La crisi e l'italiano

Creato il 05 marzo 2012 da Strippi
Crisi,crisi,crisi.
Non c'è parola che, da due anni a questa parte, sia stata pronunciata più spesso.
Lo stato è in crisi, le aziende sono in crisi, tutti siamo in crisi.
Bisogna aiutare le aziende in crisi, ma qui iniziano i problemi.
L'Italia è un paese liberista, capitalista con una scelta in campo economico ispirata al citatissimo e abusato "libero mercato". A prescindere se questa sia una scelta giusta o meno la logica impone che nel libero mercato se ce la fai bene, se non ce la fai chiudi. Punto. Lo stato si deve fare i beneamati fatti suoi. Niente aiuti, niente sovvenzioni. Nada de nada. Ma facciamo finta di niente.
Facciamo finta di niente anche sul fatto che le sovvenzioni alle aziende sono quasi sempre a fondo perduto mentre il mio prestito in banca a dei tassi d'interesse che anche uno strozzino si vergognerebbe di applicare.
Sempre finta di niente, oggi voglio avere le fette di salame proprio dentro agli occhi.
Ma rimane una cosa che non capisco.
A rigor di logica una azienda dovrebbe dirsi in crisi nel momento in cui spende più di quel che guadagna. Se mantenere aperta e funzionante la mia ditta mi costa 1000 e io incasso 900 sono in crisi. Semplice.
E invece no. Se la mia attivita mi costa mille e l'anno scorso ho incassato 1 milione e quest'anno incasso 500mila io sono una azienda in crisi.
Eh?
Si, hai diritto a chiedere aiuto allo Stato.
Eh?
Si e puoi applicare scelte come la cassa integrazione e la mobilità quindi lasciare persone a spasso.
Impossibile.
Invece è così. (potete controllare le modalità della mobilità e della cassa su internet non vi prendo in giro)
Quindi un azienda che è largamente in attivo ma meno dell'anno precedente lo Stato Italiano la considera in difficoltà e la aiuta.
Va bene. però un momento se vale per loro deve valere anche per me. Se l'anno scorso da lavoratore dipendente guadagnavo mille euro e quest'anno ne guadagno 800 lo Stato italiano mi aiuterà?
Fidati.
Bisogna iniziare a rendersi conto che la crisi alle aziende vere, quelle importanti ( non il tabaccaio con due dipendenti)  fa un enorme favore. Permette loro uno snellimento del personale in barba a tutte le norme del diritto del lavoro e di quell'articolo 18 tanto criticato quanto aggirato.
E colmo dei colmi si prendono pure sovvenzioni da uno Stato con l'acqua alla gola che per salvare queste aziende mi alza le tasse. Cornuto e mazziato.
Mi sta salendo la bile ma la ricaccio giù. C'è la crisi. Non si butta via niente