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La crisi in Grecia: Giovani prostitute low cost e disoccupazione

Creato il 26 maggio 2013 da Informazionescorretta

z11228-traffickingCrisi economica e disoccupazione hanno fatto volare il numero di persone che si prostituiscono in Grecia, che in due anni è aumentato del 150 per cento, riporta il New York Times. Non solo, ma l’aumento dell’offerta di sesso a pagamento ha spinto molte prostitute a vendersi per pochi euro: sempre più donne sono spinte dalla disperazione a vendere l’unica cosa rimasta, il proprio corpo, costringendo molte di esse a “deflazionare” i prezzi pur di attirare clienti.

La realtà appare piuttosto sconcertante: il blog Lens del quotidiano statunitense racconta la storia di una giovane prostituta, disposta a vendersi per appena cinque euro per avere soldi per mangiare, ma anche per procurarsi della Shisha. Si tratta di una droga, chiamata come la celebre pipa ad acqua turca, ma che propriamente è una metanfetamina talvolta sintetizzata anche con l’acido delle batterie: viene venduta a tre-quattro euro al milligrammo, e perciò è conosciuta come la cocaina dei poveri. Il cibo, evidentemente, non basta per dimenticare il proprio dramma, ed è necessario un pericoloso aiuto chimico per avere un po’ di sollievo.

Dopo cinque anni di recessione la disoccupazione fra i giovani greci è arrivata a ben oltre il 50 per cento, ma in alcune zone della Grecia può raggiungere vette ben più alte, come il 75% del caso della Macedonia occidentale, dove, tra l’altro, la deindustrializzazione ha spinto la disoccupazione totale dal 12 per cento del 2007 al 30 per cento del 2012. Almeno altre tre regioni della Grecia, secondo dati Eurostat, vedrebbe la propria disoccupazione giovanile oltre o comunque molto vicino alla soglia del 60 per cento, dato condiviso, peraltro, con molte regioni spagnole.

La crisi greca, e molto probabilmente anche altre crisi europee, lasceranno un pesante fardello per il futuro: recuperare queste persone, di solito giovani, che si umiliano prostituendosi per pochi spiccioli, che entrano nel giro della droga, o che contraggono malattie a causa di queste pratiche pericolose non sarà facile.

Il piano europeo per la disoccupazione giovanile dovrebbe riportare speranza per questi giovani, almeno a parole, ma per farlo servono soldi dai Paesi in salute, che però sembrano distanti anni-luce da ciò che accade oltre i propri confini: la disoccupazione giovanile in Germania, Austria e Paesi Bassi non è per nulla un dramma, anzi in molte regioni di questi Paesi la piena occupazione, per giovani e non, è un’allegra realtà.

Si tratta di differenze sempre più inaccettabili: un’Europa in cui vi sono simili sbalzi fra le economie non può neanche lontanamente definirsi “Unione”. L’unica risposta contro la catastrofe sarebbe unirsi davvero, e accettare il fatto che un problema in Grecia è un problema anche a Bruxelles, Berlino o Helsinki. Ma favorire gli interessi nazionali, al momento, appare ancora come la priorità, nonostante la realtà delle recessioni degli ultimi anni dimostri che gli egoismi non hanno fatto altro che far avvitare sempre più la crisi dell’Europa, anche in quei Paesi apparentemente (sempre meno) in salute.

http://it.ibtimes.com


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