Con questa sentenza (anche se non definitiva perché ci sarà il ricorso in appello) la laicità è finalmente tornata ad essere dell’Occidente e del cristianesimo. Un’amicizia che dovrebbe essere naturale, perché è grazie ai valori occidentali e al cristianesimo stesso che la laicità ha potuto affermarsi e continuare. Chi non ricorda il “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che di Dio” detto da Gesù Cristo?
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Eppure, spesso, la laicità (in questo caso presunta laicità) si è ritorta contro il cristianesimo, contro le radici cristiane dell’Europa, portando menti relativiste a credere che il crocifisso a scuola potesse offendere i bambini delle altre religioni, idem con i presepi e i canti di Natale, e giù con i soliti logoranti ed evitabili polveroni. Magari non avendo niente da ridire contro il velo “islamico”, addirittura integrale, che è stato fatto diventare un simbolo religioso, ma è semmai una tradizione che molte volte sancisce la sottomissione della donna musulmana non a Dio, bensì all’uomo. Mentre il crocifisso non può offendere nessuno, se non i fanatici religiosi o anti-cristiani, essendo esso simbolo di amore e fratellanza universali.