A fronte della protesta per un disservizio dell’ Ataf, l’azienda di trasporto pubblico di Firenze, da parte di un utente sulla pagina Facebook aziendale, risponde, come mostra l’immagine sottostante, testualmente: “”In definitiva, o il reclamo si riferisce ad altra data o il reclamante è, come è molto probabile, un gran coglione”.
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La questione a livello locale, ovviamente, ha sollevato un gran polverone in consiglio comunale dal consigliere comunale Francesco Torselli ed è stata ripresa sia nell’edizione locale di «la Repubblica» che su «La Nazione».
Secondo quanto viene riportato l’azienda successivamente si sarebbe scusata ed avrebbe aperto una non meglio precisata indagine. Scuse che sicuramente vi sono state, come [di]mostra la loro accettazione da parte dell’utente in questione – vd screenshot sotto riportato – , ma che non compaiono né sulla pagina Facebook in questione e neppure all’interno del sito web aziendale.
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Che l’azienda debba aprire, come detto, un’indagine interna aziendale o è una scusa tanto becera quanto meschina oppure significa che la gestione della pagina aziendale è affidata ad un numero di persone non definito e che non esiste una policy chiara per la relazione con il pubblico, per il customer care.
E’ altrettanto evidente che le persone, quante esse siano, che gestiscono la pagina su Facebook non hanno la formazione, ed in questo caso ahimè neppure un briciolo di intelletto, per adempiere al compito che sono chiamate a svolgere.
Infine lo stile di comunicazione aziendale, certamente non improntato alla chiarezza ed alla trasparenza, come dimostra il fatto che delle scuse non vi sia traccia in rete se non grazie all’utente oggetto delle offese, conferma l’arretratezza complessiva dell’impresa.
Insomma, da qualunque punto di vista la si guardi “la corazzata Potëmkin è una cagata pazzesca”.