C’era una insolita nebbiolina e una leggera pioggia che emulsionava i muri delle case. Non era ancora sera, ma il pomeriggio declinava dolcemente, colorando tutto della nuance dell’oro antico. Dentro all’osteria nessun passante, gli avventori eravamo noi quattro: io, Brunin, Anselmo e Lefteris, un giornalista greco-cipriota che ogni tanto mi viene a trovare. Per una volta dietro i fornelli non c’è andato Brunin, ma Lefteris.
Ha imbandito in una mezz’ora scarsa quello che lui chiama il Mezes. Un tempo incredibilmente breve, tanto che, suppongo, si sia fatto preparare il cibo da sua moglie. Più che una merenda vera e propria è un gioco gastronomico e conviviale. Un gesto di ospitalità che risale ai tempi di Omero, tornato oggi di moda perchè è ben si adatta ad un tipo di vita veloce e attento al cibo. In pratica tutto il desco è stato imbandito di una varietà incredibile di cibo, a porzioni ridotte: pane, formaggio, olive, polpette, cous-cous. In più c’è la sorpresa (quel giorno erano delle foglie di vite ripiene di riso. A me non sono piaciute, ma questo non è il punto).
Secondo un’ingegnosa definizione di ispirazione architettonica (i greci sono maestri in queste cose), la cucina italiana ha una struttura verticale, mentre le altre cucine si sviluppano orizzontalmente. Infatti i vari patti del Mezes si servono contemporaneamente. La condivisione dei piaceri della vista, dell’olfatto, prima ancora che del palato, ha scatenato commenti e scambi di opinioni e ricordi. Abbiamo anche riso di gusto, ma a questo penso abbia contribuito in maniera determinante il Vermentino.
Nel bel mezzo del Mezes è entrato un cliente, chiaramente imbarazzato per la situazione. Voleva solamente un caffè. Alla fine si è seduto anche lui, sciogliendosi fino a diventare un vecchio amico sparito per troppo tempo. Il trucco è quello di presentare il Mezes come un dono a Giove, che è la divinità che protegge lo straniero (sono parole di Lefteris). Comunque ha funzionato.
Al di là dei dogmi e delle differenze di pensiero, la condivisione del cibo è un concetto fondamentale per molte religioni. Che si oppone alla xenofobia.
È l’accoglienza dello xenos, dello straniero. È la porta aperta per l’alieno. L’italieno...