di Cesare Minutello
Oskar Kokoschka, La sposa del vento, (La Tempesta), 1914, Olio su tela
così distante terso il nostro cobalto
quando ci pensi ma ci pensi più ?
e verdi i tuoi occhi stavano a guardare
protesi su primule e aneliti
nel folto d’una caligine senz’aura e volto
e la cruna dell’ago che i vespri rammenda
ti riporta a me e zefiro risveglia
da migrazioni d’orrori e povertà
sapori d’amori così lontani
disfatti dalla vita che s’infrasca
nella sguainata burrasca d’altri destini
arsi d’agguati di bui d’altri sorrisi