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LA CORRUZIONE TRA SESSO E DILEMMA DEL PRIGIONIERO - Sesso ed omertà mafiosa sono il vero collante del sistema corruttivo

Creato il 03 agosto 2012 da Ciro_pastore

LA CORRUZIONE TRA SESSO E DILEMMA DEL PRIGIONIERO -  Sesso ed omertà mafiosa sono il vero collante del sistema corruttivo 60 MILIARDI ALL’ANNO SPARISCONO NELLE TASCHE DEI CORROTTI LA CORRUZIONE TRA SESSO E DILEMMA DEL PRIGIONIERO Sesso ed omertà mafiosa sono il vero collante del sistema corruttivo Molteplici fonti, la più autorevole la Corte dei Conti, evidenziano come ogni anno spariscano nelle tasche dei corrotti circa 60 miliardi di euro (circa 110mila miliardi di lire, ricordiamolo). Si tratta di una cifra mostruosa – ben al di sopra delle finanziarie lacrime e sangue di questi anni – che viene alimentata da un numeroso plotone di corrotti e corruttori, che si aggirano indisturbati negli uffici della Pubblica Amministrazione e nei corridoi delle aziende pubbliche o partecipate dagli enti locali. Parlo nuovamente di questo spinoso tema perché, in questi giorni, il Ministero del Tesoro dovrà provvedere a nominare il SuperCommissario a cui affidare il delicato compito di ristrutturare parte del debito del Gruppo EAV (Ente Autonomo Volturno) e tentare di scongiurarne il minacciato fallimento. Al neo commissario (era circolato il nome di Ercole Incalza, uomo chiacchierato peraltro) toccherà gestire il debito delle tre aziende su ferro della holding regionale (Circumvesuviana, Sepsa, MetroCampania Nordest) che ammonta a circa 550 milioni. Dovrà essere predisposto rapidamente un piano di risanamento che conduca alla fusione e all’eventuale privatizzazione del ramo trasporto. Sarà il Commissario a gestire parallelamente la situazione debitoria e il piano quinquennale di rientro con le prime due tranche per complessivi duecento milioni da pagare ai creditori tra il 2012 e il 2013 totalmente a carico dei fondi Fas regionali. Ma qui torna in ballo la corruzione, di cui parlavo inizialmente. Per la legge dei grandi numeri, se in Italia la corruzione è pari a 60 miliardi/anno, non si può escludere che, anche nel mega debito EAV, una percentuale (piccola o grande) del debito accumulato sia stata generata dalle aberrazioni del sistema corruttivo. Nella Pubblica Amministrazione, peraltro, la corruzione è un sistema diffuso a tutti i livelli gerarchici e spesso si confonde in un mix fatto di collusione e concussione. Il manager/funzionario pubblico non sempre, infatti, viene tentato dal fornitore disonesto. Capita frequentemente, invece, che sia egli stesso a proporre, ad una ristretta schiera di fedelissimi fornitori, comportamenti collusivi, spesso di tipo concussivo. Ricordo, a quei pochi che non lo sapessero, che la concussioneè commessa da chi, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, costringe o induce taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o ad un terzo, denaro o altra utilità. Come si vede, in caso di concussione è lo stesso manager ad organizzare ed imporre il sistema di mazzette, quasi “ricattando” il fornitore che, se non si adegua, rischia di essere estromesso dai bandi di gara o di vedere ridotte al lumicino le sue possibilità di vincere le gare stesse. Diventa collusione quando più aziende fornitrici, con la fattiva collaborazione di manager/impiegati pubblici, instaurano un sistema complesso (che delinea il reato di associazione a delinquere) in cui si spartiscono democraticamente il bottino di commesse pubbliche. È questo, peraltro, il sistema che spesso viene smascherato dalla magistratura inquirente. Ciò ci fa ritenere che, probabilmente, tale sistema sia diffuso in ogni settore pubblico ed che sia responsabile di buona parte di quella enorme torta da 60 miliardi, da spartire fra famelici manager e disinvolti “prenditori”. La collusione, peraltro, si basa su un patto implicito tra le varie parti coinvolte che tiene i vari attori del sistema fra loro saldamente legati a doppio filo. Il denaro è sicuramente il principale collante, ma per evitare che qualcuno si sfili dal sistema, lasciando gli altri nei guai, esistono altri metodi utili acementare il sodalizio. Uno di questi è lo scambio di prestazioni sessuali fra gli stessi partecipanti al consesso collusivo. Se, ad esempio, una qualsiasi impiegata di un qualsiasi ufficio approvvigionamenti è in combutta con uno o più fornitori, non esiste metodo migliore che approfondire il legame anche sessualmente, creando una inestricabile commistione di interessi che diventa difficile (se non impossibile) sciogliere anche in presenza di minacce giudiziarie. Dello stesso tipo è la profferta di prestazioni sessuali che