La cuccia vuota

Creato il 09 settembre 2014 da Mcnab75

Oggi avrei voluto parlare d’altro, e a lungo ho riflettuto sull’opportunità di farlo comunque.
Poi ho deciso altrimenti.
Oggi Lothar, il mio cane, mi lascerà. Una brutta e improvvisa malattia richiede una decisione affinché smetta di soffrire. Una settimana di cure intense non ha fruttato alcun risultato, perciò le opzioni a mia disposizione stanno a zero.
Non credo sia necessario spiegare come mi sento – né come mi sono sentito in questi ultimi cinque giorni.
Un giorno uno scrittore in gamba mi disse, scherzando, che se si vuole ottenere un impatto sicuro sui lettori (affetto, commozione, dolore) basta inserire un cane nella storia. Ovviamente non funziona su tutti, ma capisco benissimo perché funziona su molti.
Lothar, come fanno moltissimi cani coi loro padroni, mi ha dato tanto chiedendo in cambio pochissimo. In sostanza voleva solo affetto, e due pasti al giorno.

Non amo umanizzare eccessivamente l’analisi del rapporto tra uomo e animale, nel senso che so bene siamo due specie diverse, mosse da istinti diversi.
Ciò non toglie però che possono essere rapporti fortissimi, a volte più che tra esseri umani.
Del resto, vedendo quel che è diventata la razza umana col passare del tempo, riesco a comprendere perché qualcuno preferisca l’affetto immediato di un cucciolo…

Lothar è arrivato in casa mia due settimane dopo la morte di mio papà.
Il suo percorso di vita è dunque coinciso con alcuni dei miei anni più difficili. La sua presenza è stata silenziosa ma intensa e costante. Nessun tradimento da parte sua, nessuna negazione di un momento d’affetto, nemmeno in questi giorni in cui stava male.
Non credo sia lecito chiedere altro a un essere vivente.
Non credo nemmeno che sia necessario aggiungere altro a questo post

Ciao Lothar, fratellone peloso.
Grazie di tutto.

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(A.G. – Follow me on Twitter)


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