La corruzione? Figlia della questione morale

Creato il 10 giugno 2014 da Zamax

Dicono i sostenitori del mercato: è tutta colpa dello statalismo, della burocrazia, delle migliaia di leggi che si accavallano e contraddicono. Hanno ragione, però alla base di tutto questo c’è una questione morale. Come? Proprio tu parli di questione morale, tu che ci sputi sopra dalla mattina alla sera? Sì, proprio io che ci sputo sopra, alla famosa questione e anche alla famosa società civile: cioè sputo sopra ai simulacri, agli idoli che ne hanno preso il posto.

Esiste infatti un sentimento morale che tiene unito un popolo, che lo forma, che lo raduna. Quando questo sentimento, nato da un’esigenza di libertà, compresa quella economica, vince sul tribalismo, sullo spirito di fazione, esso genera la società civile, cioè la società politica, cioè lo stato. Il senso civico, espressione di questo sentimento societario, di questo sentimento morale, distinto ma non avulso dalla morale vera e propria, è la consapevolezza di partecipare ad un destino comune (relativo, dentro la storia, s’intende, non inteso in senso assoluto o teologico).

Ma cosa succede quando questo popolo s’ammala, quando ritorna lo spirito di fazione? «Cosa succede», come già scrissi una volta, «quando viene meno o si affievolisce il sentimento societario e la fiducia che lo sostiene? L’apparato statale cresce di conserva, per inerzia, per tappare i buchi della trama sociale. Si nutre della malattia. Accentra i poteri, esce dalla sua dimensione funzionale, “dirige” la società, legifera su tutto.» E da quel momento cresce il numero di coloro che cercano la loro fortuna nell’assalto ad uno stato vorace che rastrella sempre più ricchezze e che è sempre più disprezzato.

L’ossessione per la questione morale e per la società civile in Italia è figlia dello spirito di fazione, dell’odio. La nozione della “questione morale” è stata propagandata nell’opinione pubblica per dividere la società civile nei buoni e nei cattivi, e la nozione della “la società civile” per dividere la società civile da quella incivile. La questione morale e la società civile in Italia sono stati perciò usati per distruggere il sentimento morale della nazione e per distruggere la società civile. Non a caso i cretini che usano in continuazione questi termini sognano pure la «democrazia compiuta», come se nel loro paese fossero in esilio, come se «oggi» non si riconoscessero in un destino comune, almeno finché non sarà fatta piazza pulita, finché l’arto malato non sarà amputato de-fi-ni-ti-va-men-te dall’Angelo Sterminatore. E non si accorgono che col loro spirito settario hanno corroso il sentimento societario e hanno finito per nutrire la sfiducia, l’infingardaggine e la corruzione.

[pubblicato su Giornalettismo.com]


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