La Corte dei Conti boccia la legge di stabilità. Adesso pure i magistrati contabili si mettono a "gufare" il governo Renzi?

Creato il 25 febbraio 2015 da Freeskipper
La legge di stabilità piace a Bruxelles, un pò meno alla Corte dei Conti, per niente affatto ai “soliti fessi” che tra non molto dovranno rimettersi a fare i conti per il salasso sulla casa di Imu, Tasi e Tari per non parlare di tutti gli altri balzelli che si abbattono quotidianamente su famiglie e piccole e medie imprese! Troppe tasse, pochi servizi e quei pochi scarsi ed inefficienti. Comunque, in un rapporto inviato al Parlamento, i magistrati contabili, quelli della Corte dei Conti, mica quelli della "Corte dei gufi", stigmatizzano i non pochi difetti della manovra finanziaria del governo Renzi a partire dalle incertezze legate alla spending review e dai rischi corsi dagli dagli 80 euro e dal taglio dell'Irap.
80 euro. La stabilizzazione del bonus è considerata dal governo uno dei pilastri della sua azione, ma il suo effetto sui redditi, avverte la Corte, potrebbe essere vanificato da un aumento delle tasse dilazionato nel tempo.Spending review. L'effettiva realizzazione di risparmi consistenti appare, a giudizio della Corte, “un traguardo molto difficile”. Innanzitutto perchè le categorie di spesa “realisticamente aggredibili” sono limitate e poi perchè quelle stesse categorie sono già state oggetto di “ripetuti interventi di contenimento negli ultimi anni”. A ciò si aggiunga il timore che da tagli continui di risorse derivino “peggioramenti nella qualità dei servizi o aumenti delle imposte destinate al loro finanziamento, con un conseguente peggioramento delle aspettative di famiglie e imprese”.Il problema delle coperture. Troppo spesso, lamentano i giudici, per ridurre la pressione fiscale si fa ricorso a gettito futuro non sempre garantito. È il caso per esempio dell'utilizzo "forzato" di fonti incerte come le entrate dalla lotta all'evasione, non chiaramente calcolabili. Infine, "non può non destare preoccupazione" il ricorso alle clausole di salvaguardia. Gli importi, ricorda la Corte, sono di tutto rilievo: raggiungono i 16 miliardi nel 2016, per oltrepassare i 23 miliardi nel 2017. E ciò senza contare che le disposizioni introdotte con la legge di stabilità prevedono un aumento dei tagli alla spesa di ulteriori 3 miliardi a partire dal 2016. A fronte di ciò, "anche l'impulso del bonus può essere vanificato se considerato non come elemento aggiuntivo permanente del reddito, bensì come elemento compensativo di un aumento di pressione fiscale, posposto nel tempo, ma già annunciato. Uguali considerazioni - conclude la Corte - possono essere fatte per la decontribuzione o per la riduzione della base imponibile Irap".

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