...la cultura non fa per noi... (o cosi' ci fanno credere)

Creato il 08 dicembre 2010 da Desmovalvo @desmovalvo

foto:flickr

Vi e' mai capitato, durante un telegiornale o mentre leggete un articolo sul web o su carta, di fermarvi attoniti a chiedervi se cio' che stiamo vivendo e' reale? Nella mia vita i dieci (almeno) minuti quotidiani di smarrimento sono una costante. E' davvero reale questo mondo? Ci puo' davvero essere un governo in una nazione che NON crede nella cultura? Soprattutto poi in una delle nazioni piu' importanti al mondo... Ci puo' essere una nazione che non investe nei giovani e nel loro futuro per migliorare? Queste sono le prime di una lunga serie di domande che mi viene naturale pormi e che a catena generano altre dozzine e dozzine di interrogativi preoccupanti sul futuro di ogni persona che viva in Italia.
La riforma proposta dal ministro Maria Stella Gelmini e' probabilmente solo la continuazione di un lungo armageddon nel quale questa nazione e' immersa. Il DDL, approvato per ora solo alla camera dei deputati, prevede una serie di punti sconcertanti. Non ve ne accorgerete mai fermandovi ad ascoltare i telegiornali, nemmeno leggendo soltanto i titoli dei giornali in edicola, nemmeno ascoltando due parole qua e la'. Dovete informarvi!!! L'informazione attualmente nel nostro Paese (piu' che altrove) e' profondamente veicolata: non ci possiamo fidare di cio' che ascoltiamo in televisione, assolutamente. Non possiamo scegliere un quotidiano a caso e leggerlo, nemmeno per idea. Lo stesso vale per Internet, guai a fidarsi della prima fonte di informazione che troviamo. E' necessario filtrare cio' che i media ci offrono, talvolta addirittura andar dritti alla fonte e non cercare intermediari. Da mezzi di informazione sbagliati (sia a causa di manipolazione che di ignoranza degli autori) potrebbe risultare che la suddetta riforma sia la vera soluzione a tutti i problemi del Paese, che sia il modo per tagliare tutte le spese inutili e nonostante tutto migliorare il sistema universitario italiano. No signori, non e' cosi'. Cio' che stiamo rischiando con questa riforma e' la seria immissione dei privati nelle universita' pubbliche. I privati porterebbero denaro alle facolta' martoriate da anni e anni di tagli (che continueranno...). Ma a che prezzo? I privati nelle universita' non sono un modo per l'universita' di non perder le mutande. Le aziende, investendo, nell'universita' cercherebbero di spingere la ricerca sui loro campi d'interesse svantaggiando, chiaramente, eventuali ricerche concorrenti e penalizzando ancor di piu' facolta' lontane dai loro interessi. Come possono farlo? Semplice, grazie a questa riforma che prevede anche la modifica degli organi che compongono l'universita'. Alcuni organi verrebbero privati di potere, in altri invece sarebbe possibile l'ingresso di rappresentanti dei finanziatori. Vedete ancora di buon occhio l'arrivo dei privati nelle universita'?
Vogliamo parlare poi dei tagli sul personale? Con il DDL vi sara' il cosiddetto blocco del turnover. Per ogni 5 docenti che vanno in pensione, soltanto 1 viene assunto. Potrebbe sembrare un bene ridurre il personale e quindi le spese... Anche qua basta riflettere un po'... Ogni facolta' deve garantire un minimo di docenti per un tot di studenti. Riducendo i docenti devono essere ridotti i posti disponibili per gli studenti in ogni facolta'. Segue il numero chiuso, segue un numero piu' basso di persone che possano accedere al mondo universitario. Gli atenei pero' non subiranno solo tagli in termini di personale e non soffriranno solo dei tagli generali all'istruzione. Gli atenei subiranno dei tagli se non meritevoli, se non sono in grado di immettere subito i loro laureati nel mondo del lavoro. Ma cio' non dipende forse anche dal contesto in cui un'universita' si trova??? Un'universita' come quella di Lecce che sforni laureati in Ingegneria in una zona che rispetto al resto d'Italia e' decisamente piu' arretrata dev'essere penalizzata? O forse e' necessario credere e investire in queste realta' nella speranza di colmare il gap con il resto del Paese?
La riforma prevede anche un limite al mandato dei rettori: massimo 8 anni per evitare che questi possano accumulare troppo potere... Mmm... E perche' allora non estendere tutto cio' ai signori politici? 40, 50 anni in parlamento non son forse un po' troppi???
Con il DDL si provera' ad eliminare anche le cosiddette baronie, ovvero famiglie di professori ormai insediate nell'universita'. Padri, figli, cugini e nipoti tutti professori e tutti all'interno della stessa universita' e dello stesso dipartimento. Bene. Un punto a favore. Ne siamo sicuri? Andate a vedere allora come verranno effettuati i concorsi secondo la riforma... Probabilmente non vi tornera' qualcosa...
Sapete spiegarmi poi perche' tutti i provvedimenti in materia di tagli non si applicano anche agli atenei privati (che fra l'altro son finanziati dai soldi pubblici)???
Queste sono perplessita' e considerazioni mie personali, io sono un ignorante per quel che riguarda leggi e linguaggi giuridici, pertanto potrei sbagliarmi. Le mie considerazioni potrebbero essere del tutto sbagliate, quindi vi invito a commentare e farmi sapere il vostro parere. Di certo pero' mi sento di rivolgere un ringraziamento a tutti coloro che lottano contro questa riforma, a tutti quelli che non stanno zitti e subiscono in silenzio. Di silenzio ce n'e' anche troppo e il brutto e' che in gran parte questo proviene dal menefreghismo della gente nei confronti della realta' che li circonda. Svegliamoci ragazzi!!! Questa riforma e' una zappa sui piedi di ognuno di noi. Studenti o no, tutti risentiremo delle conseguenze di questo decreto!!! Studenti o no dobbiamo reagire!!! Spargete la voce, OBBLIGATE le persone che conoscete ad informarsi e ad informarsi bene!!!