il fornitore/corruttore procura ai manager meno propensi ad adeguarsi al sistema. Se un manager, infatti, non è sensibile al danaro, capita spesso che non sappia rifiutare i particolari “servizi alla persona” che gli vengono gentilmente proposti dal fornitore/lenone che avrà cura di pagarne le tariffe e di assicurarsi di documentarne l’effettuazione, a scanso di amnesie postume del manager coinvolto in festini a luci rosse. Qualora, poi, il sistema, seppure così ben oliato, dovesse finire sotto l’esame della magistratura, scatta un potente sistema difensivo di tipo omertoso. La Mafia, si sa, non accetta di buon grado che i suoi membri tentino di salvarsi dalle lunghe pene detentive mediante la delazione. Per ottenere il silenzio dei propri membri, si affida al rito del patto di sangue. Se poi il suggello antropologico del patto di sangue non dovesse bastare, la Mafia si adopera - con meticolosa precisione - a ricondurre i riottosi alla buona condotta omertosa, utilizzando il sistema delle vendette trasversali, colpendo mortalmente parenti ed affini dello spione. Nei sistemi collusivi, per ora, non si arriva a queste efferatezze e ci si limita ad una inconsapevole applicazione del cosiddetto “dilemma del prigioniero”, classico caso della Teoria dei Giochi, che prevede di scegliere la migliore opzione tra quelle presentate. Ma per chiarire, vi faccio un esempio. Due criminali vengono catturati, ma non ci sono prove a loro carico. Vengono messi in due celle diverse e gli viene detto: se tu confessi e il tuo complice no, tu sei libero e il tuo complice si prende 7 anni; se confessa anche lui però, vi prendete 6 anni a testa; d’altra parte, se non confessi e il tuo complice confessa, lui è libero e tu ti becchi 7 anni. Entrambi i criminali, però, sanno che se nessuno dei due confesserà, siccome non esistono prove, potranno beccarsi al massimo 1 anno (a causa di reati minori). In questa situazione, saremmo portati a dire che in base al senso comune, ciascuno dei due criminali confesserà per evitare la pena detentiva. Questo ragionamento è valido solo se si suppone che non vi sia collaborazione tra i due criminali e che nessuno dei due conosca la scelta dell’altro. Infatti, se uno dei due prigionieri avesse la possibilità di conoscere la scelta dell’altro prima di fare la propria, e se chi ha fatto la scelta per primo fosse a conoscenza di questa regola, sceglierebbero entrambi la strategia che minimizza la pena per entrambi i giocatori, e cioè tenere duro e non confessare. È qui che entra in ballo il legame determinato dalla reciproca frequentazione sessuale. Due persone che condividono il sesso, sviluppano inevitabilmente un legame che va al di là del puro interesse individuale e, comunque, come minimo imparano a conoscere le reazioni del partner. Quindi, esiste un’alta probabilità che i due – anche se messi sotto torchio dagli investigatori – decidano di “non cantare”, perché sanno che anche l’altro si comporterà ugualmente e che, quindi, entrambi ottimizzeranno il risultato finale. Come si vede, è difficile scardinare questi meccanismi che per alcuni/e sono collaudati da anni di pratica e che hanno dato loro ingenti vantaggi economici. Certo le regole sulla tracciabilità creano qualche piccolo disagio. Ma in coppie ben affiatate, tra corrotta-corruttore non c’è la necessità di utilizzare passaggi di danaro. Basta, ad esempio, farsi pagare in oggetti preziosi, viaggi o gadget hi-tech ed il gioco è fatto. Ovviamente, inquirenti capaci e scaltri potrebbero approfondire gli intrecci e scoprire che un tenore di vita altissimo è possibile solo come frutto della corruzione. È questa, infatti, l’ipotesi investigativa che ha inguaiato Formigoni. Gli sarà difficile, infatti, sostenere processualmente che i suoi viaggi e  soggiorni principeschi fossero frutto della sola magnanimità e prodigalità di Daccò. Parimenti, se qualche impiegato addetto agli approvvigionamenti in un’azienda pubblica dovesse per esempio collezionare frequenti viaggi esotici in Polinesia, gli diventerà difficile spiegare che essi sono solo il gentile omaggio di un focoso ammiratore, se questi a sua volta è fornitore della stessa azienda. Insomma, attraverso la tracciabilità e le indagini patrimoniali e finanziare (da svolgere anche su parenti ed affini), la magistratura inquirente potrà approfondire le sue indagini per tentare di combattere un fenomeno che, nonostante la crisi, funziona tuttora nelle aziende pubbliche. Quindi, caro Super Commissario, mi raccomando: “Occhi ed orecchie ben aperte!”
Ciro Pastore - Il Signore degli Agnelli http://golf-gentlemenonlyladiesforbidden.blogspot.it/

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