La costruzione dell’automa

Da Sharatan

“Coscienti o incoscienti, in questa vita siamo tutti attori
che recitano per l‘uditorio in una parte,
e in uno stile da esso approvato...
L‘unica obiezione è che l‘attore può sostituirsi all‘uomo
e prenderne intero possesso.”
(Lin Yutang)

Noi viviamo ipnotizzati, perciò facciamo fatica a discriminare cosa ci appartiene e ciò che ci viene iniettato nella mente e che viene ad occultare la nostra autentica natura. Noi siamo rapiti alla nostra autenticità con un pieno e totale consenso, però possiamo imparare a fare una discriminazione di ciò che è nostro respingendo tutto quello che ci viene infuso, e che è alieno alla nostra più intima indole.
Nello sciamanesimo insegnano dei metodi per discriminare i due versanti e per imparare a vivere nel mondo presente senza caderne preda, poiché lo sciamano crede che la realtà sia falsata da uno specchio affumicato. Sulla scena del mondo avvengono tanti spettacoli, e ogni palcoscenico vede un diverso personaggio: tutti gli attori sono impegnati a rappresentare una commedia o una tragedia perché tutte le rappresentazioni costituiscono le varie vite umane.
Lo spiritualista, che è un individuo concreto, è consapevole che tutto inizia perché è già nel programma con cui il mondo ha deciso di funzionare, ed è vero perché ci ritroviamo in un ordine precostituito che esiste prima della nostra nascita, perciò facciamo attenzione, infatti quello che noi siamo non è quello che la nostra mente pensa, e noi non siamo ciò che crediamo perché il nostro modo di pensare subisce l’indottrinamento educativo.
Diventiamo buoni ed adattabili perché riceviamo le ricompense e restiamo al riparo dalle punizioni e dai sensi di colpa con cui vengono manovrati i burattini. Tutte le informazioni che il mondo c’invia vengono inserite nel nostro sistema, perciò s’imprimono nella nostra mente e diventano vere: quando siamo bambini, siamo ingenui e fiduciosi, perciò veniamo facilmente ingannati e manipolati.
Le persone che ci circondano conoscono il metodo di catturare la nostra attenzione e ci tengono avvinti usando il nostro interessamento che si attiva come una calamita: così restiamo avvinti dall’attenzione che dedichiamo agli altri. Secondo gli sciamani, il borbottio mentale che sentiamo dentro non è la voce della nostra vera natura, ma è la voce delle concezioni e delle storie che il mondo ci racconta da sempre, e che sono divenute la trama dei vissuti che vengono fondati su quello che altri credono riguardo a noi.
Se ci riflettiamo, è vero che noi ascoltiamo quello che già conosciamo, poiché non facciamo fatica a seguire un filo che ci conduce lungo una strada familiare: e questo è il motivo per cui scegliamo sempre gli stessi sentieri rifacendo i medesimi errori, e ripetendo i malanni che conosciamo. Credere che quello che pensiamo sia sempre vero, e non saper mettere in dubbio le nostre idee è un errore, infatti essere radicati nel mondo implica poter vedere quell’inimmaginabile, che credevamo impossibile solo perché la nostra mente ottusa non aveva saputo prevedere quella possibilità.
Prevalentemente accettiamo le opinioni altrui modificando atteggiamenti e comportamenti, mutando persino il nostro pensiero a causa di storielle che vengono infuse nella mente quando non siamo critici e vigili: e questo è normale poiché ci vogliono ignoranti e paurosi. La paura dell’isolamento ci rende fragili, perciò amiamo gli ideali di perfezione che sono socialmente prevalenti, infatti viviamo usando i residui di pensiero degli altri. “Dimmi quello che vuoi che io sia, e io lo divento!” questo è il motto delle personalità interscambiabili che non sanno chi sono e cosa vogliono.
Un tale messaggio è diffuso per affinare il talento che conduce verso la prostituzione della mente umana che impone il pensare “adeguato” per costruire un “soggetto integrato” nella società. Peccato che tutte le nostre tendenze naturali possano essere perdute in modo irreparabile, perciò va ricercato ciò che ci hanno rimosso e che resta nascosto nel nostro inconscio, poiché è stato rimosso mentre avveniva la costruzione dell’automa.
Se non ritroviamo la nostra indole costitutiva non possiamo sapere come liberarci dalle paure e dalle incertezze che ci hanno instillato, non possiamo iniziare a conquistare la felicità, e non possiamo coltivare ed apprezzare la bellezza che è nell’armonia e nella bellezza del mondo. Per fare un primo passo positivo valutiamo che la nostra realtà è illusoria, perciò è nel nostro radicamento e nella accorta osservazione del mondo che è il vantaggio per risvegliarci dall’ipnosi dei nostri falsi universi personali.
