C’è chi, non a torto, spesso la indica come la prima e più efficiente azienda italiana, ma in un periodo difficile come questo anche la Mafia è costretta a riorganizzarsi e a contenere le spese per tirare avanti, in attesa di vacche grasse.
Quartiere Noce di Palermo, zona in via di riassetto dopo che una retata in ottobre aveva portato a 41 arresti tra cui quello del boss Fabio Chiovaro. Il suo manganellatore Renzo Lo Nigro inizia pian piano a prendere il controllo, ma si trova costretto ad attuare una particolare spending review perché il pizzo non rende più come un tempo. Gli imprenditori sono sempre di meno e sempre meno ricchi, le denunce aumentano.
Lo Nigro prende atto della situazione e taglia i sussidi destinati alle famiglie dei boss detenuti. In un’intercettazione una donna di mafia si sfoga così:
Devo campare a me, deve campare a mio marito, deve campare i miei figli. Novembre, dicembre, gennaio, e poi non si è visto più nessuno. Non è giusto che abbandoni mio marito. Non si discute così, però non è giusto che abbandoni pure a mio marito che per te si è levato la vita.
I malavitosi sono anche costretti a diversificare le attività. Mancando i soliti introiti dalle estorsioni, Cosa Nostra riprende in mano la gestione diretta della cocaina. Non più venduta su larga scala, ma al dettaglio. Non solo ai ricchi, ma soprattutto ai giovani, con prezzi abbordabili: un grammo a 50 euro. Meno rischi e liquidità immediata.
Il boss Lo Nigro e i suoi luogo tenenti Girolamo Albanese e Mario di Cristina sono stati arrestati stamattina nell’ambito di un’operazione gestita dai Pm Francesco de Bene, Lia Sava e Giorgio Stassi della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo.
Fonte: Il Fatto Quotidiano