ROMA – La crisi colpisce anche i bambini. L’allarme arriva dal presidente della Società italiana di pediatria (Sip), Giovanni Corsello: “Nel 2012 si è ad esempio registrata una flessione del 4,3% nei consumi di prodotti per l’infanzia rispetto al 2011″.
Gli indicatori dell’impatto della crisi economica sui più piccoli sono molti. La percentuale della spesa sanitaria dedicata ai bambini e ai ragazzini fino a 14 anni, sottolinea il presidente Sip, “è solo il 2% circa della spesa sanitaria globale, e quella per i benefici sociali alle famiglie e ai bambini poco più dell’1%, a fronte del 2,2% della media europea”.
Dunque, avverte, “bisogna evitare che ulteriori tagli delle spese sociali e sanitarie mettano in discussione i livelli di salute che hanno acquisito i bambini in Italia, anche grazie ad una pediatria forte e diffusa, nel territorio, negli ospedali e nelle università”.
Corsello si appella al nuovo governo perché “pur essendo in un momento di difficoltà, non si facciano arretramenti sulla salute dei bambini, a partire dai più fragili”. Tutelare la salute dei bambini e promuovere il loro benessere è “l’investimento più importante per il futuro e per gli adulti di domani. Fare oggi prevenzione sui bambini vuol dire avere adulti più sani domani”.
Per questo i bambini italiani e le loro famiglie, rileva, “devono continuare ad avere nel pediatra il riferimento principale per i loro bisogni di salute, senza arretramenti nè cedimenti” anche se “il numero dei pediatri è destinato a ridursi ulteriormente nei prossimi anni.