Le parole di Mereghetti echeggiano ancora nelle pagine di molti siti e blog, come è giusto che sia. Non ritornerò sulle parole del critico milanese, con in quale stranamente mi trovo d’accordo, ma alcuni commenti mi hanno fatto venire l’orticaria.
Non mi è chiaro il motivo per cui se sei un giornalista, un esperto, una mente eccelsa o un nome importante hai il diritto di aprire un blog e scrivere ciò che vuoi, invece se sei uno sconosciuto diventi il male del web, nonché il male assoluto. Spero di parlare a nome di molti bloggers “colleghi” quando faccio determinate considerazioni; questo blog, come molti altri del resto, non è certamente nato per sostituire illustri critici, egregi giornalisti o importanti esperti, ma è un semplice luogo di sfogo. E anche di condivisione, perché no. Se i blogs danno la possibilità di poter parlare e chiacchierare liberamente di ciò che più ci aggrada, non vedo dove sta il problema.
Ripeto ancora: parlare e chiacchierare liberamente.
Non voglio di certo educare, indirizzare e manipolare gli utenti, voglio solamente condividere con loro le mie considerazioni, giuste o sbagliate che siano. E magari dar vita a un dialogo o a un dibattito. Considerazioni che giungono da un semplice comune mortale, che non chiede assolutamente autorevolezza e rispetto.
L’educazione e l’insegnamento non mi competono, li lascio a chi ne sa più di me. Non voglio sostituirmi agli illustri critici, ai giornalisti e ai professori, non possiedo ancora gli strumenti adatti, anche perché sto dall’altra parte della barricata, per il momento.
I blogs cinematografici sono accusati di aver sancito la morte della critica, perché darebbero troppo spazio a incompetenti e presuntuosi. E’ anche vero che la rete è ricca di gente che si sfinge esperta e competente, ma fare di tutta l’erba un fascio è decisamente sbagliato e fuori luogo. Basterebbe solo un pizzico di indifferenza.
L’autorevolezza e l’enorme importanza che vengono dati ai bloggers. Lì sta il problema. Nel momento in cui si pensa che un semplice blog di cinema o di musica possa sostituire critici o giornalisi che hanno alle spalle anni di studi e specializzazioni, ecco che la critica muore.
E’ chiaro, ed è pure banale e fastidioso ripeterlo, che lo studio e la competenza rappresentano il confine netto tra critico/giornalista e semplice blogger. Chi studia merita autorevolezza, non certo chi apre un blog dall’oggi al domani.
Non posso accettare chi mi etichetta come il “male della rete” solamente perché mi esprimo e ho delle opinioni. Non posso tollerarlo nemmeno da un giornalista, da un critico, o da un presunto tale.
Se il web mi da questa opportunità, e in giro ce ne sono davvero pochissime, io la sfrutto, ma non chiedo autorevolezza. Non sono un critico e, per il momento, non voglio esserlo.
Ma ci avete mai pensato al fatto che magari, dietro a un blog, possa esserci un/a ragazzo/a che studia, che si vuole specializzare e che cerca di apprendere gli strumenti necessari per crearsi una professione?! Ci avete mai pensato al fatto che un blog possa nascondere, anche se raramente, il seme del critico cinematografico/musicale/teatrale del futuro? Ecco, pensateci!Non tiro certo acqua al mio mulino, non sono così presuntuosa….o forse no?! Chissà!
La democrazia della rete ha creato spesso molti problemi, ma da qui a dire che rappresenta il male assoluto c’è un abisso. Anche la migliore delle democrazie ha bisogno di una continua manutenzione. Se non educhiamo gli utenti, se non fissiamo delle barriere di autorevolezza, se uccidiamo il dialogo, virtuale o reale che sia, fomentiamo il male.
L’educazione all’ignoranza, quella che fa da padrone in questo paese, uccide la critica, non certo i blogs.
Scusate lo sfogo!
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