L’indagine Consob conclude che non ci fu mai un’offerta di Soros a Rosella Sensi per l’acquisto della Roma
Nessuna manifestazione d’interesse, nessuna offerta e nemmeno una partecipazione agli incontri attraverso un rappresentante. Questa, secondo gli atti prodotti da un’indagine della Consob in relazione alle azioni dell’As Roma tra il settembre 2007 e il maggio 2008, in possesso dell’Adnkronos, è la storia mai nata tra la società giallorossa e George Soros.
Il nome del magnate statunitense è stato accostato per mesi, nel 2008, alla Roma, ma secondo gli atti della Consob, l’ipotesi del passaggio del club all’uomo d’affari americano, attraverso la mediazione della merchant bank Inner Circle Sports LLC, non è mai stata concreta.
“Le informazioni fornite da ICS alla Consob tramite la SEC (l’organo federale statunitense equivalente della Consob ndr.) hanno confermato quanto sostenuto da Compagnia Italpetroli -si legge negli atti-. In particolare ICS ha confermato che in nessuno degli incontri con Gianroberto de Giovanni (legale di Compagnia Italpetroli ndr.) e la famiglia Sensi, ha mai partecipato alcun rappresentante di George Soros e che in nessuna occasione è stata mostrata a Gianroberto de Giovanni evidenza documentale degli accordi tra ICS e Soros Fund Management”.
Alla Commissione Nazionale per le società e la Borsa, inoltre, è stata inviata dallla SEC la copia del ‘confidentiality agreement’ che avrebbe dovuto vincolare ICS e Soros, ma il documento non era stato firmato dalle parti. Nella voluminosa documentazione, di oltre cento pagine, inviata alla Procura di Roma, la Consob ha fatto chiarezza, anche attraverso l’analisi di oltre 80mila email, ricostruendo le tappe principali della vicenda.
Il 12 novembre 2007 Compagnia Italpretroli ha reso noto che “è stata rappresentata da parte di terzi, l’esistenza di un possibile interesse di un investitore americano in merito all’investimento nel capitale dell’As Roma; tuttavia, Compagnia Italpetroli non ha mai ricevuto, né direttamente né indirettamente, alcuna manifestazione di interesse, né offerta da parte del suddetto investitore, avente ad oggetto il pacchetto di maggioranza del capitale dell’As Roma”.
Solo il 25 marzo 2008 la merchant bank Inner Circle Sports LLC ’ha svelato’ che il potenziale investitore era George Soros. A fare il nome del magnate statunitense è stato Steven Horowitz (manager di ICS ndr.) in una telefonata all’avv. Gianroberto de Giovanni, legale del gruppo Italpetroli. Il 22 aprile 2008, Horowitz ha comunicato a de Giovanni che “i rappresentanti del family office di George Soros (Soros Fund Management ndr.) non intendono più perseguire l’acquisizione del Club”.
Per la Consob però “ICS non aveva prodotto alcune evidenza di un reale coinvolgimento di George Soros”. E lo stesso, evidenzia ancora la Consob, vale per “i due incontri successivi a cui ha partecipato l’avvocato de Giovanni”. In base all’esame degli atti e delle audizioni effettuate “il fatto che Compagnia Italpetroli non avesse mai ricevuto evidenza del coinvolgimento dell’investitore non è attribuibile alla volontà della stessa Compagnia Italpetroli”.
Il 3 giugno 2008, su richiesta della Consob, Soros Fund Management ha diffuso un comunicato nel quale il magnate dichiarava di non avere alcun interesse nel condurre l’operazione. La nota ha posto fine a mesi di ipotesi attorno al nome di un personaggio che, secondo la valutazione della Consob, non ha mai manifestato un interesse concreto e tantomeno presentato un’offerta.
La Consob ha posto particolare attenzione al comunicato del 10 aprile 2008 con cui As Roma e Compagnia Italpetroli hanno affermato che “seppur nel corso degli ultimi mesi” Compagnia Italpetroli “abbia ricevuto segnali in merito a possibili interessi da parte di soggetti terzi aventi ad oggetto la propria partecipazione in As Roma, nessuno di questi si è mai tramutato in offerte o concrete manifestazioni di interesse”. Tale comunicazione “non era connotata da elementi di falsità”.