M5S in caso di accordo con i partiti, a stretto giro di twosh è arrivata anche quella di Beppe: “Nessun accordo, altrimenti me ne vado”. Ora, a parte il fatto che tentare un'intesa con chi pensa di avere un microchip sottopelle, a marchio CIA, ci sembra una cosa improponibile, a Beppe non diamo un refolo di torto. Stringere un accordo con i partiti comporterebbe la immediata trasformazione del Movimento in partito, fatto che il Non-Statuto, per assurdo che voglia essere, non prevede né per oggi né per mai. Il M5S è la “coscienza critica” (che terminologia abusata!) del Paese. Trasformarsi in forza di governo non gli conviene, perché è dura spiegare alla gente che ti ha votato, il motivo per il quale hai dovuto rincarare le rette degli asili nido, delle mense scolastiche e degli scuolabus come a Parma. Nello stesso tempo, però, pensiamo a quello che sarebbe accaduto in Parlamento se al posto dei morti del Pd, quando si sono votate le leggi ad personam, ci fossero stati i grillini. Ma credete che tutto si sarebbe risolto con il democratico gioco della votazione maggioranza-minoranza? E pensate se, sempre al posto dei morti del Pd, ci fossero stati i grillini nel momento in cui Scilipoti, Razzi e Calearo annunciarono “responsabilmente” il cambio di casacca. Credete che le scene in Parlamento sarebbero state quelle della sovrana indignazione dei pidini, o un immediato flash-mob in piazza? Abbiamo saputo che, dalle nostre parti, il M5S è alla ricerca di “esperti” per le prossime sfide di governo locale. A primavera si voterà in alcune realtà e i “Cittadini” stanno cercando chi possa dare loro una mano a “gestire”. Onestamente, l'Italia non ha bisogno di “gestori” che non conoscono manco la Storia Patria, e definiscono il fascismo “una ideologia con un forte senso dello Stato”, perché a questi governanti potremmo suggerire solo un lungo soggiorno all'Asinara, con capretta compresa nel voucher. L'Italia ha bisogno di un Movimento che tuteli la gente, che gli dia voce, che combatta le distorsioni (e sono milioni) accumulate in 20 anni di strapotere berlusconiano. L'Italia ha bisogno di una opposizione vera, che sappia rispondere con le urla della gente e non con il veltroniano fioretto quando Berlusconi gli sparava addosso poderosi colpi di bazooka. In questo momento, il M5S può far eleggere un Presidente della Repubblica degno, due presidenti delle camere degni, e senza ricorrere all'impercorribilità di alcune proposte, destinate a restare boutade, come quelle di Dario Fo e di Renzo Piano. In questo momento, il M5S può contribuire alla formazione di un governo composto da personaggi di acclarata rettitudine e professionalità e, nonostante tutto, mandarlo a casa quando deborda, tassa senza necessità, applica la strategia del rigore che ci costa due punti, diconsi due, di Pil. Il M5S, in questo momento, può e deve cambiare l'Italia senza allearsi con nessuno, ma caricandosi sulla spalle, come Sisifo, il peso di un “controllo” totale e senza sconti. Il resto, amici grillini che sarete sicuramente tentati dalle lusinghe dei politici di lungo corso, lasciatelo perdere, almeno per il momento. Quando sarete il 100 per 100 ne riparleremo, anche se le cazzate dell'unica rete televisiva e dell'unico giornale le lasciamo volentieri a Beppe Grillo. Ogni tanto, per favore, fategli fare anche il suo vero mestiere.

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