A farne le spese sono quasi sempre i risparmiatori che vedono allungare le mani sui propri soldi messi da parte in anni di sacrifici.
L'ultimo esempio in ordine di tempo è ciò che è successo a Cipro, ma il Governo Monti in Italia non è stato da meno. Sempre in Italia, con la crisi politica che si è delineata dopo le ultime elezioni e la rielezione di Napolitano, si fa sempre più consistente l'idea di un nuovo governo Amato ed il relativo spettro di una tassa patrimoniale (sempre a carico dei risparmiatori quindi) come già fece nel 1992.
È interessante una considerazione pubblicata da Jesús Encinar (forse il principale imprenditore nel mercato online in Spagna) nel suo blog e che ripropongo qui.
Da sempre le crisi che colpiscono i debiti pubblici finiscono allo stesso modo e ciò con i risparmiatori e coloro che hanno investito i loro soldi in titoli del tesoro o obbligazioni che si vedono sottrarre i propri beni o li vedono svalutare attraverso iperinflazione.
Anche su Villa Torrigliani a Lucca si racconta una storia che può essere considerata un esempio. Nel XVII secolo la villa era di proprietà di una famiglia di mercanti locali che persero tutto quando il Re di Francia decise di non pagare i suoi debiti. I membri di questa famiglia benestante pensavano di aver custodito i loro risparmi nel forziere più sicuro d'Europa, ma da un momento all'altro si trovarono a non avere più niente.
Ai tempi nessuno poteva immaginarsi che la Corona Francese si sarebbe rifiutata di pagare i debiti. Un'altra dimostrazione che tutto ciò che sembra solido e sicuro può svanire rapidamente nel nulla (chi non ricorda Lehman Brothers valutata Tripla A il giorno prima del fallimento?)
L'iperinflazione è un altro modo di fare la stessa cosa. L'ente preposto ad emettere moneta ne stampa di più per poter pagare i debiti. Grazie a questo meccanismo, tutti coloro che nella Germania degli anni 20 avevano qualche risparmio lo persero. Ai giorni nostri questa azione viene chiamata molto più elegantemente Quantitarive Easing.
La cosa curiosa di questo processo di sospensione dei pagamenti, ristrutturazione del debito ed inflazione è che son processi che durano anni, segnati da alcuni momenti di accelerazione. La situazione cambia in pochi anni fino a diventare irriconoscibilie, però non esiste un giorno che possa marcare il prima ed il dopo.
Ma la domanda è: uno stato può uscire da una situazione di alto indebitamento puntando solo sulla crescita?
I debiti non possono essere ridotti sperando nel mito della crescita, ma solo rifiutandosi di pagarli, attraverso l'iperinflazione o utilizzando metodi eccezionali e dolorosi (come fece Ceausescu in Romania che per pagare i 9 Miliardi di Dollari di debiti accumulati negli anni '80 condannò la nazione alla miseria).
Cosa deciderà di fare ora l'Europa? Rifiutarsi di pagare, ricorrere all'inflazione o le sarà il momento delle solite lacrime e sangue per i risparmiatori?