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La croazia dice si' all'ue: c'e' ancora fiducia nell'europa

Creato il 29 gennaio 2012 da Pasudest
LA CROAZIA DICE SI' ALL'UE: C'E' ANCORA FIDUCIA NELL'EUROPAdi Marina Szikora [*]
La Croazia ha scelto l'Europa. Al referendum svoltosi domenica, 22 gennaio 2012 a favore dell'ingresso della Croazia nell'Ue si e' espresso il 66 percento di votanti contro il 33 percento degli euroscettici che ritengono sia meglio che il loro paese non aderisca ancora all'Ue. Almeno per quelli che hanno deciso di recarsi alle urne in una giornata calda e solare, quasi primaverile, non vi e' stato nessun dubbio: essi hanno optato per la decisione storica che vedra' definitivamente la Croazia come 28-esimo paese dell'Ue. Questo e' stato il secondo referendum per i cittadini croati, il primo, ricordiamolo, quello del 1991 quando la stragrande maggioranza della Croazia aveva deciso la separazione del loro paese dall'ex Jugoslavia. L'unico sapore amaro di questo referendum riguarda la molto bassa affluenza alle urne: il 43,51 % percento degli aventi voto.
"Un grande sì europeo e' stato detto" cosi' il presidente croato Ivo Josipović dopo i primi risultati referendari, in un'atmosfera di festa, insieme agli altri due presidenti, quello del governo e quello del Parlamento e molti altri invitati al Sabor croato. Nel suo primo discorso, Josipović ha ringraziato pero' anche quelli che si sono detti contrari all'ingresso della Croazia nell'Ue aggiungendo che si terranno presenti anche la loro opinione, le loro paure e dilemmi. "Sono certo che la Croazia puo' e che la Croazia sa. La decisione odierna ha marcato definitivamente la Croazia in quanto paese europeo, il paese del futuro europeo" ha detto Ivo Josipović nella serata del si' europeo. In un'intervista per il quotidiano di Zagabria 'Jutarnji list' in vista dell'esito referendario, il capo dello stato croato aveva valutato che un chiaro messaggio dei cittadini croati a favore dell'ingresso nell'Ue sara' una forte motivazione al Governo e alle altre istituzioni dello stato di continuare con le riforme e ai cittadini di accettare e sollecitare queste riforme.
Il presidente Josipović ha espresso desiderio che il successo del referendum porti a quello che lui ritiene il piu' importante: un cambiamento del modo di pensare e di fare della gente. Un forte stimolo anche per gli investimenti, effetti positivi in diversi settori economici ma soprattutto in quello turistico. Una speranza che in particolare le generazioni piu' giovani sviluppino lo spirito imprenditoriale e la creativita' necessaria affinche' da soli, senza aspettarsi che lo stato possa risolvere tutto, realizzino i loro diritti e la loro esistenza. Anche per il neo premier Zoran Milanović il successo al referendum e' una decisione storica: "questo e' forse anche un momento di svolta nella nostra storia. Da oggi per le nostre decisioni definitivamente siamo responsabili da soli, il successo o l'insuccesso dipende da noi stessi" ha detto il capo del governo croato nella notte del risultato referendario.
"I croati con una grande maggioranza hanno appoggiato l'ingresso nell'Ue, con una risposta inaspettatamente positiva al referendum che Bruxelles nervosamente attendeva temendo reazioni antagoniste" ha scritto il 'Guardian' britannico aggiungendo che "mentre l'Ue sta affrontando la piu' peggiore crisi della sua storia, si temeva che il pessimismo che sta inghiottendo l'Europa potrebbe mettere a repentaglio anche il sentimento pro europeo in Croazia". Secondo il giornale britannico "si e' conclusa la grande ondata di allargamento dell'Ue, il blocco in cui nell'ultimo decennio hanno aderito 12 paesi. La domanda di adesione della Turchia – il paese ha iniziato i negoziati insieme alla Croazia nel 2005 – e' ancora ferma. Il resto dell'ex Jugoslavia e l'Albania aderirebbero volentieri e Bruxelles in maniera non sincera appoggia questo obiettivo. Probabilmente passera' un decennio prima che la Serbia, BiH e altri paesi siano ammessi nell'Ue, se mai questo avvera'. Se la Croazia domenica scorsa avesse rigettato l'adesione al referendum, questo sarebbe stato vissuto come una catastrofe e la Croazia verrebbe avviata verso la palude balcanica, conclude il 'Guardian'.
Grande interesse sull'esito referendario croato c'era tra numerosi giornalisti stranieri, ma in particolare tra i media della regione balcanica. Nessun dubbio che le esperienze e sfide croate sono e saranno molto utili per tutti i paesi dell'Europa sudorientale che allo stato attuale si trovane davanti alle porte dell'Ue, alcuni di loro con nemmeno uno status di candidato. La Bosnia Erzegovina e' l'unico dei paesi della regione che non ha ancora applicato per l'ingresso nell'Ue. Cio' nonostante, il cammino positivo della Croazia per alcuni significa nuove speranze. Cosi', Mehmed Handžić, cittadino di Bihać afferma "che per l'ingresso nell'Ue i nostri vicini hanno lottato dalla guerra fino ad oggi. Lo hanno meritato. Ho vissuto in Croazia dal 1995 per un po' di tempo e so qual e' l'umore". Asim Osivčić di Sarajevo si augura che tutti possano trarre pregi da questa situazione. Nonostante una certa rivalita' ereditata, la maggioranza dei cittadini della BiH guarda positivamente all'ingresso croato nell'Ue. Contrariamente, per quanto riguarda il progresso della Serbia, sono molto critici verso l'appoggio alle forze separatiste in BiH.
Generalmente positive anche le reazioni in Serbia. Il presidente serbo Boris Tadić congratulandosi con i cittadini della Croazia ha valutato che hanno preso una decisione buona per il futuro delle loro generazioni. "Questa decisione e' di enorme importanza per il futuro della Croazia, ma anche un segnale positivo per tutta la nostra regione" ha scritto Tadić nel suo messaggio di congratulazioni al suo collega croato Ivo Josipović e al premier croato Zoran Milanović. Tadić ha precisato che l'ingresso della Croazia nell'Ue apre maggiori possibilita' per l'integrazione della Serbia e degli altri paesi dei Balcani occidentali nell'unione dei popoli europei che hanno uguali diritti. "L'Ue significa il rispetto e l'attuazione degli standard e delle leggi europee ed e' la prospettiva per una vita migliore, piu' sicura e piu' pacifica per tutti i cittadini della nostra regione che durante la sua storia e' stata appesantita da guerre, tensioni e turbolenze. Questa e' l'unica via con la quale lasciamo i conflitti alle spalle e apriamo nuove pagine di pace, tolleranza e collaborazione" si legge nel messaggio di Boris Tadić. Congratulazioni ai vertici e ai cittadini croati anche da parte del presidente sloveno Danilo Tuerk. L'ex premier sloveno Borut Pahor ha qualificato la decisione al referendum quale “una decisione epocale per i croati”.
[*] Corrispondente di Radio Radicale. IL testo è tratto dalla corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi

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