Dopo le recenti purghe volute dall’attuale dittatore, Kim Jong-un, la Corea del Nord si appresta a commemorare i due anni dalla morte di Kim Jong-il, il dittatore nordcoreano che governò il Paese dal 1994 alla morte avvenuta nel dicembre del 2011. Il governo di Kim Jong-il è ricordato dagli storici per le sue scelte piuttosto drastiche in politica economica. Il suo insediamento ai vertici, infatti, avvenne in un periodo particolarmente turbolento per la Corea del Nord. Oltre a fronteggiare il collasso dell’Unione Sovietica e al raffreddamento dei rapporti con la Repubblica Popolare Cinese, lo Stato nordcoreano dovette affrontare i due drammatici alluvioni del biennio 1995-1996 e la successiva siccità dell’anno seguente. Gli ingenti danni economici costrinsero il dittatore Kim Jong-il ad una scelta di forte impatto: lanciare la campagna «L’esercito prima di tutto», che aveva l’intento di rafforzare l’industria pesante e sostenere gli armamenti militari. Sul fronte estero, invece, la politica di Kim Jong-il inaugurò col 1998 una stagione diplomatica orientata a riallacciare i rapporti con la Corea del Sud. Questo permise di incrementare i contatti e i trasferimenti fra le due Coree: molte imprese di Seul approdarono a Nord, e parecchia tecnologia informatica d’avanguardia raggiunse Pyongyang. I buoni rapporti con la Corea del Sud, tuttavia, rimasero tali per circa un decennio, poiché, già nel 2007, molte imprese sudcoreane stabilitesi a Nord furono costrette a smantellare i propri complessi. Dopo la parentesi diplomatica con la Corea del Sud, il governo di Kim Jong-il intrecciò rapporti politici e d’interesse con Paesi come la Cina, l’Iraq di Saddam, Cuba e il Venezuela, prendendo di conseguenza le distanze dagli Stati Uniti d’America. Questa nuova frontiera fu definita dallo stesso dittatore la “Politica della bandiera rossa”.
E proprio oggi, in ricordo della morte del dittatore Kim Jong-il, sarà trasmessa in diretta tv l’imponente manifestazione per commemorarlo. La manifestazione pubblica si terrà a Pyongyang e avrà una specifica giustificazione: evidenziare come non mai la fedeltà al nuovo leader, Kim Jong-un, che la cronaca estera ricorderà per certo vista l’esecuzione da lui stesso voluta ai danni dello zio, Jang Song-thaek. L’occasione di oggi vedrà schierati migliaia di militari e tutti i membri del partito. La folla applaudirà non appena salirà sul palco.