Nella totale padronanza del mondo, e nella piena attenzione diventiamo consapevoli, perciò dinamici nell’agire in modo adeguato alle trasformazioni del mondo: imparare a controllare la nostra attenzione è un fatto basilare poiché c’impone una valutazione obiettiva dell’essenza della natura umana. Gli uomini sono creativi, perciò usano le loro parole per costruire la loro personale immagine del mondo che utilizzano come verità da propinarsi e da far credere. Tutto ciò è inevitabile perché ognuno vuole il suo schema di orientamento per non correre il rischio d’impazzire in un mondo insensato.
Tutte le storie sono personali, perciò è opportuno comprendere che le parole diffondono pensieri e opinioni che manipolano gli ascoltatori poco accorti, infatti le opinioni degli altri entrano nella nostra mente: effettivamente molti usano le parole per diffondere pace o veleno, e altri scaricano il loro malessere scagliando giudizi e maldicenze. Sapere che i pensieri altrui sono le opinioni personali di coloro che parlano, e comprendere che esse non sono le vere immagini del mondo, rafforza la convinzione che non dobbiamo mai offrire il fianco alle negatività verbali altrui.
Siamo il soggetto più importante e il principale personaggio della rappresentazione, perciò distacchiamoci dalle opinioni degli altri, perché il mondo è pieno di predatori che si nutrono delle nostre energie vitali, infatti sono abili a catturare e predare la vitalità e le energie che dovremmo dedicare a nutrire la nostra vita. Disinteressiamoci di quello che gli altri dicono di noi e facciamo la nostra strada per costruirci una storia personale che venga dal nostro cuore: la verità di ciò che siamo la sappiamo solo noi.
Nell’apprendimento di un nuovo pensiero è previsto che la preconcezione venga valutata come un modo di pensare con cui ci hanno abituato, ed è un punto in cui il nostro egocentrismo ci dà lo scacco matto. In tutti coloro che costruiscono delle verità c’è la volontà d’imporle agli altri ma noi sappiamo che sono messaggi distorti e ce ne distacchiamo, perciò togliamo la nostra attenzione invalidando il loro gioco.
Dobbiamo rivedere la nostra verità sul mondo e imparare a non cedere alle supposizioni sulla realtà, dobbiamo avere il coraggio di sperimentare concretamente, di condividere le idee, di non “pensare” a ciò che gli altri credono ma saper chiedere e condividere i diversi punti di vista. E questo per non subire un isolamento mentale ma, nel contempo, dobbiamo saper restare autonomi nelle nostre opinioni personali rispettando gli altri. La mente umana viene plasmata con idee estranee, con schemi ripetitivi, con i timori che il passato possa farci del male anche al presente, perciò dobbiamo liberarci da questi modi errati di ragionare per riscoprirci meglio.
La nostra natura ha una dotazione completa e perfetta per farci godere la vita, siamo noi che che ne limitiamo la potenzialità per l’ignoranza della potenza della nostra natura, e per l’incapacità di limitare l’errore dell’auto-giudizio e della condanna alla completa inadeguatezza. Spesso ci abusiamo e veniamo abusati con le parole e con le azioni quando lasciamo spazio ai demoni della follia umana che coltiviamo e che costruiscono l’infelicità umana. Solo noi possiamo smantellare queste strutture sbagliate perché le conosciamo meglio di tutti gli altri.
E’ evidente che non possiamo avere da subito un’efficienza e un’efficacia massima, perciò dobbiamo persistere con determinazione e permetterci anche dei momenti in cui il nostro corpo e la mente non ci regge al massimo, perciò dobbiamo avere il coraggio di fare al meglio, anche se non sempre verrà bene come vorremmo. Il concetto di perfezione non esiste perché il nostro miglioramento lo possiamo guidare con il benessere emozionale di colui che vive bene mentre sta provando ad avanzare per giungere alla meta.
Noi dobbiamo sviluppare una maggiore comprensione per noi stessi mentre stiamo avanzando con delle incertezze, perché ci è necessario il tempo per imparare a vivere senza recriminare. L’insegnamento più difficile da acquisire è la capacità di disimparare tutto quello che ci hanno insegnato e che è inutile per la nostra vita, infatti fatichiamo a distaccarci dalla mente automatica che ci hanno programmato, ma questo è possibile, se sappiamo quali sono gli schemi errati che vanno eliminati dal nostro sistema.
Buona erranza
Sharatan