La cotoletta di asià: un altro retaggio dell’infanzia

Da Silva Avanzi Rigobello

La cotoletta di asià è un altro retaggio della mia infanzia. È un secondo croccante e delizioso che il venerdì era spesso presente sulla nostra tavola.
Quello che nel Veneto chiamiamo asià è lo spinarolo, un pesce simile al palombo, senza spine, dal sapore delicato, che si vende esclusivamente a fette.
In Venezia Giulia se ne fa anche un gustoso brodetto, ma io l’ho sempre e solo impanato e fritto.
È una ricetta basica, semplice e gustosa. È così buona che di tanto in tanto conviene davvero rifarla.

Si infarinano leggermente le fette di asià private della pelle e dell’osso/lisca centrale e si lasciano “a bagno” nelle uova battute per tutto il tempo che si impiega a grattugiare abbondante pane raffermo… insomma io ce le lascio 15-20 minuti.
Si prepara la padella dei fritti con almeno 1 bicchiere di olio.
Si sollevano le fette di pesce dall’uovo e si impanano premendole bene col palmo delle mani, si rigirano un paio di volte nel pangrattato che deve assorbire tutto l’uovo e si friggono velocemente.
Si sgocciolano sulla carta da cucina e si salano subito prima di servirle.

Io le trovo sempre deliziose, così croccanti, calde e saporite: insomma fritte!
Chi lo desidera può spruzzarle con succo di limone.


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