La trama (con parole mie): Pietro, bloccato a causa di un volo cancellato dopo un affare concluso al meglio a poca distanza dal paese in cui è cresciuto, decide di fare visita al vecchio ristorante che i suoi genitori gestivano, un luogo ormai abbandonato in cui ha passato i primi anni della sua vita.Il ritorno a casa porta l'uomo a rivivere ricordi d'infanzia che lo legano a doppio filo alla paura che covava ogni volta che si trovava costretto a salire la scala che lo portava in bagno, posto proprio sotto una botola all'interno della quale il piccolo Pietro era sicuro di intravedere un mostro sempre pronto a ghermirlo, aspettando il momento giusto per trascinarlo nel suo abisso.Il confronto con quelle sensazioni e con il mostro stesso segnerà per sempre l'esistenza dell'adulto, quanto e più di quanto non fosse accaduto al bambino.
In mezzo al disastro che è la produzione italiana recente, è un piacere promuovere lavori di nicchia sicuramente promettenti come questo - potete trovare i dettagli all'indirizzo www.lacosaincimaallescale.com-, opera del buon Michele Torbidoni.Già dai tempi dello strabiliante Radice quadrata di tre - e senza dimenticare esperimenti non completamente riusciti ma ugualmente degni di nota come quello de Il bosco fuori -, osservare il fermento del genere horror - e del Cinema in generale - dalle nostre parti è sempre stato interessante, soprattutto nei casi in cui a realizzare corti o lungometraggi sono persone in grado di trasmettere - senza dimenticare, ovviamente, una certa perizia tecnica - la passione per la settima arte.Anche in questo caso Michele, partendo da un racconto di Ray Bradbury - lo stesso, giusto per citare un altro titolo che richiamò notevoli attenzioni cinematografiche, di Fahrenheit 451 - porta sullo schermo tutto l'amore per le atmosfere cui noi ormai ex giovani eravamo abituati nel pieno degli anni ottanta, da E.T. fino a It, senza dimenticare però le radici italiane - tutta l'ambientazione e le location mi hanno riportato alla mente la desolazione quasi country de L'amico di famiglia di Sorrentino - ed un pizzico di citazionismo che, fortunatamente, non suona assolutamente radical chic o pretenzioso.La confezione, decisamente curata per un prodotto assolutamente di nicchia e soprattutto per un corto, risulta decisamente buona, ed il lavoro sulle inquadrature, la colonna sonora e soprattutto la fotografia - un aspetto che mi ha colpito non poco - è di un livello che spesso non ritroviamo neppure nei film italiani prodotti da grossi distributori ed assegnati a centinaia di sale in tutta la Terra dei cachi.Certo, risulterei falso se dicessi che tutto funziona ed è perfetto, anche perchè, giusto per non farla passare troppo liscia al già citato Michele, mezzi produttivi permettendo una sceneggiatura come questa avrebbe meritato il respiro del lungometraggio per risultare più profonda e fornire spunti ulteriori allo spettatore, senza contare che, soprattutto per un regista in rampa di lancio, l'importante è avere sempre margini di miglioramento con i quali confrontarsi.Lo stesso utilizzo del mostro, insolito ed affascinante per certi versi, per altri forse risulta più - troppo? - legato alla sci-fi che non all'horror, finendo per limitare in parte la tensione costruita nel corso dei flashback di Pietro adulto: ma non ci si lamenta affatto, anche perchè era dai tempi di Freaks - altro esperimento non esente da difetti ma più che meritevole - che non mi capitava di assistere ad un tentativo, da parte di giovani autori made in Italy di uscire dalla banalità tanto comune da queste parti - anche e soprattutto a livelli di majors del settore - e proporre lavori che non sfigurerebbero in Festival internazionali.Spero dunque che Michele abbia la sua meritata vetrina e, chissà, la possibilità di lavorare ad un lungometraggio realizzato con lo stesso amore per il Cinema ed una perizia che non ha certo nulla di meno - anzi, parecchio di più - rispetto a schifezze abominevoli che si insistono a proporre nelle sale.
MrFord
"Ecco spuntare da un mondo lontano l'ultimo mostro peloso e gigante
l'unico esempio rimasto di mostro a sei zampe quanto mi piace vederlo passare, cosa farei per poterlo toccare
io cosa farei!"Samuele Bersani - "Il mostro" -