La Corte Suprema americana respinge il ricorso contro le parole “under God”

Creato il 22 giugno 2011 da Uccronline

Il simpatico perditempo Michael Newdow, l’ateo che da circa 10 anni sta conducendo una guerra personale contro i simboli e i motti religiosi nella società americana, ci ha provato ancora. E ovviamente ancora una volta gli è andata male.

L’ultima volta aveva tentato di far togliere il motto “In God We Trust” (“noi confidiamo in Dio“) presente su tutte le banconote e monete americane, ma la Corte Suprema degli Stati Uniti non nemmeno voluto ascoltare il ricorso in appello (cfr. Ultimissima 21/3/11). Questa volta ha tentato con il Pledge of Allegiance, il giuramento di fedeltà agli Stati Uniti e alla bandiera nazionale, il quale contiene le parole “under God“, che sembrano creare gravi problemi psicologici a lui e agli atei che rappresenta.

La Ninth Circuit della California aveva già confermato la costituzionalità del Pledge nel marzo 2010 e in questi giorni la Corte Suprema ha rifiutato di esaminare il ricorso di Newdow. Carl A. Anderson, dell’associazione Knights of Columbus ha dichiarato: «Le parole “under God” esprimono una convinzione fondamentale che abbiamo come nazione dal momento della nostra fondazione. L’idea che questo violi in qualche modo il primo emendamento è stato sonoramente respinto dalla First e Ninth Circuit Courts of Appeal, e dalla Corte Suprema. Si tratta di una vittoria del buon senso».

Ricordiamo che Newdow è un attivo ministro della Universal Life Church, un’associazione ateo-religiosa americana.


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