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La contradanza anti-Battisti di Piazza Navona. I brasiliani ridono ancora

Creato il 05 gennaio 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti
La contradanza anti-Battisti di Piazza Navona. I brasiliani ridono ancoraDell’”affaire Battistì”, come lo chiama Bernard Henry-Levy quasi si trattasse di Dreyfus e lui fosse il novello Zola, abbiamo parlato e detto la nostra quasi un anno fa. Allora sembrava che fossimo tra i pochi a definire l’ex macellaio dei Pac (Proletari armati per il Comunismo), per l’appunto un “macellaio”. Oggi, che ce lo chiama anche Ignazio La Russa, vorremmo tanto rivedere la nostra posizione ma non possiamo solo per far un dispetto al fascistone vestito a festa e senza fez. Non difettandoci il dono della coerenza, e non essendo iscritti al partito degli “sbandieratori”, non sarà certo la manifestazione (sic!) di ieri a Piazza Navona a farci cambiare idea anche perché, più che di una manifestazione, si potrebbe parlare del festival della “contradanza”. La “contradanza”, a beneficio di chi non lo sapesse, era un ballo in voga alla fine del XVIII secolo nel quale si fronteggiavano gli uomini da una parte e le donne dall’altra scambiandosi continuamente di posto e il/la partner. A guidarlo c’era un tizio che, ritmicamente, scandiva l’ordine “Cambio!” e tutti cambiavano. Cosa c’entra la contradanza con la manifestazione davanti all’ambasciata del Brasile a Roma? Presto detto. Alle ore 15.00 si sono presentati gli esponenti della maggioranza: tutti membri del Pdl. Seguendo il tradizionale “passo dell’oca” sono apparsi nell’ordine Maurizio Gasparri, la Santanchè con in borsa Alessandro Sallusti che faceva capolino, Cicchitto, Stracquadanio e, leggermente defilati, Scilipoti, Razzi e Calearo. La più inferocita è apparsa immediatamente la sottosegretaria Daniela Santanchè che ha iniziato ad insultare Carla Bruni (tutta invidia!), proferendo offese da portuale che non ci sentiamo di riportare. Gli uomini (e le donne) del centrodestra sono stati una buona mezzora sotto le finestre dell’ambasciata brasiliana che nel frattempo sono restate rigorosamente chiuse. Alle 15.30, dopo che il maître de dance aveva urlato “Cambio!”, è stato il turno dell’Udc. Assente Casini, impegnato ad acquistare i regali per i figli delle sue due famiglie, si è fatto notare soprattutto Lorenzo Cesa il quale, con la solennità che lo contraddistingue ha detto: “L'Udc ha presentato una mozione in Parlamento che impegni il Governo ad assicurare Battisti alla giustizia italiana”. Che è come se Mitch McConnell (leader dei senatori repubblicani americani, nda.) presentasse una mozione nella quale impegni il governo di Obama ad arrestare Bin Laden: una comica. Alle 16.00, dopo che ancora una volta il maître de dance aveva scandito “Cambio!”, sono arrivati gli uomini e le donne dell’Idv. Antonio Di Pietro ha subito detto che anche loro avevano presentato una mozione in Parlamento ma che non se n’era fatto nulla, e offrendosi di firmare, a “nome mio e dell’Italia dei Valori” (che poi è la stessa cosa), qualsiasi mozione venga presentata di nuovo. Qualcuno della sparuta rappresentanza popolare in piazza gli ha urlato “Di Pietro il terrorista sei tu”, deve essere stato Capezzone travestito da Befana, e la cosa non ha avuto conseguenze. Alle 16.30, mentre i poliziotti impazzivano a dirigere il traffico dei politici, all’ennesimo “Cambio!” del maître de dance, sono finalmente arrivati gli uomini del Pd. Uomini, oddio...Andrea Sarrubbi che si è assunto l’onore di rappresentare tutto il Partito Democratico. Detto per inciso, Sarrubbi è arrivato quando la manifestazione stava per finire con grande sollievo degli addetti dell’ambasciata del Brasile che, pur abituati al casino del Carnevale di Rio, non ne potevano più di tutto quello starnazzare. In serata è stata diffusa la notizia dell’incontro fra Silvio Berlusconi e Alberto Torregiani avvenuto in mattinata a Linate. Silvio ha assicurato al figlio di una delle vittime (e vittima lui stesso) di Cesare Battisti, che il Governo avrebbe fatto la sua parte e che sarebbe intervenuto personalmente con la presidente Dilma Rousseff per assicurare il terrorista dei Pac (che sigla del cazzo!) alla giustizia italiana. Se non che, ieri sera, il filo-berlusconiano in incognito Enrico Mentana si è lasciato scappare una notizia che riassumiamo così: sembra che Berlusconi, parlando recentemente con Lula, gli abbia detto che qualsiasi decisione avesse preso su Battisti, non avrebbe minimamente intaccato le relazioni fra l’Italia e il Brasile. Probabilmente Silvio stava pensando agli insediamenti della Fiat, all’allargamento del suo impero mediatico, a vendere decentemente Ronaldinho e alle Oba Oba. Come si fa ad interrompere ogni rapporto con quelle strafighe...!

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