Ho segnalato Homo Immortalis quando e' arrivato in libreria e ora e' con grande piacere, e gratidudine all'autore, che ne pubblico un estratto su Estropico.org. Qui sotto, i primi paragrafi:
Grazie a una successione di estroflessioni comunicative rappresentate dalla lingua, prima orale e poi scritta, dalla stampa e dagli strumenti della recente tecnologia dell'informazione, ultimo dei quali la rete, l'uomo ha prodotto un flusso crescente di comunicazioni, mediato sempre più spesso da dispositivi artificiali. Si sono così create unità comunicative sociali via via più ampie, che tendono a fondersi in un unico spazio comunicativo globale, l'infosfera, in cui la mole delle comunicazioni continua a lievitare, accrescendo la massa delle conoscenze condivise. Mentre la quantità delle conoscenze effettive dei singoli resta in media più o meno costante, aumenta invece la massa potenziale delle conoscenze a disposizione di ciascun individuo. All'estensione quantitativa corrisponde a volte un degrado qualitativo e ciò che si guadagna in ampiezza si perde in profondità e in precisione. Inoltre la mediazione tecnologica elimina certe componenti tipiche dell'interazione umana e collegate alla presenza corporea: espressioni del viso, toni di voce, posture, messaggi organolettici... L'estroflessione comunicativa si prolunga in un'estroflessione cognitiva: grazie alla lingua, la comunicazione e il sapere escono dagli individui per acquistare una dimensione collettiva, il cui soggetto è l'umanità. Questa attività cognitiva superindividuale, come ho detto, configura una vera e propria intelligenza collettiva. Secondo alcuni si tratta solo di una metafora, ma è indubbio che certe attività intelligenti, per esempio certe imprese scientifiche di ampio respiro, sono rese possibili solo dalla collaborazione tra più menti collegate dalla lingua e dai suoi supporti. Nessuna mente singola riuscirebbe a progettare e a condurre certi esperimenti o certe ricerche di elevata complessità. Dunque la mente collettiva è una realtà incipiente, di cui si notano già tracce robuste e inequivocabili. Ho proposto di chiamare Creatura Planetaria (la sede di) questa mente collettiva. Internet si può considerare il primo embrione di questa Creatura. Tuttavia, almeno per il momento, la mente collettiva non possiede un correlato riflesso (coscienza), non possiede emozioni e non colora di "senso" le proprie esperienze cognitive. Inoltre sembra essere singolarmente assente in essa la dimensione etica, che latita anche nella prospettiva, coltivata da alcuni futurologi, tra i quali Raymond Kurzweil, della cosiddetta singolarità, un salto quantitativo di enorme portata cui si starebbe preparando l'intelligenza collettiva dell'umanità: come se la Creatura Planetaria stesse per subire un'esplosione improvvisa e sconvolgente nella sua dimensione cognitiva. La singolarità coinvolgerebbe le capacità cognitive e la mole delle conoscenze, ma non riguarderebbe in alcun modo il risvolto etico e il corredo emotivo che dovrebbe accompagnare un tale sviluppo. Secondo questa prospettiva, sembra anzi che conoscenza ed etica vengano a coincidere, o che l'etica si appiattisca sulla conoscenza: la conoscenza sarebbe un bene in sé, anzi il bene sommo. In effetti, come dimostrano le intelligenze artificiali, esistono attività cognitive che non hanno alcun bisogno di correlati emotivi, i quali viceversa accompagnano sempre la cognizione nell'uomo e negli animali. Di conseguenza, quanto più la cognizione è svolta nelle e dalle macchine, tanto meno ha bisogno di colorarsi di affetti e di sentimenti. Di affetti e di emozioni sono invece screziate tutte le attività dell'uomo, in particolare le attività mentali. Tra queste attività un posto speciale occupa la narrazione. Da sempre l'uomo narra e si narra, comunica, dialoga con sé stesso e con l'alterità, scambia dati, notizie e segnali. La tecnologia dell'informazione ha accelerato e amplificato quest'attività narrativa, che è rimasta fondamentalmente inalterata nelle sue radici, anche se sono cambiati i modi e i mezzi della comunicazione e sono aumentati il loro raggio d'azione e la loro pervasività. C'è da chiedersi se dopo l'avvento della singolarità la Creatura Planetaria svolgerà ancora un'attività narrativa e in quali forme, oppure se la sua unica attività mentale sarà l'accumulo di conoscenze di tipo oggettivo. Vi sarà ancora posto per la fantasia, per l'immaginazione, per la follia?
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