La coscienza del cambiamento

Creato il 19 aprile 2012 da Straker
Non si può dubitare che la visione dela storia attuale è dominata da un profondo senso delle catastrofi passate e di quelle a venire. E’ arduo per noi persino misurare l’entità dello sconquasso che frusta questi tempi conclusivi: non si tratta, infatti, di una “normale” impasse socio-politica o di un errore riparabile in qualche modo, ma del crollo di un mondo intero, previsto e persino preannunciato, ma non per questo meno traumatico, e della transizione dalla già degenerata età del ferro ad un’era psico-elettro-chimica.
Ciò che ci resta conficcato nella retina, con buona pace degli scienziati e dei filosofi olografici, è una gragnuola di schegge in cui deflagra la coscienza della crisi, del disfacimento di un’intera realtà. Tuttavia il senso tragico del momento storico è stemperato dal distacco e dall’ironia con cui si decantano anche le esperienze più torbide, con i quali si attutiscono anche i clamori più rintronanti.
Iattura suprema e supremo vantaggio essere incastrati in un’epoca a cavallo non tra due civiltà, ma tra la barbarie e – forse - il risorgimento.

APOCALISSI ALIENE: il libro