«Nella ricerca dell’anima malinconica della sua città natale, ha scoperto nuovi simboli per rappresentare lo scontro e l’interrelazione tra le diverse culture» : questa la motivazione dell’assegnazione del premio Nobel per la letteratura a Orhan Pamuk nel 2006. Il rapporto viscerale che lo lega alla sua città, per certi versi paragonabile a quello di James Joyce a Dublino, è forse la cifra più originale e rilevante dell’opera di Pamuk. In effetti tutti i suoi romanzi, con l’unica eccezione di Neve, sono ambientati ad Istanbul, straordinario palcoscenico di un’umanità che risulta vera proprio nella misura in cui interagisce con la realtà della città, per nulla idealizzata e pure a suo modo così sublime. Tuttavia l’Istanbul di Pamuk non rappresenta solamente una notevole capacità di descrivere luoghi ed usarli come scenario per le vicende narrate, ma qualcosa di molto più profondo, cioè un’idea originale del concetto stesso di città.
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40.980141 29.082270