C’era un tempo in cui Torino era racchiusa e protetta da possenti mura di fortificazione. Un’epoca lontana, in cui i cimiteri non erano stati ancora costruiti e i defunti torinesi venivano sepolti dentro le chiese dell’abitato. Le persone con pochi mezzi e i poveri finivano nei pozzi comuni sotto i pavimenti, mentre i ricchi avevano il privilegio di una tomba lungo le pareti della chiesa. Spesso i sepolcri gentilizi e le fosse comuni si trovavano in cripte sotterranee. Questi luoghi cupi e silenti, custodi di remote memorie cittadine, esistono tutt’oggi, ma non sono quasi mai aperti al pubblico. Con il passare dei secoli hanno visto diminuire le visite dei viventi e le persone che vi riposano sono cadute nell’oblio… così le ragnatele, la polvere e l’incuria hanno preso il sopravvento rendendo queste cripte inagibili. Magari potessi esplorare tutte le cripte ancora esistenti in Torino! Per ora ho già avuto la grande fortuna di entrare all’interno di quella che si trova sotto la Basilica Mauriziana, in Via Milano 20.
Iscrizioni identificative delle sepolture. Photo by SeeTorino
La presenza della chiesa, un tempo intitolata a San Paolo, è documentata fin dal XII secolo. Nel 1527 entrò nelle mani della Confraternita di Santa Croce, la più antica di Torino (fondata forse prima del 1300 e formata da fedeli che facevano penitenza pubblicamente, sul cui vessillo era dipinta una croce). Tra 1678 e 1699 la Confraternita fece ricostruire l’edificio, ormai conosciuto come chiesa di Santa Croce. Nel 1728 però, per volontà del re di Sardegna Vittorio Amedeo II, la chiesa venne espropriata e ceduta all’Ordine Mauriziano (di fondazione sabauda), che proprio in quell’isolato possedeva una casa e un ospedale. La Confraternita di Santa Croce confluì così nell’Arciconfraternita dei Santi Maurizio e Lazzaro, tuttora attiva, costituita per occuparsi appositamente della gestione di quella che ormai era diventata la Basilica Mauriziana.
Iscrizioni identificative delle sepolture. Photo by SeeTorino
La cripta della Basilica Mauriziana (che con ogni probabilità corrisponde a quella della vecchia chiesa di San Paolo) era visitabile fino a non troppi anni fa. Nel 1985 incauti lavori di scavo eseguiti dalla Soprintendenza ne hanno purtroppo reso indispensabile la chiusura per motivi di sicurezza. Oggi l’unico accesso alla cripta si trova in sacrestia, ma ne esisteva anche un altro, non più presente dal 1985, che comunicava direttamente con Via della Basilica. E’ stato molto emozionante per me entrare in questo luogo sconosciuto di Torino e, vi dirò, mi sembrava quasi di sentire in sottofondo la colonna sonora di Indiana Jones… man mano che scendevo gli scalini, saliva l’oscurità, la temperatura si faceva sempre più fresca e iniziava a sentirsi quell’odore di chiuso tipico delle cantine…
La volta affrescata della cappella. Immagine tratta dal volume: Lo Faso – Scordo – Reviglio, La Basilica Mauriziana, Roberto Chiaramonte Editore
L’altare della cappella e, a destra, l’ingresso alla cripta da Via della Basilica (non più esistenti) prima del 1985. Immagine tratta dal volume: Lo Faso – Scordo – Reviglio, La Basilica Mauriziana, Roberto Chiaramonte Editore
Alla fine delle scale sono sbucata nella cappella sotterranea a pianta circolare dedicata all’Immacolata Concezione di Maria Santissima. La parte superiore delle pareti della cappella e la volta (da cui un tempo pendeva un lampadario) sono affrescate con finte finestre, elementi floreali e puttini. Presso l’altare, praticamente del tutto distrutto, ogni mattina si celebrava la messa in suffragio delle anime dei defunti.
Un vasto corridoio collega la cappella con la cripta vera e propria: una grande sala con volte a crociera sostenute da dodici colonne. Illuminavano la sala candelabri da parete, non più presenti, fissati alle colonne. Ai lati di questo stanzone si aprono due ambienti, forse usati un tempo come sale anatomiche per alloggiare i defunti in attesa della sepoltura. Infine la cripta si chiude con un ultimo vano più piccolo.
La grande sala della cripta. A terra si vedono tre degli otto pozzi comuni. Photo by SeeTorino
Le tombe si trovano in tutti gli ambienti della cripta, ad eccezione delle sale anatomiche. Otto sono i pozzi comuni sotto il pavimento (che in realtà è stato smantellato… le mattonelle giacciono tristemente in un angolo, in attesa che qualcuno le rimetta al loro posto). Le tombe sono ubicate lungo le pareti, sulle quali vi sono le iscrizioni identificative eseguite a carboncino (alcune recano anche gli stemmi nobiliari dipinti), piuttosto che le epigrafi in marmo. Purtroppo molte scritte sono scomparse a causa dell’umidità e per colpa di una mano di calce che è stata passata non si sa quando e parecchie lapidi sono ormai spezzate e illeggibili.
Epigrafi in marmo. Photo by SeeTorino
Iscrizioni identificative delle sepolture con stemmi araldici dipinti. Photo by SeeTorino
Ma chi veniva sepolto qui?
Ve lo racconterò nella seconda parte di questo post… tra qualche giorno l’arcano verrà svelato, perciò… STATE CONNESSI!!
Ogni utilizzo del testo e delle immagini deve essere preventivamente autorizzato dalla Fondazione Ordine Mauriziano e dagli autori.
Le immagini di questo post sono di Maurizio Lattanzio (www.seetorino.com), che mi ha seguito con pazienza nell’esplorazione, e tratte dal volume: Lo Faso – Scordo – Reviglio, La Basilica Mauriziana, Roberto Chiaramonte Editore.
Ringrazio la Fondazione Ordine Mauriziano per avermi concesso l’autorizzazione per la visita della cripta, per le riprese fotografiche e per la redazione di questo post. Ringrazio per la disponibilità e la cortesia l’Arciconfraternita dei Santi Maurizio e Lazzaro, il generale Alberico Lo Falco di Serradifalco e il dottor Tomaso Giuseppe Cravarezza, che ci hanno accompagnato nella visita.
Approfondimenti
Fondazione Ordine Mauriziano: sito ufficiale
Per visite alla Basilica Mauriziana: Arciconfraternita dei Santi Maurizio e Lazzaro
SeeTorino: La Basilica Mauriziana