Magazine Società

LA CRIMINALITà ORGANIZZATA RICICLA DENARO SPORCO MEDIANTE I TICKET VINCENTI DEI GIOCHI LEGALI

Creato il 14 giugno 2011 da Madyur

Tutti i vecchi criminali del mondo hanno trovato il modo per sfruttare i giochi legali per ripulire i loro soldi più sporchi. Il sistema è facile : comprano i biglietti fortunati , pagandoli un piccolo sovrapprezzo , e intascano loro la vincita : così il denaro diventa lecito , pronto per essere investito.

palline lotteria

In Italia della crisi c’è un settore che ha visto accrescere il proprio giro d’affari di quasi il 400%. La raccolta per il gioco legale , dai casinò alle agenzie di scommesse ippiche , è passata da 15,4 miliardi di euro del 2006 agli oltre 61 miliardi dell’ultimo anno.

Nei momenti di crisi tanti invocano la consolazione della dea bendata e affollano le ricevitorie. Ma tutti gli analisti credono che in quel fatturato cresciuto 4 volte si tuffi un fiume di soldi scaturito dall’economia sommersa. Un paradosso : la scelta di legalizzare le scommesse doveva servire a contrastare la rete di raccolta abusiva gestita dalla criminalità. Anni dopo i giochi legali si sono trasformati come opportunità per ripulire denaro. Un fenomeno sempre più diffuso.

Mario, in quartier di Napoli, è considerato un benefattore. E’ considerato più solerte e affidabile della banca. Presta soldi o fa da bancomat ai creditori : un moderno strozzino. Per ritirare il premio in poche ore , in caso di vincita, basta rivolgersi a lui. Il fortunato riscuote immediatamente , rinuncia ad una percentuale minima pur di avare tra le mani l’incasso. Mario transita in banca in modo da giustificare il denaro che transita sul suo conto. Sempre ch un boss della camorra non bussi alla sua porta per riciclare i soldi in nero. Tra i clienti di Mario ci puoi trovare anche la crema della borghesia napoletana , alla disperata ricerca di un tagliando per esibire in caso di accertamenti fiscali o di indagini. Basta a vere una giocata della schedina e il gioco è fatto.

La criminalità organizzata si è infilata nel settore in modi diversi. Da un lato attraverso la gestione di parte dei 14 mila centri autorizzati. In altri casi con massicce giocate con denaro sporco nel caso di ricevere vincite significative e legittime.

Nel 2003 il padrino di Gioiosa Jonica , in provincia di Reggio Calabria , Nicola Lucà , mise le mani su un biglietto del Superenalotto : un biglietto da 8,5 milioni di euro , che era stato giocato nella tabaccheria del suocero. Ci mise poco a convincere il giocatore a cedergli il biglietto. Il premio fu accreditato sui conti aperti in Lombardia e in Calabria. A Casoria, i boss pagavano i pusher con biglietti vincenti delle scommesse ippiche. Mentre a casa di un boss a Castellamare di Stabia , sono stati rinvenuti ticket vincenti per un valore di svariate centinaia di migliaia di euro. E’ così che la criminalità ripulisce decine di migliaia di euro frutto del racket e del traffico di cocaina. Difficile, poi, per la polizia accertare che la giocata non è stata effettuata dall’imputato.

La criminalità ha fatto scuola. Alcuni professionisti per giustificare entrate in nero , mostrano ticket mai giocati. Con un ricevitore compiacente il gioco è semplice. Chi vince e passa all’incasso per una cifra inferiore ai 10 mila euro deve necessariamente lasciare la schedina originale : al vincitore resta una fotocopia da mostrare ad amici e parenti. E all’autorità giudiziaria se necessario.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :