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La crisi peggiora secondo l’Eurispes. Anche i piccoli privilegi fanno male

Creato il 01 febbraio 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Due euro di rimborso per un cappuccino, qualche altro per una brioche o un panino. Ridicolo che questi siano argomenti di articoli di cronaca giudiziaria. Formigoni aveva annunciato avvisi di garanzia che con abile operazione mediatica sono stati cucinati e serviti per bene. I consiglieri regionali i centrosinistra apparivano ben preparati. E per la verità i documenti sulla loro attività politica confermano un impegno serio.
Non è cronaca giudiziaria seria. Però si consideri il punto di vista del lavoratore. Chi lo vede un rimborso spese? Pochi euro, un diritto semplice, che non crea particolari problemi. Ma c’è chi questi diritti non li ha. Se pranza al bar conta gli euro. Il suo stipendio viene consumato da piccole spese e compresso senza rimedio. Un quarto se ne va in pause pranzo, nelle grandi città.
Non per dire che tutti i politici sono uguali, anche chi non ruba. Esiste poi un carriera, una gavetta anche peri politici bravi, nei partiti seri.
C’è una questione di sensibilità. Qualcuno, forse molti, vorrebbero sentirsi rappresentati. Sapere che chi ha molto più potere affronta anche gli stessi sacrifici.
I soldati amavano il generale Garibaldi che dormiva tra loro, senza privilegi, e combatteva pure lui.
Il legame tra soldati e generale era così forte che doveva essere Nino Bixio il duro a far rispettare la disciplina militare.
Molti cittadini forse sperano in candidati uguali a loro, come loro, e molto più preparati.

L’Eurispes fa sapere che la crisi economica peggiora, eccome. Riporto un’articolo del Corriere, con alcuni commenti del tipo cui intendevo.

Corriere della Sera > Economia > Rapporto Eurispes: oltre la metà degli italiani non è più in grado di sostenere la famiglia
IN AUMENTO I LAVORI INFORMALI, E I PRESTITI DA PARENTI E AMICI
Rapporto Eurispes: oltre la metà degli italiani non è più in grado di sostenere la famiglia
Il 73,4% degli italiani nel corso del 2012 ha constatato una diminuzione del proprio potere d’acquisto

(Ansa)
E’ un vero e proprio grido d’allarme sullo stato di salute economico degli italiani quello che arriva dall’ultimo rapporto Eurispes.
LAVORO – Il 53,5% dei nostri connazionali afferma infatti di non essere più in grado di sostenere adeguatamente il proprio nucleo familiare (37,1% poco, 16,4% per niente). Quasi i due terzi dei lavoratori (61,3%) affermano che l’attuale occupazione non permette loro di sostenere spese importanti quali l’accensione di un mutuo, o l’acquisto di un’automobile (22,2% per niente, 39,1% poco). La famiglia d’origine resta rifugio e fonte di sostentamento per quasi il 30% dei lavoratori (chiede abbastanza aiuto alla famiglia il 19,6%, molto aiuto l’8,6%).
Per ovviare poi alla mancanza di lavoro l’italiano, oggi come ieri, sembra sempre alla ricerca della tradizionale «spintarella». Dal Rapporto Italia 2013 dell’Eurispes emerge infatti che il 21% degli italiani è infatti ricorso a una raccomandazione per trovare un lavoro. Il 27% di chi ha un’occupazione, invece, dichiara di averlo trovato tramite una candidatura spontanea e solo il 9,1% si è rivolto a un Centro per l’impiego (4%), o a un’Agenzia per il lavoro (5,1%).

CONSUMI – Il 73,4% degli italiani nel corso dell’ultimo anno ha poi constatato una diminuzione del proprio potere d’acquisto: il 31% molto, il 42,4% abbastanza. Il 22,2% ha riscontrato in misura contenuta una riduzione del proprio potere d’acquisto e solo il 4,4% per niente. Del resto solo un italiano su venti si dice sicuro di riuscire ad accrescere i propri risparmi nel corso del 2013. Al contrario due italiani su tre sono pressochè sicuri che non riusciranno a mettere nulla da parte nell’anno in corso.

TASSE – Più di due famiglie su tre sentono poi che il peso del fisco è aumentano nel corso dell’ultimo anno. Per il 41,7% nel 2012 l’incremento è stato netto, mentre un altro 27,5% ritiene che il fardello fiscale è «un po’» cresciuto; complessivamente, quindi, il 69,2% ritiene che il prelievo sia aumentato.

