Siamo sotto Natale, anzi per dirla tutta, a ben guardare i negozi addobbati per le feste già agli inizia di novembre, siamo in pieno pathos natalizio. E’ arrivato il momento di sentirsi più buoni, di dare uno sguardo a chi a meno di noi e…
…visto che abbiamo la coscienza sporca, magari prendere lo smartphone da milaeuro e fare un SMS da 1 o 2 euro (la maggior parte dei quali se ne va in costi per il gestore telefonico e tasse allo stato): è l’elemosina del terzo millennio, quella che si fa mentre si fa lo slalom tra una zingara questuante per strada e un immigrato che ti vuole rifilare una rosa appassita al semaforo. Per fortuna è sufficiente per mettere a tacere abbastanza sensi di colpa per un anno, magari ripetendosi come un mantra frasi tipo “da domani sarò più buono”.
Sarà difficile a crederlo soprattutto di questi tempi, in periodi di crisi, dove non si riesce ad arrivare alla fine del mese, ma che c’è chi sta peggio di noi. E’ più difficile soffermarsi sul concetto che mentre il nostro mondo è diviso tra ricchissimi e poveri, per il resto dell’umanità (circa qualche miliardo di persone) guardano a chi di noi ha meno come a dei nababbi. E l’assurdo in tutto ciò è che chi come gli africani si trovano sopra a giacimenti di materie prime (petrolio, pietre preziose, terre rare) che vengono svendute da qualche farabutto (quelli ci sono dappertutto) alle nostre multinazionali che poi producono tutti quelle cose (tipo i soprammenzionati telefonini), sono costretti a fare la fame nel loro paese e a scappare dalla propria terra per fare il pezzente in occidente.
Ben lungi da privarsi dal nostro benessere raggiunto in millenni di civiltà e centinaia di anni di colonialismo e di sfruttamento globalizzato, succede che anziché sentirsi imbarazzati incrociando lo sguardo di un qualsiasi immigrato, facciamo i superiori e li trattiamo da criminali (noi li derubiamo e loro sarebbero i clandestini). E organizziamo qualche progetto onlus (molte dei quali prima dei problemi degli ultimi si risolvono prima i propri, naturalmente senza scopo di lucro) e una caterva di campagne benefiche per portare in Africa un qualche pressoché inutile aiutino: una goccia di risarcimento e facciamo pure gli snob.
Con queste premesse è da vedere il video “Radi-Aid Africa for Norway“… ridete e meditate gente!
Gli africani che donano radiatori per aiutare i bambini che muoiono di freddo in Norvegia: è il messaggio lanciato nel video-parodia “Africa for Norway”, girato in Sudafrica da studenti norvegesi – sostenuti dall’agenzia norvegese per lo sviluppo e la cooperazione e il consiglio per l’infanzia e la gioventù norvegese – con l’intento di rovesciare gli stereotipi sull’”assistenzialismo” africano.