Introdotta da Stefano Agnini, che si sofferma sull’aspetto “liriche/significati”, la C.D.Z. sale sul palco con la line up collaudata: Alessio Calandriello alla voce, Gabriele Guidi Colombi al basso, Davide Serpico alla chitarra, Andrea Orlando alla batteria e Domenico Ingenito al violino. Completano la formazione Joanne Roan al flauto e Melissa Del Lucchese al violoncello, con cui mi scuso per la loro assenza nel filmato a seguire, ma è fatto indipendente dalla ma volontà (videocamera scarica!).
E’ questa l’occasione per presentare il nuovo album, intitolato “La notte anche di giorno”, ed è proprio di Agnini il compito di introdurre la band, con la collaborazione di Carlo Barbero, che ho lasciato per ultimo nel mio racconto a puntate della serata, ma la sua presenza si è fatta sentire - come sempre - come uomo di punta della diretta streaming di Ma1tv, contenitore in cui Carlo si propone attraverso il suo Rock Up.
La CDZ ha un compito difficile, quello di suonare a fine serata e, soprattutto, dopo la sostanziosa esibizione dei Delirium. I brani, molto lunghi e nuovi - le suite a cui fa riferimento Agnini - necessitano di buona concentrazione, ma se un neofito curioso si ponesse la domanda… “… che cosa è la musica progressiva? Quali sono le linee guida?”, beh, vedere la CDZ on stage, almeno nell’occasione, ha rappresentato la perfetta sintesi della filosofia prog. E in tutto questo evidenzio il bisogno di un ascolto attento e ripetuto, teso ad apprezzare il virtuosismo degli attori messo a disposizione di una “trama” ben definita, con continui cambi ritmici e modifiche di atmosfera e melodia. L’integrazione funziona, così come la “convinzione da palco”, che permette di proporre un copione, strumentale e lirico, a mio giudizio complicatissimo. Ma forse una ventina di minuti di testimonianza può essere più utile delle mie parole.
Aspettiamo quindi con impazienza il nuovo disco, il terzo, il cui rilascio è previsto a Gennaio per AltrOck/Fading Records.
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