VITA QUOTIDIANA – Come cambia poi la vita quotidiana secondo l’Eurispes? «Nella quasi totalità dei casi le abitudini degli italiani si sono modificate limitando le uscite fuori casa (91,8%, in forte aumento rispetto al 73,1% registrato un anno fa)». Tra i dati rilevati da Eurispes, anche il «vertiginoso aumento il fenomeno dei compro oro», ai quali si è rivolto nel corso dell’ultimo anno «il 28,1% degli italiani», con «una vera e propria impennata» rispetto all’8,5% dell’anno prima. «Sono soprattutto le donne (31,6%) rispetto agli uomini (24,5%) a scegliere di vendere i propri preziosi». Di più al Sud. In aumento «anche i lavori informali per arrotondare»: il 26,8% del campione ha svolto servizi presso conoscenti, dall’assistenza ad anziani, a artoria, babysitter, vendita di oggetti autoprodotti, pulizie, giardinaggio. Mentre, quanto al rischio usura, il 14,4% ammette di «aver chiesto denaro in prestito a privati (non parenti o amici) non potendo accedere a prestiti bancari»

Redazione Online
31 gennaio 2013 | 14:42
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l’ altra metà però….
31.01|23:52 Brizzolone
…si è data alla politica

Per tutti quelli che sperano in una nuova classe politica
31.01|23:24 notabene
I problemi che ha l’Italia, non li può risolvere nessun politico vecchio o nuovo. Il debito pubblico è circa 2000 miliardi di euro. Diviso 37 milioni di lavoratori attivi, fa 54000 euro di debito a testa. Significa lavorare per anni per lo stato invece che per sé e la propria famiglia (una patrimoniale è del tutto insufficiente: i ricchi non sono così numerosi e non sono così ricchi, ma la sinistra non lo dice per populismo). Questo regalo ci è stato fatto a partire dagli anni 70/80 dalla DC e dalla sinistra in tutte le sue forme (che governava anche dalla piazza con gli scioperi ed il terrorismo). Con la globalizzazione il problema, rimasto sopito per decenni, è esploso. Possibili soluzioni (nessuna esente da grandissima sofferenza per la gente): ristrutturazione del debito, fallimento, uscita dall’euro e svalutazione del 20%. Oppure la Crescita. Ma non è lo Stato che fa la Crescita. Gli investimenti dello stato si fanno aumentando le tasse (ancora?), o creando moneta (solo con la lira), ma questo crea inflazione (=i soldi diventano cartaccia), o facendo debiti (chi ce li dà i soldi?). La vera Crescita la fanno i cittadini, con la loro imprenditorialità. Dunque meno Stato nell’economia, meno burocrazia, meno spesa pubblica (spiacente ma il welfare per un po’ ce lo scordiamo). Quindi la soluzione è: MACROREGIONI e trattenere il 75% delle tasse nel territorio, anzi NELLE TASCHE DEI CITTADINI. Meno Monti e meno sinistra, che non sa come si crea la ricchezza, sa solo sprecarla.

Mi meraviglio che …
31.01|23:15 sceglietevene un altro
… Non intervenga anche la CGIA di Mestre, che in quanto a catastrofismo non vuole mai essere secondo a nessuno.

Ma si mi voglio sentire ottimista pieno di speranza e dire
31.01|22:27 toppato
come il signor Berlusconi che va tutto bene,gli Italiani vanno in vacanza pizzerie ,ristoranti discoteche,sono pienissime,in poche parole siamo una nazione ricca e benestante,tutte le statistiche però lo smentiscono l’Eurispes dice il contrario chi mente?Il giullare o questa società di statistiche?Aspetto una risposta dopo le elezioni.

Queste statistiche servono a qualcosa?Forse si a fare incavolare di più gli Italiani.
31.01|21:55 toppato
E si il motivo è molto semplice mentre una massa enorme di persone stringe la cinta fa prestiti per pagare le tasse,succede che poi i nostri soldi finiscono nella maggior parte dei casi nelle tasche dei politici dei partiti nel pagare i rimborsi ai vari consiglieri regionali che hanno diritto a presentare le spese sostenute per fare politica cioè andare al bar a prendersi il caffe sposare la figlia, comprare fiori ecc ecc……..noi Italiani

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